Numeri ed enigmi

Istantanea di un uomo che giura d'esser stato all'oscuro di tutto

Se il mostro fa paura, meglio che abbia una testa sola: questo deve aver pensato David Stern prima di deglutire l'ultimo sorso d'acqua e affrontare la più difficile conferenza stampa da quando è Commissioner della Nba. E il mostro ha la faccia e le sembianze di Tim Donaghy, arbitro nella lega più importante del mondo da 13 anni, fino a poco tempo fa più noto per esser matto e inaffidabile. Tanto per fare un esempio: Donaghy era in campo la sera in cui Pacers e Pistons se le diedero di santa ragione, scatenando il fuori programma più tristemente noto della storia recente della lega. L'arbitro da più parti fu considerato responsabile di non aver fatto tutto quel che si poteva fare per calmare i giocatori.

Il viso livido e tirato, le parole misurate come mai gli era successo nella sua brillante carriera d'avvocato. "Questa è la cosa peggiore che sia capitata da quando faccio parte della Lega - ha commentato Stern - Sto parlando di 40 anni di attività , con diverse cariche. Siamo stupiti e preoccupati. Attendiamo di conoscere dall'FBI le reali dimensioni del problema e offriamo tutta la nostra collaborazione."

Il predellino sul quale il Commissioner ha pronunciato questa parole sembrava proprio il banco degli imputati. Le domande a latere degli avvenimenti di questi giorni sono le solite, quelle che noi italiani dovremmo conoscere bene dopo gli scandali della nostra Serie A.

Possibile che la Nba non sapesse assolutamente nulla di quanto stava accadendo sotto i suoi occhi prima del 20 di giugno? Che fosse ignara il 12 maggio quando, con l'amministrazione dell'"affaire Nash-Horry", di fatto Donaghy assegnò la semifinale di conference agli Spurs a scapito di Phoenix? Quella ironicamente fu la sua ultima designazione. Troppo scarso per andare avanti.
"Da più parti è stato scritto che noi sapevamo degli illeciti che Donaghy stava consumando e che lo abbiamo lasciato arbitrare comunque; posso solo dire che non è vero. Il resto è oggetto di indagine da parte dell'FBI.", ha commentato ancora Stern.

E sia: di fatto però il complesso sistema di valutazione che dovrebbe assicurare la capacità , prima ancora che l'onestà , degli arbitri ha completamente fallito il suo compito.
Nel frattempo il sospetto serpeggia per l'intera Nba, fra i giocatori che hanno partecipato alle partite da lui arbitrate negli ultimi anni e fra gli arbitri che hanno lavorato con lui in quelle gare.
Ognuno di loro sta facendo mente locale, ricordando cosa successe in campo. E stupendosi di non essersi accorto di nulla.

Nei primi 11 anni di carriera Donaghy ha arbitrato 641 gare senza per questo essere ricordato come uno degli arbitri di punta, cui affidare importanti gare dei playoffs. Lo abbiamo già  detto. Nelle ultime due gli furono affidate rispettivamente 63 e 68 partite.
I primi ad accorgersi che qualcosa non stava andando per il verso giusto sono stati quelli di Las Vegas che quando perdono i loro soldi vogliono vederci chiaro.

Dall'analisi delle partite dirette dal Donaghy, comparate con le altre, i bookmakers si sono resi conto che nel 57% di quelle partite le due squadre segnarono più punti di quanto a Las Vegas fosse stato previsto. "Non è possibile - ha commentato R. J. Bell, esperto di scommesse fra i primi a studiare i numeri - perché i sistemi di rilevazione sono troppo collaudati." Una media accettabile staziona fra il 49 e il 51%. Il secondo indizio fu ancora più inequivocabile: nelle stagioni precedenti la stessa media, nelle partite con Donaghy in campo, si attestò al 44%. Uno scarto del 13% è del tutto innaturale, c'è una possibilità  su 1.000 che possa verificarsi senza una "causa esterna". Il dolo, appunto.

Ufficialmente l'arbitro più controverso della storia del gioco sta aspettando d'essere arrestato; nel frattempo ha già  ricevuto minacce di morte "degne d'esser trattate con la dovuta attenzione", ha fatto sapere il portavoce del Federal Bureau. Perché gli scommettitori sono seri, sanno tutto delle partite e delle condizioni in cui esse sono giocate. Uno sgarro del genere, che muove milioni di dollari, può far arrabbiare qualcuno.

