Focus – Kevin Garnett (Part 2)

Kevin Garnett si muoverà  davvero da Minnesota?

Marc Stein (ESPN.com) individua in particolare sei possibili destinazione future per Garnett: per considerare la reale concretezza di ogni possibilità , bisogna valutare, oltre al sopraccitato valore del giocatore, anche la sua volontà  e il desiderio da parte dei T'Wolves di ricevere in cambio solo giocatori giovani con cui rifondare il loro progetto tecnico.

Da queste "Six possible destinations" individuate dal giornalista, bisogna necessariamente mettere, per lo meno, in secondo piano quelle rappresentate dai Mavs e da Boston. I Mavs, per ora, hanno messo sul piatto della bilancia Jerry Stackhouse, Greg Buckner e Devin Harris, ovvero due giocatori su tre che hanno superato la soglia dei trent'anni: lo scambio quindi su queste basi è impossibile per le condizioni stesse poste da Minnesota. Quanto ai Celtics invece, è stato il giocatore in prima persona a porre il suo dissenso ad una eventuale cessione: qui invece lo scambio, con relativi sviluppi tecnici, potrebbe essere molto più intrigante, intanto per la possibilità  dei Celtics di offrire un lungo futuribile e già  consistente come Al Jefferson; in secondo luogo, perché un terzetto formato da Pierce, il nuovo arrivato Ray Allen e Garnett, ad Est, potrebbe potenzialmente fare il vuoto.

I Lakers sono un' altra destinazione possibile individuata da Stein, che in Bryant-Garnett avrebbero una coppia di stelle assolutamente sensazionale e che esaudirebbe la voglia di entrambi di trovare un compagno all'altezza per lottare per il titolo. La "soluzione L.A", tra l' altro, anche da un punto di vista tecnico-tattico, sarebbe molto pertinente, "avrebbe decisamente senso": è questo il parere molto autorevole di Charlie Rosen (FOX Sports.com), uno dei giornalisti e scrittori sportivi più affermati in America, è autore con Phil Jackson, del pregevole libro "Più di un gioco". In questo eccellente risultato letterario, i due coautori del libro, raccontano la propria ricerca dell' essenza più intima del basket, inteso come sport di squadra, che Phil Jackson identificherà  nell' "attacco a triangolo".

Secondo il giornalista, proprio il sistema di gioco dell'attuale coach dei Lakers sarebbe la condizione tecnica perfetta per esaltare le doti di Garnett: il fuoriclasse dei T'Wolves ha tempi e letture di gioco irreali sia dal post-basso che fronte a canestro, passa e tratta la palla magnificamente per un lungo di quelle dimensioni, sa muoversi con intelligenza senza palla, e dispone di un eccellente jump dalla distanza.

In sostanza: Garnett sembra tagliato su misura per questo principio offensivo e il triangolo di Phil Jackson diventerebbe con lui un' arma pressoché letale. Il problema però consiste nell' impostazione di una eventuale trade: i Lakers hanno offerto Lamar Odom e Bynum, ma McHale ha già  rifiutato in tempo reale.

I Phoenix Suns, invece sono la destinazione principale voluta dal giocatore che frigge all' idea di poter giocare con un play come Steve Nash, di poter entrare a far parte di un' organizzazione come quella dei Suns, da anni considerata come esemplare all' interno della Lega, ed i poter ritrovare stimoli e divertimento con un allenatore come Mike D'Antoni.

Tecnicamente, il connubio "Suns-Garnett" potrebbe anche avere dei solidi presupposti: K.G. sarebbe l' ideale per dare consistenza difensiva ad una squadra che, pur essendo migliorata nella propria metà  campo e pur essendo probabilmente migliore in difesa di quanto gli si riconosca, deve ancora compiere il salto di qualità  definitivo per arrivare fino in fondo. Garnett, inoltre, con la sua intelligenza e le sue clamorose doti di passatore rappresenterebbe il giocatore confezionato apposta, forse ancora più di Amare Stoudemire, per i pick&roll con Nash e per rendere ancora più efficace la circolazione di palla in attacco: dalle sue ricezioni in lunetta, ne conseguirebbero poi o le riaperture per le triple degli esterni o gli assists per i tagli lungo la linea di fondo di Marion.

