Focus: Orlando Magic (Part 3)

Grandi speranze dei Magic, Rashrd Lewis sarà  il tassello che mancava ?

In un mercato dei free-agent che onestamente non offriva un granché, Rashard Lewis era decisamente il pezzo più pregiato e i Magic hanno subito individuato in lui l' uomo ideale da affiancare ad Howard.

"Sono molto fiducioso perché andando a memoria non mi sembra di ricordare che ci siano state troppe occasioni nelle quali all' interno di una squadra l'accoppiata ottimo giocatore perimetrale-ottimo giocatore interno abbia fallito o non abbia dato i risultati sperati"ha dichiarato Stan Van Gundy.

L'obbiettivo è principalmente quello di elevare il tasso di talento di un attacco che non di rado ha faticato a trovare validi punti di riferimento (94ppg in regular season, solo 88 nei play-off, e miglior realizzatore Howard con soli 17.6ppg). Per firmare Lewis, Orlando ha rinunciato a Milicic che, dopo la tragica esperienza a Detroit, in Florida stava mostrando qualche incoraggiante segnale di crescita.

Tatticamente la scelta è ineccepibile: i Magic speravano di aver formato, con Howard e il serbo, una coppia di lunghi potenzialmente devastante per i prossimi 6/7 anni, facendo affidamento soprattutto sul tiro dalla media distanza di Milicic che poteva far coesistere entrambi.

Il serbo invece raramente ha sfoderato questo tipo di soluzione per creare un gioco alto-basso con Howard: il risultato è stato che spesso l' area verniciata è collassata e i due si sono pestati i piedi. Orlando di conseguenza ha preferito tenere in sospeso Milicic, per poi non rifirmarlo, lasciarsi molto margine di manovra al di sotto del salary cap, ed investire il denaro a disposizione per Lewis.

La coppia Howard-Lewis teoricamente non ha limiti, in particolare ad Est: Howard, pur con una tecnica ancora da affinare in fatto di tiro dalla media e di lettura dei raddoppi, è una forza inarrestabile nell' area pitturata, mentre l'ex Seattle agirà  sul perimetro.

Lewis infatti è una grande realizzatore, ma è principalmente un grande tiratore con un raggio di tiro illimitato ed una tecnica di tiro addirittura impressionante per un lungo di 2m08: nelle ultime tre stagione ha sempre superato i 20p di media, nelle ultime 4 ha segnato almeno 140 triple e in carriera chiama il 38.6% da dove conta uno in più. Di più: è un giocatore forte fisicamente (104kg) che sa giocare anche in avvicinamento a canestro, benché tuttavia non vada troppo in lunetta, e il suo contributo a rimbalzo è discreto (6.6rpg nel 06/07).

Lewis aumenterà  a dismisura il potenziale perimetrale della squadra che l' anno scorso si basava quasi esclusivamente su Nelson, Turkoglu e su qualche lampo di Dooling che usciva dal pino: batteria di esterni buona ma insufficiente per competere ad alti livelli, e i play-off lo hanno dimostrato a chiare lettere.

Il "colpo Lewis" da parte di Orlando è stato davvero notevole, anzi sarebbe stato il colpo più importante dell' estate se non si fosse verificato il passaggio di Garnett a Boston: i Magic hanno dovuto sbaragliare una concorrenza agguerritissima (Miami, Houston in primis) ma hanno fatto valere la loro forza economica, le loro ambizioni e il loro fascino.

Appeal: Orlando ha sempre esercitato una certa attrazione sui free-agent in virtù del proprio clima molto mite, della bellezza della Florida, in forza di un pubblico che sa esaltarsi molto facilmente. A questo si deve aggiungere la capacità  di programmazione da parte di una dirigenza che altre volte in passato ha saputo saggiamente liberare spazio al di sotto del salary cap per investire tempestivamente nella free-agency: nell' 99/00 ad esempio vissero una stagione sofferta (conclusa poi con un dignitoso 41-41) allo scopo di risparmiare e provare a sbancare il mercato nell' estate successiva. Tim Duncan non arrivò per un nonnulla, e i Magic dovettero "ripiegare" su Grant Hill e Tracy McGrady.

