Reyna, la delusione di ritorno

Claudio Reyna, centrocampista dei New York Red Bulls

Quando i New York Red Bulls hanno ceduto il centrocampista Amado Guevara ai Chivas USA in cambio di un cosiddetto Designated Player slot, all'epoca non era ancora del tutto chiaro che tipo di giocatore avrebbero ingaggiato. E così dopo che i Los Angeles Galaxy hanno fato il "botto" con l'arrivo di David Beckham, e dopo che nessun altro club si muove per un Designated Player, nessuno obietta nulla quando Bruce Arena decide di usare il proprio slot per prendere Claudio Reyna. Capitan America, appena ritiratosi dalla Nazionale USA dopo i Mondiali, un veterano della Premier League con esperienza anche in Bundesliga: tutti si inchinano davanti alle sue capacità  tecniche e di leadership, che Claudio decide di mosrare finalmente anche a casa, nel New Jersey. Reyna infatti non aveva mai giocato nella MLS, fondata nel 1996 quando lui era già  in Europa.

Ma poi i Designated Players, gli stranieri di nome, sono iniziati a sbarcare. Da Juan Pablo Angel, proprio a NY, il messicano Cuauhtémoc Blanco, l'argentino Guillermo Barros Schelotto (che però Columbus è riuscito a far rientrare nel salary cap) e, più recentemente, il funambolo brasiliano. Denilson al FC Dallas. Angel, Blanco, Schelotto e anche Beckham (Denilson c'è da troppo poco) hanno contribuito alla causa del proprio club dentro e fuori dal campo. Non lo stesso si può dire per Claudio Reyna, il cui impatto a NY lo stanno ancora aspettando.

Va detto che Reyna gioca in una posizione del campo il cui impatto risulta poco visibile a tifosi e media poco preparati, anche se molti avevano pensato di trovare in lui il miglior sostituto di Guevara per la fase di attacco. Erroneamente però. Reyna non è mai stato né un uomo assist (anzi è noto per i suoi passaggi laterali o anche all'indietro) né tantomeno uno che la mette dentro spesso, e nemmeno un centrocampista offensivo. In carriera è sempre stato un buon centrocampista capace di gestire il passaggio tra la fase difensiva e quella offensiva.

E questo è il problema dei Red Bulls. Quello che manca al team di NY è proprio un centrocampista offensivo in grado di dar fuoco alle polveri di un attacco capace di schierare la coppia composta dal bravo ed esperto scorer colombiano Juan Pablo Angel e la giovane (17 anni) promessa americana Jozy Altidore. A differenza di Reyna, Guevara era esattamente quel tipo di giocatore, capace di illuminare (seppur con molti momenti di buio) il gioco dei MetroStars prima e dei Red Bulls con gol e assists. E l'ingaggio di Clint Mathis, reduce da due anni pessimi a Real Salt Lake e Colorado Rapids ma voluto fortemente da Arena, non ha certo risolto il problema, visto che anche lui non è mai stato un uomo-assist, e i suoi numeri di quest'anno (2 soli assit) è ì a dimostrarlo, anche se comunque è il migliore che NY ha in quel ruolo nella suo rosa. Il fatto è che nella rosa stessa ci sono fin troppi centrocampisti difensivi.

C'è ad esempio Dema Kovalenko, la cui recente assenza a causa di un incidente in macchina ha dimostrato la sua importanza in mezzo al campo. Al suo posto hanno giocato in queste settimane due carneadi, Joe Vide e Seth Stammler, cresciuti però all'ombra di Kovalenko e dimostratisi in grado di reggere il centrocampo in fase di chiusura. La domanda allora sorge spontanea: ma i Red Bulls hanno bisogno di Reyna?

I numeri dicono assolutamente no. Con lui in campo la differenza reti di NY è di -7. Senza di lui è di +9! Se poi paragoniamo questi numeri con quelli di Kovalenko (+6), e persino di Vide (-4) e di Stammler (+6 quando è stato in campo dall'inizio), la differenza è imbarazzante per l'ex capitano della Nazionale americana.

