Il più grande di sempre, Michael Jeffrey Jordan
Struttura fisica sopra i 190 cm, tiro da fuori, capacità di andare a canestro in penetrazione, sicurezza nel portare il pallone in attacco, se serve; queste potrebbero essere le caratteristiche di base della shooting guard, guardia triatrice o semplicemente guardia, nel basket di oggi.
Oggi il confine tra guardia tiratrice e playmaker si è assottigliato: molti play sono ottimi tiratori ed attaccanti, molte shooting guard sanno passare e palleggiare molto bene; è vero però che la guardia è solitamente il giocatore che ha più punti e più soluzioni offensive nelle mani.
Solitamente si tratta di un giocatore più alto e grosso del playmaker ed è invece più piccolo e con un tiro migliore rispetto all'ala piccola, per questo ci sono guardie che possono accoppiarsi sia in attacco sia in difesa con play e ali, così da sfruttare i vantaggi di velocità o di statura rispetto agli avversari.
Oggi la guardia è forse oggi il ruolo più decisivo nella metà campo offensiva, vero apriscatole negli attacchi moderni per la sua combinazione di gioco vicino e lontano da canestro, gioco tecnico e spettacolare, ed è forse il ruolo in cui oggi si concentra più talento nella NBA.
Nel corso del tempo il gioco della pallacanestro si è evoluto e si sono evoluti i ruoli in campo ed i loro interpreti: la shooting guard non è più solo il giocatore che “apre” il campo con il suo tiro da fuori, la componente fisica delle guardie è oggi molto importante, la velocità , l'esplosività e la potenza sono componenti essenziali del gioco di un esterno NBA oggi che deve essere pericoloso sia lontano da canestro sia attaccando il ferro in penetrazione.
Stili diversi, modi di giocare diversi, capacità fisiche differenti, ma un unico scopo: fare canestro.
In passato la guardia era davvero il giocatore con il miglior tiro da fuori della squadra, negli anni '60 Jerry West era il prototipo della guardia tiratrice: capacità di segnare da qualsiasi distanza, creatività nell'andare a canestro, queste capacità unite ad una voglia di vincere insaziabile ne hanno fatto “Mr Clutch” il giocatore che alza il suo livello di gioco quando la partita si decide, quando la posta in campo diventa più alta.
Nello stesso periodo a contendere il titolo di miglior guardia della lega a West e a vincere titoli a ripetizione con i Boston Celtics c'era John Havlicek leader per punti segnati e per gare giocate nella storia dei Celtics, quindi un grande attaccante, fu “costretto” a diventare un grande difensore proprio dalla presenza di West a LA; il suo gesto più famoso è la palla rubata a Sam Jones per vincere la finale della Eastern Conference del 1965, immortalato dallo speker dei Celtics in un leggendario: “Greer is putting the ball in play. He gets it out deep and Havlicek steals it! Over to Sam Jones! Havlicek stole the ball! It's all over…It's all over! Johnny Havlicek stole the ball!”
Altra grande guardia del periodo che contribuì a far vincere il titolo ai Bucks nel 1971 fu Oscar Robertson, “The Big O” in grado di giocare una stagione in tripla doppia di media, Robertson fu il primo a dominare non solo tecnicamente ma anche fisicamente la posizione, grazie al suo talento atletico e fisico fissò nuovi standard per la posizione di guardia nella NBA.
Arrivano gli anni Settanta, e sui parquet NBA compare un ragazzo da LSU, Pistol Pete Maravich, zazzera lunga, fisico normale, con il senso del tempo di un jazzista e con la stessa capacità di improvvisare, per 10 stagioni non ci sarà nulla di simile al talento di Pete su un campo NBA, entrate controtempo e controsenso, passaggi acrobatici, un tiro da fuori puntuale e un ball handling che lo avrebbe reso un perfetto performer negli Harlem Globtrotter.
A metà degli anni settanta compaiono due giocatori che iniziano ad avvicinare quello che è il concetto moderno di guardia: abilità fisica e tiro da fuori, si inizia a giocare all'altezza del ferro, sono David “Skywalker” Thompson e George “The Iceman” Gervin; entrambi alzarono ancora il livello fisico e tecnico del ruolo di guardia, Thompson fu il modello a cui si ispirò all'inizio della sua carriera Michael Jordan, e già questo dovrebbe bastare a far capire che giocatore era Thompson. Gervin vinse per quattro volte il titolo marcatori della NBA; il numero più alto per una guardia, fino a quando Michael Jordan, sempre lui, non conquistò anche questo record.
Ormai siamo vicini ai giorni nostri e compare sulla scena un giocatore dalla grande tecnica individuale, molto dotato fisicamente, in grado di segnare da fuori, di andare a canestro con leggerezza e potenza assime, un giocatore totale… Clyde “the Glyde” Drexler, elegante, tecnico, in grado di portare in post basso i suoi avversari e di dominarli fisicamente oppure andare a canestro a quote fino ad allora impensabili per un bipede… il più forte di tutti… se non fosse apparso sui parquet NBA “His Airness” Micheal Jeffery Jordan, che era tutto quello che era Drexler, ma ancora più forte al tiro, miglior difensore, in grado di giocare ad una quota ancora più alta, il tutto gestito da una testa per il basket e da una volontà vincente senza uguali, insomma il giocatore più forte e spettacolare di tutti i tempi; il primo giocatore sotto i sette piedi a dominare il gioco, giocando un'intera partita, un'intera stagione sopra il ferro.
Jordan dominerà gli anni Novanta: al suo ritiro si ha la chiara consapevolezza che ha smesso di giocare il più forte di tutti e che sarà davvero difficile riempire il vuoto lasciato da MJ. Si annunciano tanti “The Next MJ”, pochi si avvicinano alle vette raggiunte da “His Airness”, quello che oggi è più vicino a raccogliere l'eredità di Jordan è il giocatore più amato e odiato della lega: Kobe Bryant, jump shot purissimo che lascia andare da altezze siderali, capacità di crearsi il tiro dal palleggio sia in jump sia in avvicinamento a canestro, possibilità di dominare in post gli avversari diretti, mano destra e sinistra equivalenti, capacità acrobatiche, abilità difensiva e ferocia agonistica, se fosse anche simpatico a tutti sarebbe una divinità post moderna, così è semplicemente la guardia più forte della lega.
Sulla scia di Kobe ci sono Dwyane Wade, esplosivo, acrobatico, già capace di vincere un titolo NBA con i suoi Heat ma con un tiro da fuori ancora troppo ondivago, e Vince Carter, jordanesco in quasi tutto tranne che nella grinta e nella determinazione che da sempre trasformano un grande giocatore in un campione.
Probabilmente sono Arenas e Lebron James i due giocatori di backcourt più forti della lega dopo Kobe oggi, ma uno è schierato come playmaker, l'altro è formalmente un'ala piccola o point forward, anche se è il miglior Cavs sia per assist sia per punti.
La Shooting Guard rimarrà a lungo il ruolo più spettacolare, più amato da chi ama la NBA, ma anche quello in cui i paragoni, guardando al passato, saranno sempre più ardui, con un modello come Michael Jordan con ogni probabilità irraggiungibile…