Anche nelle due ultime stagioni il principio è stato analogo: liberarsi dei contratti pesanti di Francis, Hardaway, Hill e non rifirmare Milicic, per aggredire il mercato ora, ma anche"in futuro. I Magic a questo riguardo avrebbero già  individuato il fuoriclasse che nel 2008 sarà  free-agent e che dovrebbero il tassello finale per la rincorsa al titolo.

Il rovescio della medaglia consiste purtroppo nel fatto che spesso i Magic, nonostante questi colpi di mercato, non sono stati in grado di mantenere le promesse iniziali, e questo ha portato alcuni fuoriclasse ad andarsene perché richiamati da situazioni apparentemente più competitive: insomma, decisamente un rapporto di "amore ed odio".

Nel caso di Lewis, l' ex bombardiere dei Sonics ha flirtato da subito con il team della Florida ed ha inchiostrato l' 11 Luglio: ha accettato evidentemente per questioni economiche dato che Orlando gli ha allentato il contratto della vita (110mln per 6 anni), ma anche per motivi tecnici. Innanzitutto perché le ambizioni della sua nuova squadra possono fornirgli quegli stimoli che ormai a Seattle erano svaniti e dove la sua carriera era giunta ad un punto morto; poi la possibilità  di giocare con un lungo giovane e già  adesso difficilmente marcabile come Dwight Howard, di cui Lewis è grande amico:
"Quando ho visto come stavano andando le cose a Seattle ho cominciato a guardarmi attorno e la prima squadra cui ho rivolto le mie attenzioni è stata proprio Orlando. Il motivo? Non puoi non mettere in prima fila una squadra che ha nel suo roster un talento come Dwight (")".

Inoltre Lewis ha sempre giocato nella Western Conference dove notoriamente la rincorsa ai play-off (figuriamoci poi quella alla finale di conference) è a dir poca spietata: viceversa ad Est il livello delle concorrenti è sensibilmente inferiore se persino una team come i Cavs è giunto in finale attorniando un fenomeno come Lebron James con un gruppo di giocatori non irresistibile. Molto probabilmente Lewis, al momento della firma, era attratto non poco dall' opportunità  di formare con Howard una coppia che in grado far fare ad Orlando molta strada nei play-off.

Come il "gran rifiuto" di Donovan, pure l' acquisto di Lewis ha scatenato il dibattito nei circoli della Lega per l' entità  economica e tecnica di questo trasferimento.
È interessante quindi provare ad inquadrare la legittimità  di un contratto così pesante e cercare di capire quali siano le prospettive tecniche della squadra in seguito ad un acquisto di tale portata.

Quanto al contratto si è levato un coro di voci piuttosto unanime che hanno definito senza esitazioni "esagerato e sproporzionato" il contratto concesso a Lewis: 18mln a stagione sembrano decisamente troppi per un giocatore che comunque non è destinato né ad essere un giocatore franchigia né a condurre immediatamente al titolo i Magic.

