Cosa succede ad Est?

Non solo Allen e Garnett si sono spostati da Ovest ad Est: anche Zach Randolph…

Negli States Est ed Ovest incarnano due modi differenti di vivere, così come nell'NBA rappresentano due modi differenti di concepire il gioco.

Ovest è sovente sinonimo di spettacolo, senza però trascurare la concretezza nei momenti catartici. L'Est è associato ad un tipo di basket per tradizione votato ad un gioco più corale ed attento alla componente difensiva.

A prescindere dalla distribuzione di talento, nell'era post Jordan, si parte ad ovest da favoriti, e ad est da outsider. Non a caso gli ultimi due titoli vinti da squadre della Eastern Conference sono stati delle vittorie inaspettate.

Eppure qualcosa sta cambiando. Nonostante il Draft abbia dispensato due dei talenti più futuribili alla costa pacifica, segnali confortanti arrivano anche dalla parte atlantica del paese.

Il mercato ha consentito a molte squadre di rafforzarsi con un conseguente aumento di competitività  ad est. Sulla carta pare esserci maggiore equilibrio rispetto al passato nelle tre divisions centro orientali del paese.

Probabilmente in termini di talento puro la parte ovest della lega è ancora un gradino sopra la parte est, tuttavia non di molto. Gli ultimi scambi di mercato hanno visto una controtendenza, con un trasferimento di giocatori di valore verso est. Ne consegue l'innalzamento del tasso tecnico delle squadre, e della consapevolezza di tali team circa la possibilità  di potersela giocare fino in fondo.

Analizzando brevemente ogni singola division ad est:

Atlantic

La division più scarsa della lega lo scorso anno; motivo per cui molte squadre sono corse ai ripari durante la off season.

Inevitabile menzione per i Celtics, che si sono accaparrati due pezzi da novanta come Garnett e Ray "he got game" Allen. Boston sarà  inevitabilmente la favorita per il titolo di division, e non solo. Vedremo se i tre big manterranno fede alle attese; ad ogni modo la dirigenza dovrà  necessariamente lavorare per completare il supporting cast. Di sicuro la regina del mercato estivo.

Un gradino sotto ci si attendono riconferme da parte dei Raptors; perso Peterson i canadesi hanno aggiunto Delfino e Kapono allungando la loro panchina, e confermando il resto del team. Squadra di stampo europeo, con un buon mix di giocatori e ruoli ben definiti tra titolari e riserve. Le attese sono volte ad una crescita ulteriore, vedere la voce secondo turno dei play off.

New York si è rafforzata ulteriormente sotto canestro con l'arrivo di Zach Randolph, ma in questo caso la chimica di squadra è tutta da verificare. Nella grande mela ci si aspetta ancora qualche trade, e Thomas non è nuovo agli interventi "last minute". Come sempre, obiettivo minimo ad Agosto sono i play off; in caso contrario Zeke potrebbe essere disoccupato tra un anno.

Interessanti le mosse dei Nets: confermato Carter; è arrivato da Portland Magloire, da cui ci aspetta dei segnali di risveglio; ci si attende molto anche dal rientro di Krstic. Kidd è come un barolo del 1982, più invecchia e più te lo gusti, ma attenzione si va per i trentacinque. Della serie il tempo stringe.

Philadelphia sembra al momento la vittima sacrificale del gruppo; non ha ancora operato sul mercato, anche se nel finale della scorsa stagione la squadra appariva in crescita e potrà  dar fastidio a molti. Nella città  dell'amore fraterno si punterà  una volta di più su Iguodala.

Central

Da sempre una delle division più equilibrate ad est.

Detroit sempre sugli scudi ad ogni inizio di stagione, ma mai capace di replicare la vittoria del 2004. I Pistons partono favoriti per il titolo di division e per un posto nelle finali di conference. Riconfermati Billups e Mcdyess, la squadra è la stessa delle ultime stagioni, il problema rimane l'atteggiamento, in attesa di avere notizie sull'eventuale ritorno del figliol prodigo C-Webb. La dirigenza sta cercando qualche apporto di valore per il pino di Auburn Hills.

A Cleveland l'aspettativa è di confermare quanto fatto di buono lo scorso anno, tentando di nuovo l'assalto al primo titolo. Lebron da solo non basta; Hughes ha dimostrato di non essere all'altezza nel ruolo di secondo violino, mentre alla coppia Ilgauskas\Gooden andrebbe affiancato un lungo che sappia difendere, e che sia d'aiuto, specie nei play off. Se si vuole migliorare l'obiettivo è uno solo, vincere.

