J.J. Redick è stato grande protagonista in questa Summer League
E' finita la Pepsi Pro Summer League di Orlando, in cui hanno partecipato Magic, Pacers, Bulls, Bobcats, Heat e Nets, senza che nessuna delle squadre sia riuscita ad avere un record da solista superiore alle altre cinque. Ma i risultati delle Summer League lasciano il tempo che trovano, come è sempre accaduto.
Grande protagonista del torneo è stato senza dubbio la guardia di Orlando J.J. Redick che giocando tutte e cinque le partite ha finito per essere il miglior realizzatore con una media di quasi 20 punti a partita e ovviamente la presenza nel quintetto ideale insieme al suo compagno di squadra Marcin Gortat (grande protagonista anche lui, dentro e fuori dal campo), ai due sophomore dei Bulls Tyrus Thomas (miglior stoppatore) e Thabo Sefolosha e al playmaker dei Nets Marcus Williams (che ha chiuso come miglior assistman).
Si sono viste buonissime cose dai due rookie di Chrlotte Jared Dudley e Jermareo Davidson. Il primo con momenti in cui ha dimostrato vero e proprio talento cristallino, il secondo con tanta solidità , anche se con un pizzico di inesperienza.
Oltre ai già citati prima, Chicago si è sicuramente resa conto che con la scelta n.49 nello scorso draft ha trovato in Aaron Gray un ottimo lungo da poter gestire per il futuro, e chi lo sa, anche per il presente.
Il trio dei nuovi acquisti dei Pacers Andre Owens - Kareem Rush - Stephen Graham ha fatto vedere di avere già esperienza NBA e di essere "sprecati" per una Summer League. Ma anche i progressi - rispetto a 12 mesi fa - da parte di Shawne Williams fanno ben sperare il nuovo staff tecnico di Indiana.
New Jersey ha avuto in Marcus Williams un autentico leader, in Robert Hite una possibile aggiunta nel roster ufficiale, ma ha anche avuto maggiore chiarezza sul da farsi del lungo Sean Williams.
Ma è stata anche la Summer League delle sorprese. Kasib Powell di Indiana è stato il valore aggiunto uscendo dalla panchina, finendo anche come miglior stealman. Kevin Kruger di Orlando ha dimostrato di essere una valida point guard, mentre Brandon Hunter di New Jersey con tanta grinta è riuscito a fare parte dei migliori giocatori del torneo.
Orlando Magic (3-2)
Gli organizzatori si sono mostrati probabilmente la squadra più interessante del torneo. Potevano vincere 4 partite se non avessero perso l'ultima contro probabilmente la squadra meno forte (Miami), vuoi per stanchezza o vuoi per avere sottovalutato l'avversario.
J.J. Redick, a detta di molti il miglior giocatore, ha aggiunto al suo arsenale diverse cose, quindi guai a chi lo considera ancora un giocatore monodimensionale e soltanto tiratore da 3 punti. Finta, l'avversario salta e involontariamente (o per volontà dell'attaccante) si butta su di lui che realizza pure il canestro subendo il fallo…una delle tante cose che ha reso famoso Reggia Miller e che Redick nel corso delle partite ha fatto più di una volta. Gli abbiamo visto anche prendersi uno sfondamento prendendo posizione da veterano, ma è la difesa in generale che ci è piaciuta.
Progressi anche dall'altro sophomore, ovvero James Augustine che ha sfoggiato oltre al già ben conosciuto tiretto dalla media, anche un bel gioco interno e versatile e una buona presenza a rimbalzo. 10,8 punti e 6,6 rimbalzi le media per lui, mostrando anche una certa continuità .
Difficile non essere stati sorpresi dal piccolo Kevin Kruger. Non è stato molto continuo in fase realizzativa, non si è più riconfermato dopo i 18 punti con 4/7 nel tiro da 3 contro i Pacers nella seconda giornata. Ha però mostrato una buonissima mano dalla lunga distanza (più del 45% con 22 tentativi), una buona regia e un ottima lettura di gioco in contropiede e nei passaggi.
