L'evento e l'attesa: i tifosi ormai contano i secondi.
La homepage del sito ufficiale dei Blazers recita: “Right coach, right players, right GM and now the right President.” A Portland le chiacchiere attorno alle mosse di mercato, ai workouts ed al draft si accumulano una sopra l'altra in modo frenetico e nutriranno in larga parte anche questo team report. L'unico fatto certo, invece, è proprio la nomina del nuovo Team President della franchigia: Larry Miller.
Chi è Larry Miller? Per oltre dieci anni ha rivestito ruoli di grande prestigio per la Nike , azienda che lascia da Vice Presidente e General Manager dell'area Basketball. Mercoledì ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione e Paul Allen, storico owner della franchigia, lo ha introdotto definendolo “una figura preminente nell'industria del basket, saldamente radicato a Portland, ma anche uno dei più rispettati professionisti nel mondo dello sport statunitense.“
Ora, non vorrei fare il Giovanni-Vittorio-Pasquale-detto-Micio della situazione, ma non sono passate neppure tre settimane dalla visita di Greg Oden alla sede dell'azienda che ha fatto i miliardi con le scarpe di His Airness Michael Jordan. Che dite, se Oden andrà ai Blazers e sceglierà di legarsi alla Nike anziché all'Adidas, ci sarà di che sorprendersi?
Storia di un depistaggio
Mercoledì è anche il giorno in cui Greg Oden atterra all'International Airport di Portland. Ad accoglierlo ci sono Brandon Roy e LaMarcus Aldridge, i due rookie scelti al primo giro dell'ultimo draft nonché gli uomini copertina dei nuovi Blazers.
Non Zach Randolph, top scorer della squadra. Ma sull'argomento tornerò in seguito.
Il workout di Greg Oden è stato quasi interamente privato e solo negli ultimi venti minuti, il tempo di vederlo impegnato in alcune semplici schiacchiate a canestro e in una sessione di tiri liberi, i media hanno potuto assistere all'evento. Oltre all'intero coaching staff, a Kevin Pritchard e Paul Allen, anche diversi giocatori (Z-Bo compreso, questa volta) hanno assistito al provino del centro ex Ohio State.
Davanti ai microfoni Greg dimostra straordinarie doti comunicative e degne di un vero entertainer. Divertente, disponibile, anche un po' compiacente. Non dovesse essere lui la prima scelta come reagirebbe? “Mi metterò a piangere – scherza con i giornalisti pronti a ridere ogni volta che apre bocca, poi più seriamente riprende – non lo so, dovrei provarlo per sapere. Certamente sarebbe una delusione perché mi sto abituando all'idea. Gli alberi, mi piace qui fuori… “
Oden, abbandonata Portland, si è diretto a Seattle. Tuttavia, è cosa nota, non sosterrà alcun workout per i gialloverdi.
Venerdì invece è stata la volta di Kevin Durant che a Portland, come a Seattle, si è presentato in palestra pronto a sudare. Ad assistere alle fatiche di Durant, stranamente, non era presente nessun giocatore della squadra. Nessuno.
Sanno forse qualcosa che noi non sappiamo?
GM, allenatore e owner tutti pronti a dichiararsi increduli delle doti della versatile ala da molti definita il nuovo Garnett. In particolare hanno messo alla prova la sua capacità di tirare da oltre l'arco dei tre punti, di difendere sul perimetro, di concludere un contropiede. In ogni prova Kevin pare si sia dimostrando migliore perfino delle aspettative.
Oden e Durant sono evidentemente due grandi talenti, potenziali dominatori futuri in questa lega e probabilmente in grado di avere un certo impatto da subito. Come ho avuto già modo di dire, comunque vada è una scelta vincente.
La mia personale sensazione, tuttavia, è che Kevin Pritchard stia solamente facendo il suo gioco: cercare di mischiare le carte, fare credere a tutti che in Oregon non è ancora stato deciso niente, mentre è già pronta la divisa con scritto O-D-E-N. I motivi di tutto questo mistero attorno alla prima scelta sono svariati. Non permettere ai rivali della vicina Seattle di programmare al meglio il proprio mercato, tra gli altri.
Le recentissime visite mediche hanno stabilito che Oden è perfettamente integro da un punto di vista fisico, tuttavia quando un giornalista ha chiesto quanto i precedenti infortuni di Oden potessero avere un peso sulla scelta finale, il GM dei Blazers ha risposto con un oscuro “conosco la questione e ne terremo conto.“
Da settimane Pritchard continua a lasciare dichiarazioni enigmatiche (vedi precedenti team report) e con il passare del tempo il tentativo di mascherare diventa sempre più evidente. Per questo sono convinto che i giochi siano già fatti, a meno di clamorose offerte. Inoltre il GM si sta muovendo per completare il resto del roster e nelle sue intense attività di mercato non può non tenere conto di chi, tra Oden e Durant, è in procinto di vestire la divisa dei Blazers.