Dai "giovani" Bulls ci si attende il definitivo salto di qualità , dopo l'esperienza accumulata nelle ultime due stagioni. Il materiale umano c'è, servirebbe maggiore continuità  da parte di Gordon ed un lungo con punti nelle mani che possa sostituire P.J. Brown, qualora vada altrove o smetta. I Play off paiono sicuri, a meno d'infortuni.

Milwaukee è tutta da verificare, la scorsa stagione la squadra è stata limitata dai troppi infortuni; quest'anno l'obiettivo sono i play off, ma rimangono le incognite sulla salute di alcuni giocatori e le incertezze del caso Jianlian. Confermato Mo Williams in regia e ripreso Mason, si attendono news sul rientro di Simmons e maggior continuità  dalla coppia di lunghi Villanueva - Bogut.

I Pacers del dopo Carslile appaiono al momento la vera incognita della division. La trade con i Warriors dell'anno scorso ha dato ragione a Mullin. S'intende puntare sulla voglia di riscatto di Murphy, Granger e soci, cercando di trattenere Jermaine O'Neal, il vero ago della bilancia per gli attuali Pacers.

South East

La division più a sud delle tre potrebbe riservare delle sorprese. Le squadre che più si sono rafforzate e con maggiori aspettative per la prossima stagione sono i Bobcats e i Magic.

Charlotte ha confermato il nucleo dello scorso anno, in particolare ha trattenuto Gerald Wallace. Con l'arrivo di Jason Richardson i Bobcats hanno finalmente il giocatore simbolo su cui puntare per l'assalto ai play off. Sicuramente da tenere d'occhio, squadra giovane ma con qualità , molto dipenderà  dalla salute di alcuni giocatori chiave come Okafor e dal miglioramento atteso di Felton.

Ad Orlando si sono accaparratati Rashard Lewis uno dei migliori free agent sul mercato, oltre ad aver prolungato il contratto di Howard. Persi Grant Hill e Darko Milicic la squadra ha ambizioni play off; l'impressione è che manchino uomini d'esperienza, e che la panchina sia corta. I play off sono un obiettivo realistico, il secondo turno, un'utopia.

Capitolo Miami: hanno perso Kapono dopo la buona scorsa stagione; molti giocatori sono in parabola discendente; appare troppo Wade dipendente per aspirare ad arrivare fino in fondo. La classe di Flash non si discute, ma Shaq è lontano dalle prestazioni "mostre" di qualche tempo fa. Il resto del roster va svecchiato, serve nuova linfa in cabina di regia e l'innesto di giocatori motivati che diano apporto dalla panchina. Al momento sono una squadra che può ambire ai play off ma senza troppe ambizioni. Riley ha molto lavoro da fare, i rumors sono parecchi, le certezze poche.

A Washington l'intento è di ripartire da quanto fatto precedentemente all'infortunio di Gilbert Arenas e Caron Butler; essenziale è il recupero da subito di Agent Zero senza il quale i Wizards sono poca cosa. L'equilibrio crescente tra le franchigie dell'est potrebbe giocare una brutta sorpresa alla squadra della capitale.

Gli Hawks rappresentano ancora oggi il solito rebus irrisolto; troppo giovani ed inesperti, sempre sull'orlo di esplodere senza però mai mantenere le aspettative. E' probabile che l'obiettivo sia quello di migliorare il record dello scorso anno. Sulla carta sono la squadra materasso della division, molto simili ai Clippers di qualche anno fa, ricchi di talento ma eterni incompiuti.

Chiudo con un bel pagellone:

Voto 10 ai Celtic: dalle stalle alle stelle, sorrisi così nel Massachusetts non se ne vedevano dai tempi di Larry il biondo. Cannibali.
Voto 9 ai Bobcats: con un salary cap da libro cuore per una squadra finalmente interessante. Mine vaganti.
Voto 8 ai Nets: provano a ridare una chance di vittoria a Jasone garantendogli un ottimo materiale umano. Commoventi.
Voto 7 ai Pistons: tradizione e difesa sono di casa in Michigan, fossero anche umili ci sarebbero da pulire un paio di stendardi in più al Palace. Irriverenti.
Voto 6 ai Knicks: una babele del basket, se si giocasse con cinque palle sarebbero imbattibili. Imprevedibili.
Voto 5 ai Bulls: squadra intrigante, mancava solo un lungo con punti in dote, scelgono Noah. Masochisti.
Voto 4 a Cleveland: un levriero a capo di un branco di chiuaua. Eroici.
Voto 3 agli Hawks: più piccioni che falchi. Inimitabili.
Voto 2 ai Bucks: la Cina è vicina e va di moda, ma informarsi prima? Distratti..
Voto 1 ai Pacers: attendisti e sospettosi in attesa di una trade simile all'ultima? Ingenui.
Voto 0 agli Heat: tutti al mare, dirigenza compresa. Soporiferi.

Alla prossima!

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