Marcin Gortat è stato protagonista grazie al blog che ha tenuto aggiornato durante il passare dei giorni, ma dopo i tentativi degli scorsi anni ha fatto capire di essere pronto ad eventuale chiamata nel training camp. Lo ha dimostrato perché tecnicamente ha fatto dei progressi, soprattuto nel gioco in post basso e con una visione di gioco molto interessante. 10 punti e quasi 7 rimbalzi i suoi numeri, non male per questo centro polacco.
Ci è piaciuto anche Damon Brown e il suo tiro in avvicinamento, anche se causa di parecchie palle perse viste le sue partenza troppo spesso viziate da infrazioni di passi. Menzione anche per Steven Smith.
Difficile dire chi abbia deluso, visto che un po' tutti coloro che sono scesi in campo, anche per pochi minuti, hanno mostrato qualcosa. Sacrifichiamo la point guard Steven Barber, che avendo nel suo curriculum delle partecipazioni al training camp con diverse franchigie, poteva forse mostrare qualcosa in più.
Conclusioni: Augustine dopo l'esperienza nella lega di sviluppo potrebbe essere addirittura un lungo da rotazione fissa, considerando la partenza di Milicic. Idem per Gortat, che potrebbe strappare un contratto al minimo salariale. Uno tra Smith e Brown potrebbe ricevere un invito al training camp per poi provare a fare il roster. Kruger seppur sia interessante, è forse troppo piccolo per stare tra i pro, considerando che i Magic hanno già Nelson, di certo non un play di grande statura.
Il migliore: J.J. Redick
La sorpresa: Marcin Gortat
La delusione: Steven Barber
Charlotte Bobcats (2-3)
Stranamente i Bobcats chiudono con un record negativo, nonostante uno starting five di ottimo livello. Adam Morrison gioca solamente le prime due partite con 15,5 punti in media, mostrando come già sappiamo la sua pericolosità offensiva ma allo stesso tempo i suoi limiti difensivi.
Il palcoscenico principale è per la coppia di rookie Jared Dudley - Jermareo Davidson e abbiamo proprio l'impressione che i Bobcats ci abbiano visto giusto con questi due ragazzi.
Dudley non è stato molto continuo, ma a tratti ha mostrato di avere nel suo repertorio giocate da fuoriclasse come la rapida uscita dai blocchi, ricezione e tiro oppure il classico giro e tiro con eleganza, ma anche il tiro da fuori è una sua arma importante.
Davidson è un lottatore, atleta valido, con qualche buona movenza in post e non rifiuta il tiro fuori dall'area dei 3 secondi se c'è l'opportunità . Benino anche dall'altra metà campo con una serie di aiuti difensivi pregevoli. Un po' di muscolatura in più e questo ragazzo può entrare stabilmente nel giro NBA.
A Raymond Felton era stato chiesto solamente di giocare una partita, la prima di tutte, giusto giusto per indirizzare i compagni verso la "right way". Bobby Brown si è così ritrovato playmaker titolare senza sfigurare. Contro i Bulls ha realizzato 17 punti tirando 5-8 da 3, ma nel complesso le sue percentuali nel torneo sono state decisamente basse (17-49 in totale per neanche un 35%), molto meglio quando c'è da condurre un contropiede.
Ryan Hollins è un altro di quei giocatori che ha fatto intravedere dei miglioramenti. Sembra che il suo atletismo sia usato con più diligenza e che la sua presenza sotto sia più costante rispetto a prima.
L'exploit da 31 punti nella gara contro i Magic da parte di Gabe Muoneke rappresenta il massimo di punti realizzati da un giocatore in questo torneo. Questo 27enne già dei Rockets ha concluso con una media di 12.6 punti a partita e una sua penetrazione con affondata in testa ai lunghi dei Magic rimarrà come una delle azioni più spettacolari di tutto il torneo. Chi se lo immaginava?
Conclusioni: Dudley sarà sicuramente uno di quei uomini che coach Sam Vincent ruoterà . Davidson probabile che non vedrà il campo tantissimo nella prossima stagione (ipotesi D-League da non sottovalutare), mentre Hollins sarà quasi certamente un lungo da rotazione. Muoneke potrebbe far parte del training camp anche se nel suo ruolo i Bobcats hanno le spalle coperte.