Riflessioni queste che in sé non fanno una piega, ma probabilmente è necessario rettificare le coordinate della questione:
1. i Magic innanzitutto non si aspettano che Lewis li conduca al titolo subito o di farne la loro bandiera per i prossimi 6 anni, visto che per il ruolo di "uomo franchigia" l' investitura spetta ad Howard;
2. Lewis è un giocatore con esperienza nella Lega ma al tempo spesso abbastanza giovane per garantire 6/7 anni ad altissimo livello, e da 3/4 anni è uno dei realizzatori/tiratori più consistenti della Lega (nel 2006/07 22.4ppg);
3. molto spesso il prezzo di un giocatore lo fa il mercato più che il giocatore stesso: Lewis era il free-agent più conteso e, con tante squadre che lo volevano, il suo prezzo è automaticamente lievitato. Orlando si è mossa con più tempismo e con più aggressività  ed ha fatto un' offerta irrinunciabile in forza di una disponibilità  economica difficilmente uguagliabile dalle altre franchigie; in un mercato qualitativamente più alto, anche le quotazioni e le richieste di Lewis sarebbero probabilmente scese;
4. considerando le richieste, poi puntualmente soddisfatte, di altri free-agent di quest' estate (G.Wallace e lo stesso Milicic) che non hanno alle spalle né i numeri né tanto meno la carriera di Lewis, allora il contratto di Rashard appare già  più legittimo;
5. pur con il contratto di Lewis e con l' estensione concessa (giustamente) a Dwight Howard (80mln per 5 anni) Orlando ha ancora sufficiente spazio salariale per attaccare con decisione il mercato dei free-agent nel 2008 e acquisire il terzo fuoriclasse per la consacrazione definitiva.

Con questo non vogliamo affermare che il contratto di Lewis sia ampiamente giustificato; anzi sicuramente sopravvaluta il reale potenziale del giocatore che rimane comunque notevolissimo. Tuttavia Lewis non va considerato colui che guiderà  i Magic al titolo già  da quest'anno ma un' addizione profonda e radicale nella costruzione di una squadra da titolo che dovrebbe trovare il suo compimento nell' estate 2008: Lewis, in questo senso, pur costando molto, non ha però soffocato le future manovre dei Magic. Lewis, inoltre, per giocare al fianco di Howard è perfetto non solo tecnicamente ma anche mentalmente: non ha il carisma e la personalità  del leader, che a Seattle infatti era Ray Allen, ma come secondo violino, oggi nella NBA, è difficile trovare di meglio.

In sintesi, "alla fine potremmo dire che se i Magic avessero speso qualche milione di meno il prezzo sarebbe stato giusto. Forse i 110mnl sono un po' troppi ma non si dovrebbe trattare di soldi buttati via" (Stefano Benzoni, American SB).

Con questo presupposto, diventa anche più facile prospettare la prossima stagione dei Magic: parlare di anello è decisamente fuori luogo poiché il titolo stesso di conference sembra un po' al di fuori della portata del team della Florida.

Ad Est, Detroit, Chicago, ed ora Boston con i big three Pierce-Allen-Garnett hanno, a seconda dei casi, più talento, più profondità  o più esperienza rispetto ai Magic; Cleveland è decisamente più alla portata della squadra di Van Gundy ma ha accumulato più esperienza negli ultimi due anni di play-off ed è tutto da dimostrare se, a certi livelli, Lewis e d Howard siano in grado di fare la differenza e di essere dei condottieri come lo è stato Lebron James per i Cavs. Più realisticamente si può prospettare per Orlando l' accesso ai play-off in qualità  di potenziale mina vagante con il raggiungimento di un plausibilissimo secondo turno; chiaro che se poi il duo Howard-Lewis dovesse esplodere allora le sorprese potrebbero anche essere dietro l' angolo.

Insomma il salto di qualità  rispetto alla scorsa annata dovrebbero essere sensibile e senza alcuna discussione, il secondo passo in questo processo di costruzione di un team da vertice dovrebbe essere garantito ma, trattandosi di un progetto in fieri, si contraddistingue per altri punti interrogativi cui la dirigenza dovrà  dare una risposta.

E uno dei punti interrogativi su cui la dirigenza dovrà  presto riflettere sarà  quello del playmaker: Jameer Nelson, fino ad ora, ha esibito talento, capacità  realizzative, soprattutto è un play ruspante che ama le accelerazioni, sa crearsi un tiro da solo e sa essere pungente dalla distanza.

Il problema è capire se sia veramente"un play in grado di migliorare i compagni (4.3assist di media nel 06/07) dato che la sua tendenza è quella di costruire più per sé che non per gli altri: da un lato è vero che i Cavs sono arrivati in finale con, in cabina di regia, Snow e Gibson, ma dall' altro, non casualmente, è proprio nella sua posizione che i Magic nella prossima estate vogliono fare la terza e decisiva addizione. La posizione della dirigenza nei suoi confronti è analoga a quella presa nei confronti di Brian Hill: elementi validi fin che si tratta di crescere con ambizioni moderate, ma non abbastanza per arrivare fino in fondo.