Arrivati alle soglie dei playoff, cui i Red Bulls non dovrebbero avere problemi a qualificarsi evitando l'aggancio per disperazione dello scorso anno, molti sono convinti che ci sarà  gran bisogno dell'esperienza di uno come Reyna, dato che saranno quelle le partite importanti. Ancora i numeri sono però contro Reyna, che nei match tra NY e le prime 4 della classifica MLS (DC, New England, Chivas USA e Houston) ha messo insieme 2 vittorie e 6 sconfitte. Non esattamente di buon auspicio, considerando che sarà  almeno una di quelle quattro che i red Bulls affronteranno nei playoff.

Infine, va presa in considerazione la questione ingaggio. Fortunatamente Reyna è un DP, e pesa quindi per "soli"$ 400 mila degli $ 1.25 milioni del suo contratto, pagato per il rimanente dalla Red Bull del magnate austriaco Dieter Mateschitz. Sfortunatamente, così per giocare con le parole, Reyna è un DP, e pesa per $ 400 mila, equivalente ad un quinto dell'intero salary cap dei Red Bulls. Certo non sono soldi sprecati, come quelli che NY sta spendendo per pagare l'austriaco Marcus Schopp, ma certo è una cifra che si fa sentire nel conto totale dell'investimento sulla rosa da parte dei NYRB. E considerando che gente come Vide guadagna solo (vergogna della MLS) $ 12,900 annui, pur essendosi distinto a livelli simili a quelli dell'anziano ex Nazionale, c'è da chiedersi se per NY valga ancora la pena di investire quei $ 387 mila di differenza (più il resto) su Reyna.

Per non menzionare che la regola del Designated Player è stata approvata fondamentalmente per portare nella MLS giocatori-attrazione, gente come appunto Beckham, Blanco e Denilson, campioni (o ex, vista l'età ) capaci di iniettare entusiasmo tra i tifosi e far finire la Major League Soccer sulle pagine di giornale e i siti web di tutto il mondo. L'acquisto di Juan Pablo Angel è la giusta via di mezzo tra immagine, esperienza e capacità  di andare in gol, anche se non è certo uomo capace di riempire gli stadi. Ma sicuramente un po' di entusiasmo nei tifosi e negli appassionati del soccer USA è stato capace di crearlo. Purtroppo lo stesso non può essere detto per Reyna, che un po' per caratteristiche, un po' per carattere personale, non è stato assolutamente in grado di imporsi, né sul campo né tantomeno fuori.

Ma l'equivoco è stato probabilmente fatto all'origine. Claudio Reyna è un buon giocatore, capace di far girare la squadra e darle sostanza e leadership nello spogliatoio, ma non è certo una superstar, e non lo è mai stato nemmeno nei suoi anni d'oro. E forse oggi dovrebbe essere giudicato per come gioca, e non per il suo contributo in generale alla causa del soccer in America.

La stagione non è ancora finita però, ed è possibile che i New York Red Bulls possano diventare la squadra sorpresa nei playoff. Ma certo sarebbe una sorpresa vera, considerando quanto visto fin'ora sul campo. E se la stagione finisse male, o comunque semplicemente i Red Bulls non dovessero arrivare almeno alla finale di Conference, allora la dirigenza dovrebbe chiedersi se davvero vale la pena tenere Reyna (consideriamo che nella MLS nessun contratto è assicurato) invece di investire la cifra attuale su un giocatore che possa davvero aiutare NY a fare il salto di qualità  e a riportare nella "grande mela" quella vittoria nel campionato di calcio pro americano che ormai manca dal 1982. Ma allora in campo c'erano Giorgio Chinaglia, Franz Beckenbauer, Romero e Vladislav Bogicevic. Qualità  insomma, quella che oggi manca a NY, e che porta il Giants Stadium a vedere difficilmente più di 11.000 spettatori a partita sugli spalti.

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