In una recente intervista radiofonica Jason Quick, giornalista molto vicino ai Blazers ed a Kevin Pritchard, ha sostenuto che il vero affare è Greg Oden, perché “he has it, whatever it is.“
Amen.
Rumors assortiti
Il sito ufficiale dei Blazers ha dato la possibilità ai tifosi (e non) di esprimere la propria opinione sulla prima scelta del draft. Risultato: Oden per il 75%, Durant il restante 25%.
Chiunque salga per primo sul palco nella notte newyorchese del 28 giugno, avrà la fortuna di inserirsi in una squadra in grande ascesa, situazione piuttosto rara per una franchigia con il pick numero 1. A Portland la ricostruzione è già iniziata, ha già dato i primi buoni risultati e può contare su giovani solidi talenti.
Ma non tutti i protagonisti della scorsa stagione resteranno in Oregon. Ci sono concrete possibilità che il miglior realizzatore della squadra, Zach Randolph, faccia le valigie. Sia per ragioni tecniche – lanciare definitivamente Aldridge a fianco di Oden ed ottenere in cambio di Z-bo un'ala piccola per colmare il (presunto) vuoto nello spot #3 dello starting five – sia per ragioni caratteriali e di etica professionale.
Dopo la migliore stagione della carriera, Randolph potrebbe avere molti estimatori, specie tra le squadre della Eastern Conference che necessitano di una presenza vicino a canestro in grado di mettere la palla nel cesto e togliere pressione dagli esterni. Molto dipenderà da quanto gli altri team valuteranno Zach e quanto il suo ricco contratto possa frenare i potenziali acquirenti.
Dopo aver accantonato il nome di Rashard Lewis, sono spuntate le ipotesi Richard Jefferson, Andres Nocioni, Jason Richardson e perfino la poco attendibile idea Shawn Marion. Ancora non si sa chi rappresenti la contropartita ideale per Randolph nelle idee di Pritchard e McMillan. Nessuno di questi rumors sembra in via di soluzione.
Per quanto riguarda lo spot di ala piccola, due free-agency da risolvere.
Travis Outlaw verrà probabilmente rifirmato se accetterà una cifra non superiore ai 5 milioni di dollari annui. Ime Udoka è il classico “pezzo”, secondo la consueta definizione di Dan Peterson. Molto apprezzato dal coach, molto amato dal pubblico, è stata la sorpresa della passata stagione, Portland è casa sua e non ha nessuna intenzione di andarsene: c'è un interesse reciproco a rinnovare l'accordo.
Resta il fatto che, arrivasse un'ala piccola d'alto livello, uno dei due potrebbe essere lasciato libero. Lo stesso si può dire della posizione di point guard.
Si parla in questi giorni di un ipotetico ritorno di Steve Blake in Oregon. Il giocatore dei Nuggets piace a coach McMillan per la sua “pass-first mentality”, così come si dice che Pritchard sarebbe felice di riabbracciare il primo giocatore portato in Oregon dall'attuale GM dei Blazers. Nessun dubbio sulla fiducia riposta nello spagnolo Rodriguez, il più indicato a partire sarebbe allora l'attuale titolare del ruolo, Jarrett Jack.
Jamal Magloire è quasi sicuramente un ex Blazers, alla luce della profondità della frontline a disposizione di McMillan. Martell Webster continuerà a vestire la divisa bianco-rosso-nera, ma questa sarà la stagione della verità ! In possesso di uno dei più bei jump-shot della lega, al suo terzo anno nella lega dovrà dimostrarsi un tiratore affidabile ed in grado di essere utile in più aspetti del gioco.
Non solo Oden
La più importante pista su cui pare si stia muovendo Pritchard è la ricerca di un'ulteriore scelta al primo giro.
Per ottenerla i Blazers possono mettere sul piatto sia dei giocatori che delle scelte. Oltre al prima scelta assoluta, i Blazers infatti dispongono anche di 4 picks al secondo giro: #37, #42, #52, #53.
L'idea è quella di liberarsi di almeno un paio di queste seconde scelte, più un giocatore non essenziale, per ottenere una delle ultime lottery-picks. Presumendo che Corey Brewer non sarà più libero a quel punto, l'obiettivo numero uno sembra essere stato individuato in Jeff Green, ala che ha guidato alle Final Four Georgetown.
Sean Singletary ha impressionato il coaching staff per doti da tiratore puro ad un recente workout, ma all'ultimo istante ha deciso di non rendersi elegibile per il draft 2007. Le scelte al secondo giro sembrano allora appannaggio del prodotto locale Aaron Brooks o di Ramon Session, point guard realizzatrice.
Molto probabile che si guardi anche ai cosiddetti international players, selezionando giovani talenti europei da lasciare a maturare oltreoceano ed eventualmente richiamare negli States quando il roster sarà meno affollato.
Ancora una volta, non resta che aspettare il 28 giugno, ricordandovi che anche quest'anno potete seguire e commentare la diretta del draft con noi, nella chat di playitusa.com.
Rip City's back… Go Blazers!