Qui però intervengono non pochi problemi che rendono questa affare ben lontano dall' essere vicino ad una conclusione:

A)questione economica: i Suns, acquisendo ora Garnett, assorbirebbero il contratto del giocatore che nel 2007-08 chiamerà  22mln di dollari, cui si dovrebbero necessariamente aggiungere altri 7mln di tassa sulla trade, per un totale di circa 29mln. I Suns sono una organizzazione molto solida sul piano finanziario, ma questo sarebbe davvero un colpo molto salato da assorbire per le casse dell' Arizona (Steve Kerr, nuovo g.m. dei Suns: "Quanto a Garnett, non importa quanti e quali giocatori siano implicati in eventuali trade; rimane comunque un'operazione difficoltosa per implicazioni finanziarie"). I Suns allora potrebbero cercare di impostare una trade a 3 squadre per alleggerire le spese: si è provato a coinvolgere Atlanta e Boston, ma l' affare è saltato poiché Atlanta non ha creduto nel pieno recupero del ginocchio di Stoudemire.

B)contropartita tecnica: Minnesota vuole giovani per ripartire da zero. I Suns hanno proposto in un primo tempo Marion più scelte future, ma McHale ha rifiutato senza pensarci troppo; a questo punto l'unico giocatore appetibile per Minny, per talento ed età , diventa Stoudemire. Quest'ultima soluzione appare alquanto remota. I T'Wolves infatti non sono interessati al lungo dei Suns; Kerr, da parte sua, ha già  espresso il rifiuto per questa possibile operazione e Stoudemire non avrebbe alcun tipo di interesse ad andarsene da Phoenix. Come sostiene infatti Charlie Rosen, "Stoudemire è un eccellente finalizzatore, ma è un creatore di gioco sotto media e a Phoenix può sfruttare gli assist di Nash; a Minnesota troverebbe molte più difficoltà , dovrebbe scontrarsi sempre contro i raddoppi, prenderebbe tiri più difficili e le sue percentuali diminuirebbero".

C)compatibilità  tecnica: per quanto l' intelligenza offensiva di Garnett possa migliorare ulteriormente l' attacco di Phoenix, sempre Charlie Rosen solleva però allo stesso tempo una obiezione molto interessante e pungente intorno alla presunta compatibilità  di K.G. con l' "attacco selvaggio" dei Suns. L' attacco dei Suns infatti è incentrato sulla velocità , sulla ricerca della soluzione rapida, possibilmente in contropiede o comunque in transizione, e sulle conclusioni degli esterni: come potrebbe Garnett sostenere i ritmi vertiginosi di Nash e di Phoenix? K.G. infatti è un giocatore che corre benissimo per il campo, è molto reattivo, può essere letale come rimorchio in contropiede, e una delle sue grandi doti consiste nel sapere alternare il gioco a difesa schierata con accelerazioni comunque occasionali: il meglio di sé comunque lo esibisce nel gioco a metà  campo, "nel prendere posizione, ricevere palla dove piace a lui, e prendere le decisioni più appropriate: (") Kevin in definitiva non potrebbe funzionare a Phoenix semplicemente perché non può sostenere i ritmi esasperati di Nash, e questo aumenterebbe le sue palle perse e i suoi problemi alle ginocchia".