Il migliore: Jared Dudley
La sorpresa: Gabe Muoneke
La delusione: Alan Anderson
New Jersey Nets (3-2)
In crescendo la Summer League dei Nets che chiudono con un record positivo vincendo le ultime due partite rispettivamente contro Charlotte e Chicago.
In crescendo è stato anche il torneo del rookie Sean Williams che inizialmente sembrava fosse un po' spaesato, nullo in attacco e insipido a rimbalzo nonostante le doti atletiche. Nella seconda parte però ha fatto vedere qualcosa in fase offensiva dal centro area ma la sensazione è che questo ragazzo sul piano tecnico debba lavorare tantissimo. Ha impressionato però nella prontezza nelle stoppate.
Marcus Williams ha fatto il veterano e con diligenza ha cercato di coinvolgere il team., non ha chiuso con ottime percentuali dal campo ma ha comunque mantenuto 16 punti e 6 assists (di gran lunga il vincitore di questa categoria) a partita.
Josh Davis vuole rientrare nel giro NBA e le sue prestazioni in questo torneo possono farlo ben sperare. Lungo (anche se essendo un 6-7 non è proprio l'ideale per un ruolo da power forward) dalla mano particolarmente educata e con un'ottima presenza a rimbalzo; atletismo e velocità possono lo penalizzano più del dovuto in ambito NBA.
Eccezionali le prove di Brandon Hunter. L'ex Napoli è il classico lungo undersized (appena 2,01 metri) che va di moda negli ultimi tempi, ma che compensa con un fisico possente, forza d'animo e qualità tecniche. Le stats non dicono molto sulla sua importanza in campo, ma alla fine ha comunque ricevuto una menzione d'onore per lui.
Robert Hite ha impressionato per il suo atletismo, rapidità e tanta voglia di fare ma il suo tiro va e viene e spesso sembra sia un po' frettoloso nelle decisioni e nelle entrare a canestro troppo scoordinate.
Le cifre premiano più del dovuto Hassam Adams (10 punti in media col 58% dal campo) che è anche entrato nel secondo quintetto ideale, ma a volte sembra che gli manchi un po' di convinzione anche se il talento c'è e si vede, deve saperlo però esprimere.
Conclusioni: Williams non sembra pronto per giocare molti minuti in NBA, ma nel frattempo i Nets si sono parati prendendo Magloire. Hite potrebbe fare il roster, così come Davis, mentre Hunter meriterebbe almeno l'invito al training camp.
Il migliore: Marcus Williams
La sorpresa: Brandon Hunter
La delusione: Curtis Stinson
Indiana Pacers (3-2)
Indiana ha pagato solamente il fatto di aver costruito una squadra senza praticamente dei lunghi da post, vuoi perché l'unico pivot di ruolo Kyle Davis è abbastanza mediocre e fisicamente non trascendentale o vuoi perché l'unico in grado di poterlo fare era Andre Brown, ex Sonics, che ha preferito però andare a Memphis dopo il rookie\free agent camp e prima dell'inizio del torneo. Così si è ritrovato a giocare centro Antonhy Miles, un'ala forte fatta e finita che però non si è fatta trovare impreparata, soprattutto nella fase offensiva.
I restanti 4/5 del quintetto base erano senz'altro i più forti in quanto a fisicità , esperienza e talento, visto che è molto probabile che Andre Owens, Kareem Rush, Stephen Graham e Shawne Williams saranno tutti uomini da rotazione nella prossima stagione.
A Rush sono bastate due partite per far vedere di essere sprecato in una Summer League e vuoi per questo e vuoi per un problemino fisico, si è deciso di non farlo continuare. Due partite da 18 punti di media ma soprattuto uno strepitoso 80% (8 realizzazioni su 10 tentativi) nel tiro da 3, da far arrossire il nuovo coach Jim O'Brien, ammiratore dei tiratori.
