'Quell'uomo lì, quel Danny Ainge, è veramente troppo astuto…'
Doverosa premessa: appartenevo alla categoria di simpatici perdenti.
In 3 lustri ho accumulato sconfitte per le quali Ugo Fantozzi sarebbe fiero di me: Elezioni Politiche, Campionati Italiani e Mondiali di Calcio, Stagioni NBA, NFL ed NHL.
Io scrivevo, voi sorridevate, il cosmo seguiva un corso definito: autunno, inverno (perdevo la NFL), primavera (sconfitte calcistiche), estate (sconfitte internazionali rare solo per la cadenza quadriennale dell'evento), poi ancora autunno e via cosi'.
Da buon italiano rimuovevo i ricordi sostituendoli con la speranza (l'oppio dei tifosi), e bel bello scrivevo i miei sproloqui.
Poi, di botto, l'universo ha fatto crack.
Sono arrivati gli scudetti, anche due vinti in un anno solo (e ditemi voi se questa non e' un'impresa), si e' vinto pure un mondiale, i Bears hanno fatto il Superbowl (e meno male che non l'hanno vinto)… solo i Celtics erano li' a languire in fondo al pozzo, incatenati ad un roster di minorenni e ad una dirigenza di minorati.
Ma siccome quando piove, poi grandina, anche a quel cerebroleso di Danny Ainge di recente si sono accesi d'incanto tutti i neuroni (e si sono spenti nel contempo tutti quelli di Kevin McHale, questo va detto).
Risultato, io torno dalle vacanze di domenica, nella notte il rumor che vuole Garnett ai Celtics prende consistenza, lunedì si va in firma e la sera successiva mi ritrovo il Bigliettone che mostra un numero 5 bianco su fondo verde fiammante.
Vado a letto convinto che il giorno dopo mi risvegliero' maledicendo la peperonata, ma l'indomani Espn.com mostra foto e filmati della notte appena trascorsa.
Siccome non e' che tutti gli anni vi devo raccontare di uno dei primi 5 giocatori del pianeta che emigra nella mia squadra, decido rapidamente che, dopo aver sparato i petardi sul terrazzo di casa, la cosa meriti assolutamente un “Kiccosworld”.
Un paio di riflessioni sincere su quanto letto prima, durante e dopo.
Primo: a tutti coloro i quali pensano che cedere Al Jefferson, Geraldo Green e 3 Kili di carne macinata siano un prezzo troppo alto per uno come Garnett, vi invito a questo flashback: siete in prima superiore, la tempesta ormonale vi ha invaso da mesi, siete in preda ai pensieri piu' impuri, e come sempre l'acqua e' pochissima e la papera (sottile metafora) stenta a galleggiare.
Avete pero' la fortuna di avere un paio di compagne di classe davvero carine. E' dal primo giorno di scuola che, incapaci di scegliere, ve le siete lavorate, con i mezzi limitati dalla vostra eta': merendine, sorrisini, il tema d'italiano incastonato dentro una cartuccia della Pelikan, romantici doposcuola davanti alla gelateria.
L'ostinato e paziente lavoro ai fianchi vi ha fruttato la miseria di un bacio sulla guancia in gita durante l'infernale gioco della bottiglia (i baci li' valgono la meta', ricordatevelo) ed un simpatico commento della mamma di lei, che vi ha definito “molto simpatico” (rammento che ingraziarsi la madre va bene, ma l'acqua per far galleggiare la papera non aumenta)
Improvvisamente, senza nessuna ragione dettata da raziocinio, al camping Belvedere International di Rimini dove state trascorrendo vacanza, si presenta una diciottenne mostruosamente bella, con un campionario di curve che neanche il Cavatappi di Laguna Seca nel Motogp, regolarmente fasciata in un bikini che vi mostra roba che neanche sapevate esistesse.
E siccome certe volte il fato e' bizzarro, alla ragazza il sole di agosto deve aver fatto parecchio male, visto che, annoiata dai superfusti che le girano attorno da sempre (li chiameremo convenzionalmente Lakers, Suns e Bulls) ha deciso non solo di trascorrere del tempo con voi, ma addirittura di spiegarvi un attimino due o tre dettagli sull'umana attivita' riproduttiva, avendo teste' capito che siete lacunosi in materia.
Ecco, in una situazione francamente grottesca come questa, con i superfusti di cui sopra a maledire la vostra presenza nell'Universo, l'ultima cosa da fare e' pensare a tutto il lavoro fatto in precedenza con le nostre coetanee di scuola, e senza fare ulteriori domande lanciarsi a corpo morto tra le morbidosita' della nostra fatalona, perche', come dice il (da poco) saggio Danny Ainge “quando mai mi ricapita”!!!!!!
Ed invece mi trovo a leggere di gente che, per carità , con tutto il diritto di questa terra di pensarlo, ritiene sia stupido buttare a mare il duro lavoro sui banchi di scuola, nella speranza che un giorno la nostra graziosa compagna di banco esca dal bozzolo e diventi meravigliosa farfalla (se siete, come il sottoscritto, di villica origine, sostituite senza ritegno il leopardesco “farfalla” con un piu' coerente “tronco di gnocca” e vedrete che ci capiremo all'istante).
Se poi state pensando: ma al campeggio ci sto poco, questa poi non la rivedo piu' e nel frattempo qualcuno fara' la spia e le mie compagne di scuola non le avro' piu'…….., la risposta e' il piu' italico dei “chissenefrega”.
Altro pensiero: per Kevin McHale, degno erede del Kupchack nella parte del “GM che cede la propria superstar”, la parte peggiore del loro mestiere.
Vero che la storia insegna che ci si rimette sempre, perche' nessuno ti da mai una contropartita adeguata; oltretutto quando devi ripartire da zero, dover ricominciare la stagione sapendo di avere come obiettivo quello di perdere meno di 60 partite, non e' granche' gratificante.
Una cosa pero' mi sento di dirla, al buon Kevin: GRAZIE PER ESSERTI RICORDATO DI CHI TI HA VOLUTO BENE IN TUTTI QUESTI ANNI…….
Ultima preghiera, e poi vi lascio ai gavettoni di Ferragosto: a tutti i grandi giocatori attualmente scontenti, ai Kobe, ai Jermaine O'Neal, ai Marion che popolano questa lega.
Vi auguro di trovare la sistemazione giusta, di poter coronare il vostro sogno, di avere nuova serenita' ma… lontano dall'Atlantic Division.
Gia' mi tocchera' tifare Toronto con molta piu' moderazione dello scorso anno, cercatevi quindi una sistemazione altrove, restate pure al caldo e non rompete l'anima per venire a New York, Jersey, Washington o quant'altro.
L'Atlantic si e' gia' rinforzata abbastanza, meglio non esagerare…..
Statemi bene