Al Horford darà lo spirito vincente agli Hawls?
Passato
L'accesso dei Golden State Warriors ai playoff 2007 ha regalato agli Atlanta Hawks la non ambitissima palma di squadra con il maggior numero di stagioni lontano dalla post season: otto.
La sesta di queste otto stagioni, inoltre, aveva visto gli Hawks attentare seriamente al record negativo di vittorie detenuto dai Philadelphia 76ers della stagione 72-73, concludendo la stagione con il record di 13 vinte e 69 perse, a quattro vu doppie dalla storia.
E' stato il punto più basso della storia recente degli Atlanta Hawks, una franchigia abbonata ai playoff negli anni 80 e 90, nei quali ha avuto l'unica “sfortuna” di incrociare i destini di sua maestà Michael Jordan.
Le ultime due stagioni hanno visto Mike Woodson, ex assistente di Larry Brown a Detroit, portare gli Hawks alla loro terza e quarta stagione consecutiva con almeno 50 sconfitte, altro record poco invidiabile, ma anche incrementare per due anni consecutivi il numero di vittorie in regular season: 13 nel 2005, 26 nel 2006 e 30 nel 2007.
La parte più consistente del roster, inoltre, ha chiuso l'ultimo anno con la propria miglior media realizzativa in maglia Hawks. Johnson, Smith, Childress, Pachulia e Shelden Williams, oltretutto, hanno registrato significativi miglioramenti anche in altre importanti statistiche.
Miglioramenti non sensazionali, soprattutto se visti nel contesto della division meno competitiva della Eastern Conference, ma sintomi di una tendenza positiva all'interno del team. Al termine dell'ultima stagione, però, al general manager Billy Knight è stato fornito un motivo in più per sorridere: da una trade passata con gli Indiana Pacers infatti, il team aveva ereditato una prima scelta del draft 2007.
La mancata qualificazione dei Pacers ai playoff ha fatto sì che questa prima scelta facesse quindi parte della lottery. In aggiunta, il record della franchigia, dava la possibilità agli Hawks di scegliere una seconda volta nelle prime quattordici, nel caso in cui la sorte avesse affidato loro una delle prime tre chiamate.
Se così non fosse stato, i Phoenix Suns avrebbero automaticamente acquisito il pick come parziale contropartita dell'affaire Diaw-Johnson. La dea bendata non è mai stata una assidua frequentatrice della Philips Arena, ma il 22 Maggio del 2007 ha voluto sorridere al destino degli Hawks, dando loro comunque una piccola delusione: avrebbero chiamato per terzi, dopo Portland e Seattle.
Un pick sufficientemente alto per non esser costretti a cedere la scelta ai Suns, ma non abbastanza per poter mettere le mani su uno dei due freaks rispondenti ai nomi di Greg Oden e Kevin Durant.
Presente
Il chiaro e distinto odore di pioggia che si avvertiva all'Nba Draft 2007 preannunciava tempesta. Un imprevedibile effetto domino che avrebbe cambiato ed incrociato i destini di affermate superstar e di matricole fresche di chiamata.
La scintilla che lo avrebbe innescato poteva scoccare in diversi modi, da un momento all'altro, ma poteva anche tardare irrimediabilmente, e portare ad un inaspettato nulla di fatto. A terra, in balia degli eventi, molti dei trenta team Nba. Tra di loro, gli Hawks stringevano nel pugno i pick n°3 e n°11, la prima e la nona scelta tra gli esseri umani.
Due pick che, in una classe tra le più talentuose di sempre, poteva voler dire che per i falchi era arrivato il momento della svolta. Davvero. Tempesta non è stata, ma i nuvoloni carichi di pioggia non sono neppure scivolati innocui all'orizzonte.
I movimenti non sono mancati, e nessuno di essi ha coinvolto la città che fu di the human highlight film. Da Florida University e da Texas A&M sono approdati in maglia Hawks Al Horford e Acie Law IV.
Il primo, autore di una doppia doppia decisiva in finale Ncaa, aveva visto le proprie quotazioni alzarsi gradualmente fino a diventare un punto fermo di tutti i mock draft; il secondo era il naturale rimpiazzo di quel Mike Conley Jr. troppo appetitoso per scivolare all'undicesima piazza, e portava in dote l'importante etichetta di clutch player.
Horford e Law IV sono state due scelte decisamente orientate ad occupare, nel presente e nel futuro, i ruoli di playmaker e di centro, talloni d'achille tristemente noti in casa Hawks. Due scelte che, in quanto tali, non dovrebbero essere coinvolte in future ed eventuali trades.
L'affollato reparto 3-4 sembra infatti essere il maggiore indiziato per lo sfoltimento del roster: cinque giocatori, se non sei, sono decisamente troppi per coprire un reparto che si basa sulla vena realizzativa di Johnson e sul talento esplosivo di Smith, i soli ad essere certi di un posto in squadra nella stagione 2008.
Futuro
Come detto in precedenza, le possibilità di muoversi sul mercato non mancano, esperienza e peso sotto canestro sono le caratteristiche che occorrono agli Hawks, e nella lega del terzo millennio, tali doti non si trovano facilmente.
Kevin Garnett e Amaré Stoudemire sono i nomi più altisonanti accostati ad A Town nelle ore successive al draft, ma resta difficile che uno dei due approdi effettivamente alla corte di Woodson. Va da sé che se si dovesse presentare la possibilità concreta di agganciare un big man, la lista degli incedibili si ridurrebbe a due o tre nomi al massimo, rimettendo in gioco le matricole appena scelte e qualche prima linea.
Tornando ad ipotesi più realistiche, un onesto lungo alla Mikki Moore arriverà quasi sicuramente, per dare peso sotto le plancie, per far rifiatare Pachulia e per evitare che Horford si bruci accelerando il proprio inserimento nella lega.
In più, un secondo lungo potrebbe arrivare nel caso in cui il front office decidesse di privarsi, oltre che di un'ala, anche di un play. Tra Tyronne Lue e Speedy Claxton, infatti, uno è di troppo, e c'è chi scommette che ad inizio stagione troveremo solo il secondo a fare da chioccia all'ultimo arrivato Law IV e a Salim Stoudemire.
Per quanto riguardo il mercato dei free agent, infine, lo spazio sotto il tetto salariale degli Hawks è esiguo, ma non in maniera tale da troncarne ogni possibilità sul nascere. P.J. Brown e Jamaal Magloire incarnano l'identikit del lungo che ad Atlanta farebbe comodo, e vengono periodicamente accostati a diverse franchigie.
Se gli Hawks sapranno invogliare, non è da escludere che uno dei due vesta rosso-blu nela prossima regular season. In conclusione, proiettandoci già al 2007-2008, l'obiettivo di questi nuovi, giovani Hawks, è dichiaratamente l'accesso ai playoff, magari contendendo agli Heat il titolo divisionale e covando segrete speranze di accesso alle semifinali di conference.
Il solo biglietto per la post season verrebbe comunque considerato un traguardo eccezionale, quasi storico per una delle squadre più giovani dell'intera lega. Ma quando si hanno a disposizione i punti di Joe Johnson, il tritolo di Josh Smith e l'attitudine vincente dei rookie Horford e Law IV, limite diventa un concetto poco concreto.
Sarà la torrida estate a dirci quanto, questi Hawks, vorranno andare lontano.