Nella stagione 2005-06 nella partite in cui Donaghy fece parte della terna in grigio le due squadre segnarono una media di 10 punti in più rispetto alle altre gare. Nell'ultima annata questa forbice si è persino ampliata a 13 punti, 201 punti totali contro 187. "Il periodo buono per fare questi giochetti - spiega ancora Bell - andava dall'inizio della stagione alla metà  di aprile: in questo lasso di tempo le partite sono meno seguite e tutto può sembrare maggiormente casuale." Con l'eccezione della partite trasmesse in diretta nazionale, le uniche che per coperura si avvicinano a quelle dei playoffs; in un certo senso il livello mediocre del Donaghy lo ha aiutato a fare quel che faceva.

E' un brutto colpo per Stern che negli ultimi anni ha ammesso che forse il gioco era meno bello, il livello più basso, ma sull'onestà  degli attori non ha mai concesso nulla. "Siamo di fronte a un caso isolato", ha spiegato, quasi fosse un'invocazione" nel corso della stessa conferenza stampa. La FBI però scanadaglierà  ogni piccolo centrimetro per vedere se quest'affermazione può diventare credibile. Nel frattempo il Commissioner avrà  a disposizione i filmati dello scandalo, quelli in cui gli illeciti si sarebbero verificati.

"Come fate ad esserne certi?", ha chiesto uno dei giornalisti fra i più giovani in sala. "E' come se mi avessi appena chiesto quand'ho smesso di picchiare mia moglie - ha risposto Stern - e comunque rivedremo ogni cosa." Ogni cosa, ha poi ripetuto.
"All'inizio d'ogni stagione - ha spiegato un arbitro che ha preferito rimanere anonimo - ci viene consegnato un protocollo che ci dice come le partite devono essere gestite complessivamente. Voi tutti vi soffermate su chiamate singole più o meno sbagliate. La lega guarda molto di più alla gestione complessiva delle gare." In questa frase implicitamente sta il primo argomento forte di chi dice che la Nba doveva accorgersene in proprio: dall'analisi di come Donaghy stava in campo, da come gestiva il tempo, dal numero di tiri liberi assegnati. Chi di questi numeri ha fatto un mestieri sa proprio che l'arbitro è stato primo per tiri liberi e falli tecnici assegnati; di conseguenza primo anche nelle uscite per falli dei giocatori.Tutte cose che, lo sanno anche i sassi, se non la sostanza, cambiano di molto il volto d'una gara.

E poi: possibile che, in un mondo in cui il pettegolezzo è all'ordine del giorno, non girassero sospetti, voci anche fra gli addetti ai lavori. Qualche giocatore, a denti stretti s'è lasciato sfuggire una mezza frase; altri, Steve Nash tanto per fare un esempio, s'è detto scioccato e disgustato. E gli arbitri, il cui stipendio era stato da poco innalzato fino a 300.000 dollari, in ossequio a quella anglosassone convinzione secondo la quale chi guadagna di più sarà  meno tentato di farsi corrompere?

A noi spettatori rimane sempre lo stesso gusto in bocca: quell'amaro generato dalla scoperta d'aver osservato qualcosa che pensavamo fosse vero e che in realtà , se non falso, in se portava un non so che di teatrale. Bello, per carità . Ma lo sport dovrebbe essere un'altra cosa. Chi segue le bracconate del Wrestling sa che tutto è fatto per un preciso accordo e convive con quest'idea, facendo finta di credere a ciò che vede.

Il concetto di sport è un altro: due squadre si affrontano per la vittoria con gli ispettori che assicurano la regolarità  della tenzone. "Le partite di stagione regolare vengono gestite - dichiarò un giorno John Stockton, uno che non a caso durò moltissimo con un fisico da normolineo - nei primi tre quarti ci si scambia canestri in continutà , nell'ultimo si gioca per vincere." detto così sembra un manuale di sopravvivenza ai rigori delle 3 partite settimanali. Ma più in la non si deve andare.

Nel frattempo alzi la mano chi è sicuro che all'inizio della prossima stagione, si siederà  in poltrona, come se nulla fosse accaduto.

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