La posizione di ala piccola invece è ampiamente coperta: il talento di Lewis, la consistenza di Turkoglu (13.3ppg con il 38.8% da 3p lo scorso anno), le doti atletiche e difensive di Ariza.
Piuttosto è lo spot di guardia tiratrice a destare non poche perplessità : il nome da tirare in ballo, anche perché quest'anno sarà  uno degli osservati speciali, è quello di J.J. Reddick.

La sua stagione da rookie è stata pressoché insignificante, un po' a causa di problemi fisici, un po' per la scarsa fiducia riposta da Brian Hill che in lui vedeva un mero specialista del tiro da usare solo in circostanze specifiche. Il suo utilizzo da parte dell' allenatore ha confermato di conseguenza i dubbi che si nutrivano sul giocatore dai tempi di Duke: la sensazione cioè che, viste le sue lacune atletiche e difensive, il suo ruolo, al piano di sopra, possa essere solo quello di specialista del tiro.

Gli infortuni però paradossalmente sono anche stati il suo alibi, tanto che Orlando e il nuovo coach Van Gundy vuole rimetterlo alla prova, in particolare nella sua capacità  di migliorarsi e completarsi: intanto nella Summer League di Orlando, Reddick ha ricominciato a giocare come se idealmente non si fosse mai tolto l' uniforme di Duke (20ppg con il 35% da 3p), e comunque già  nello scorso finale di stagione, con un minutaggio adeguato, aveva fatto intuire quanto possa esser letale e sontuoso al tiro, anche al piano di sopra, in situazioni di uscita dai blocchi e di catch&shoot.

Quest'anno non avrà  più alibi o giustificazione perché la dirigenza vuole capire fino a che punto può rientrare nei suoi piani: lui e Lewis possono formare sul perimetro una coppia di tiratori da sballo con ovvi benefici per Howard.

Altra lacuna cui porre rimedio è il reparto lunghi, poiché con la partenza di Milicic, un settore composto da Howard e Battie come rincalzo sembra un po' leggerino, particolarmente in prospettiva play-off: servirebbe un' ala grande possibilmente da quintetto, poiché Battie è più utile per l' energia e l' attività  che può dare dalla panchina.

I nomi che circolano sono quelli di Webber e P.J. Brown: Webber tecnicamente sarebbe perfetto per giocare con Howard grazie al suo tiro da fuori e alle sue doti di passatore, ma restano su di lui dubbi di carattere fisico. A questo punto il lungo dei Bulls sembra la soluzione ad hoc per la sua esperienza, la sua fisicità , le sue doti difensive e perché il suo tiro dalla media è tutt' altro che disprezzabile.

Orlando quindi si propone come un progetto che sta crescendo in maniera decisa, che gradatamente sta depositando fondamenta solide e promettenti, ma anche con incertezze che, solo se risolte, daranno l' esatta dimensione della credibilità  di questo progetto e dell' efficienza dirigenziale. Dirigenza che intanto, oltre al resto, ha già  realizzato un ulteriore progetto, questa volta architettonico, e già  approvato dalla Commissione cittadina: una nuova Arena polifunzionale, sempre in Orlando, che dovrebbe essere inaugurata 2010, che dimostra le ambizioni della franchigia e la volontà  di radicare la squadra in questa città :
"Non abbiamo progettato questa nuova brillante costruzione per organizzare una nuova franchigia d' espansione. Nel 2010, quando l' Arena verrà  inaugurata, la nostra squadra dovrebbero essere in grado di competere per il titolo". (gm Otis Smith)

A proposito: quanto al terzo fuoriclasse proveniente dalla free-agency del 2008, scrivete pure Gilbert Arenas"

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