Owens ha giocato tutte le partite da point guard titolare, mettendo in mostra le sue qualità : visione di gioco ma anche la grandissima capacità di creare soluzioni in attacco direttamente dal palleggio, tipico delle migliori combo guard. Fisicamente non demerita assolutamente anche in ambito NBA, vuoi anche il tanto lavoro in D-League.
Shawne Williams si è presentato come il leader di questo gruppo e rispetto a 12 mesi fa in cui non impressionò per niente in questa Summer League, ha fatto vedere qualche numero interessante anche dopo un inizio un po' stentato in cui sembrava un tantino "deconcentrato" sbagliando numerosi tiri e perdendo diversi palloni per leggerezze di ball-handling. La sua versatilità dei ruoli di ala farà comodo ai Pacers.
Infine Graham – fratello gemello di Joey Graham di Toronto - ha come il fratello un fisico possente che in questo torneo ha spesso utilizzato spesso vicino a canestro e in difesa contro i più giovani. Ha fallito nel tiro da 3 tanto caro al suo coach (solo una realizzazione su 11 tentativi) ma nel complesso non ci sono dubbi sulla sua possibilità di arrivare a fare il roster.
Molto bene Kasib Powell, la sorpresa dei Pacers, che con tanto sacrificio in entrambe le metà campo ha guadagnato minuti su minuti e in qualche occasione è stato determinante col suo tiro dalla media distanza. Ha dei limiti tecnici per la NBA ma si è messo in mostra anche per una eventuale buona chiamata in Europa.
Ci saremmo aspettati senz'altro di più da Desmon Farmer, un giocatore che ha calcato più volte i parquet NBA (2-16 dal campo, 0-7 da 3 in tutto il torneo).
Conclusioni: nessun dubbio su Owens, Rush e Graham che faranno il roster, al posto sicuramente in ordine di Greene, Marshall e Baston. Powell potrebbe sperare in un invito al training camp ma le possibilità di arrivare fino in fondo sono scarse.
Il migliore: Andre Owens
La sorpresa: Kasib Powell
La delusione: Desmon Farmer
Chicago Bulls (2-3)
Per Chicago c'era tanta attesa per vedere all'opera il nuovo rookie Joakim Noah, che però non ha messo mai piede in campo per un problema alla schiena. Il palcoscenico principale è quindi passato ai leader Tyrus Thomas e Thabo Sefolosha, entrambi grandi protagonisti, anche ai nuovi Aaron Gray e JamesOn Curry.
Thomas ha semplicemente dominato il gioco con la sua superiorità atletica, giocando tre partite e finendo con 16 punti, 9 rimbalzi e quasi 5 stoppate in media. La cosa che fan ben sperare di lui è che gli abbiamo visto mettere alcuni jumper, caratteristica che a lui mancava e se perfezionata può farlo diventare un giocatore per certi versi immarcabile.
Sefolosha non ha tirato benissimo (20% da 3 non è un bel vedere) ma continua a segnare miglioramenti nell'attaccare il canestro e facendo notare - come sempre - la sua ottima difesa, già testata lo scorso anno in NBA.
La sensazione è che con la scelta n.49 prendendo Gray si sia fatta una bella mossa. Questo lungo ha già dei bei movimenti in post basso e una discreta capacità di segnare da sotto anche se deve migliorare nella rapidità , soprattuto con avversari più mobili di lui. Il tiro dalla media va e viene, su questo dovrà lavorarci.
Curry, al momento più conosciuto per le sue faccende fuori dal campo piuttosto che su quelle dentro, si è in qualche occasione sacrificato a giocare da point guard per lasciare lo spazio in guardia a Sefolosha. Ma il suo ruolo in NBA sarebbe una incognita: poco atletico, non molto veloce e poco tiratore per essere una shooting guard e non un grande ragionatore per essere un playmaker. Si è parzialmente rifatto nell'ultima partita (sconfitta con i Nets) con 19 punti ed un 8-13 dal campo.
Una bella impressione ha lasciato Lance Williams, grande realizzatore come dimostrano i suoi 10.2 punti in appena 19 minuti.