E sempre il problema di adattarsi ad un attacco dai ritmi vertiginosi riguarda anche il possibile approdo di Garnett ai Golden State Warriors, ovvero la franchigia che nelle ultime ore di mercato sembra essersi mossa con più aggressività  verso il fuoriclasse dei T'Wolves, tanto che un insider degli ambienti NBA era arrivato persino a dichiarare che "i Warriors credono di avere in mano Garnett". I Warriors dopo una stagione esaltante, hanno saputo creare ampio spazio sotto il salary cap con la cessione di Richardson ai Bobcats in cambio di Brendan Wright: ciò ha permesso loro di acquisire il tanto agognato lungo futuribile e di risparmiare 10mln di dollari alla voce "contratti". Ora Mullin può muoversi con una certa aggressività  nel mercato dei free-agent e Garnett garantirebbe il salto di qualità  definitivo.

K.G infatti, in attacco, non solo fornirebbe punti e pericolosità  in post-basso, ma grazie alle sue doti di passatore, favorirebbe con i suoi precisi ribaltamenti di lato dal post-alto, gli isolamenti in uno contro uno degli esterni, soluzione quest'ultima molto utilizzata da Don Nelson; in difesa, invece, aggiungendosi alle mani velenose di Baron Davis e Stephen Jackson, rappresenterebbe quel collante anatomico per tappare le falle difensive della squadra in fatto di aiuti e rotazioni collettive. Il problema è come impostare la trade con i Wolves e come assorbire il contratto del giocatore. Mullin si è già  detto disposto ad addentrarsi nella tanto temuta "luxury tax", purché questo serva a migliorare la squadra; tuttavia il pacchetto di giocatori che i Warriors dovrebbero mettere sul piatto della bilancia (due a scelta tra Monta Ellis, Biedrins, Al Harrington, Brendan Wright) sembra troppo pesante e rischioso per il futuro e la profondità  della squadra.

Nel frattempo, la franchigia della Baia avrebbe chiesto a Garnett di ridurre il suo stipendio di 6mln di dollari, così da ridurre la contropartita tecnica da un solo giocatore, ma il rifiuto è stato istantaneo.

Con la speranza di non cadere nei soliti moralismi banali e populistici, il rifiuto del giocatore ci porta inevitabilmente ad aprire una riflessione sulla mentalità  e sulla morale del giocatore in questione e dei fuoriclasse, in generale, di oggi.

Tempo addietro fu chiesto a K.G. durante un'intervista: "Kevin, ti senti frustato per il fatto di non riuscire a vincere il titolo?"

Frustrato è chi ha 5 biscotti, 10 figli e deve decidere chi sfamare e chi far digiunare

Visto il desiderio espresso da Garnett di competere per il titolo, e visto che il giocatore riconosce che sono ben altre le situazioni economiche disagiate, possibile che sia così difficile decurtarsi un contratto, che comunque rimarrebbe faraonico, per un po' di gloria sportiva in più?

Inoltre, a nostro avviso, è piuttosto paradossale il fatto che le superstar critichino le loro dirigenze per non saper costruire squadre vincenti: sono proprio i loro contratti abnormi che spesso bloccano qualsiasi manovra di mercato e di conseguente rafforzamento.

In questi termini, la soluzione che soddisfa tutte queste condizioni tecniche ed economiche è costituita a nostro avviso dai Chicago Bulls: i Bulls infatti sono, non solo, alla disperata ricerca di un lungo produttivo in post-basso, ma potenzialmente "dispongono di quei giocatori con cui i Wolves comincerebbero anche a discutere una eventuale trade: Ben Gordon e Tyrus Thomas" (Marc Stein).

Di più: l'attacco di Chicago impostato da Scott Skiles è incentrato occasionalmente sul contropiede e sulle transizioni (soprattutto di Deng), ma principalmente su esecuzioni bilanciate e razionali a metà  campo, senza per questo essere monotono: in questo contesto Garnett potrebbe esaltare tanto le sue doti di acume cestistico contro le difese schierate, quanto evidenziare il suo atletismo nel concludere saltuariamente in velocità .

Chicago quindi con questa ipotetica trade sarebbe in grado di rafforzarsi in modo esponenziale, sacrificando una porzione del suo futuro ma senza per questo svenarsi o smantellare la squadra. E Garnett ad Est diventerebbe un'arma ancora più totale quanto illegale..

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