C'era attesa per testare eventuali miglioramenti da parte del centro lituano Martynas Andriuskevicius, ma dopo i 4 punti in 7 minuti all'esordio, non ha visto più il campo.
Conclusioni: Gray non è escluso che già al primo anno possa pretendere spazio, considerando che Chicago perderà probabilmente i suoi lunghi Sweetney e Brown. Curry essendo una seconda scelta non è detto che venga firmato, mentre Williams potrebbe ambire al training camp.
Il migliore: Tyrus Thomas
La sorpresa: Lance Williams
La delusione: Thomas Gardner
Miami Heat (2-3)
Quasi anomala la Summer League degli Heat. Riflettori sul nuovo arrivo tramite il draft Daequan Cook, che ha chiuso con quasi 10 punti di media. Il talento c'è ma è leggermente inespresso, vuoi la giovane età e vuoi anche la inesperienza che nonostante l'ottima elevazione spesso lo portano a decisioni affrettate, come ad esempio quando attaccare il canestro o meno. Forse non è ancora pronto per la NBA e per Pat Riley, considerando anche le ultime annate di Simien e Wright.
Marcus Slaughter, mestiere ala grande, si è messo in luce per atletismo (addirittura ha stoppato T. Thomas) e difesa. A differenza di molti atleti però lui ha mestiere e sa andare a rimbalzo con sicurezza, in attacco ha come arma il tiretto dalla media ma in NBA non gli si chiederà altro essendoci Shaquille O'Neal.
Una buona impressione ha dato Jeremy Richardson, un giocatore perimetrale, che ha chiuso con 11 punti di media tirando molto bene complessivamente: 10-19 dal campo con un 4-8 da 3 nelle tre partite disputate.
Miglior realizzatore finisce Chris Quinn, che finisce nel secondo quintetto ideale, ma a noi non è piaciuto come playmaker, scelte affrettate, troppo tempo con il palleggio vivo e considerando anche che fisicamente non è proprio il massimo, è destinato a perdere numerosi missmach, soprattutto tra i pro. Inoltre non ha tirato proprio benissimo.
Non si nota invece dalle statistiche l'apporto di Orien Greene. Il suo grande limite è sempre stato l'attacco, non tira molto e a volte non ha buone letture, ma è un signor difensore sulle point guard avversarie, come dimostrano alcune sue giocate come vari sfondamenti subiti e palle recuperate in generale. Dovesse dipendere da noi, tra Quinn e Greene sceglieremmo senza pensarci il secondo.
John Edwards, già visto a Indiana e Atlanta, non ha cambiato di una virgola il suo gioco di pivot alla vecchia maniera. Tante sportellate sotto, quando riceve palla in post basso è un fattore, ma solo in Summer League.
Sicuramente deludente Joel Antonhy, cui alla vigilia si parlava potesse impressionare.
Conclusioni: Slaughter può insieme ad Haslem essere la spalla ideale in quanto operaia, di O'Neal. Richardson potrebbe fare il roster e come detto qualche riga sopra, se dipendesse da noi, taglieremmo Quinn per fare spazio a Greene.
Il migliore: Marcus Slaughter
La sorpresa: Orien Greene
La delusione: Joel Antonhy
Di seguito i migliori giocatori del torneo.
FIRST TEAM
G - J.J. Redick, Orlando
G - Marcus Williams, New Jersey
F - Tyrus Thomas, Chicago
F - Thabo Sefolosha, Chicago
C - Marcin Gortat, Orlando
SECOND TEAM
G - Chris Quinn, Miami / Andre Owens, Indiana
G - Hassan Adams, New Jersey
F - Jared Dudley, Charlotte
F - James Augustine, Orlando / Shawne Williams, Indiana
C - Jermareo Davidson, Charlotte / Aaron Gray, Chicago
HONORABLE MENTION
Kevin Kruger, Orlando
Josh Davis, New Jersey
Ryan Hollins, Charlotte
Aaron Gray, Chicago
Shawne Williams, Indiana
Robert Hite, New Jersey
Stephen Graham, Indiana
Andre Owens, Indiana
Brandon Hunter, New Jersey