Frankie Hejduk. Il difensore ameircano esulta dopo il gol d'apertura
Abbiamo voluto aspettare sino a stasera prima di postare l'articolo sulla semifinale di ieri per poter prima rivedere con calma la partita su Sportitalia, con la telecronaca del bravo Massimo Callegari ad illustrare storia e storie dei giocatori americani e canadesi, molte delle quali apprese sulle pagine di Playitusa.
Comunque, gli USA hanno battuto ieri il Canada 2-1, e domani sera al Soldier Field di Chicago (ore 21.00 diretta Sportitalia) affronteranno il Messico, uscito vittorioso solo per 1-0 dallo scontro con la sorprendente Guadeloupe, per la finale della 2007 CONCACAF Gold Cup.
Ancora una volta gli USA non hanno convinto molto, ma hanno vinto ancora una volta (ripetizione voluta), dimostrando una grande essenzialità . Certo, rischiando molto, continuando a chiudere i match nel proprio bunker mentre gli avversari attaccano, ma hanno vinto. Non è però la prima volta in questo torneo che gli americani vanno in vantaggio all'inizio, prendono il controllo del match e poi si ritrovano alla fine a difendersi strenuamente.
Ieri Frankie Hejduk e Landon Donovan (su rigore) hanno segnato nel primo tempo, chiuso per 2-0, ma gli USA invece di gestire la partita e proteggere il vantaggio, hanno concesso un (gran) gol al carneade Iain Hume, canadese nato in Scozia che gioca col Leicester, in Coca Cola Championship (la serie B inglese), e poi solo una misteriosa indicazione di fuorigioco ha impedito al Canada di pareggiare nel recupero.
Problema aggiuntivo, oltre al gioco mostrato, gli USA hanno perso due giocatori per il match di domenica. Saranno infatti squalificati Frankie Hejduk, ammonito per un scontro scorretto con Dwayne De Rosario, e Michael Bradley, espulso all'89' a causa di una brutta entrata sempre sull'attaccante dei Dynamo.
Tra i migliori dei suoi, ancora una volta Landon Donovan, pericoloso in attacco sin dai primissimi minuti. È suo al 39' l'assist che permette a Hejduk di insaccare dalla distanza il suo primo gol internazionale in sette anni, come è sempre lui a piazzare l'assist che fa involare DaMarcus Beasley a procurarsi un rigore, poi messo a segno da Donovan. Peccato però che Donovan non si sia dimostrato altrettanto bravo nel tenere la palla e gestire il gioco come lo è nel proporlo. Bravo comunque a non sbagliare mai i rigori.
Bradley ha schierato una formazione così organizzata. In porta, come anticipato, il 37enne Kasey Keller, alla sua 100esima prestazione in maglia USA, che raggiunge così il primate di Tony Meola. Capitano, il ragazzo di casa (4 stagioni ai Chicago Fire), il difensore Carlo Bocanegra (Fulham FC). La linea di difesa era invece composta da Hejduk, Oguchi Onyewu, Boca appunto, e Jonathan Bornstein. A centrocampo, Donovan anche ieri è stato piazzato da Bradley sulla fascia destra del centrocampo, con Beasley a sinistra e Michael Bradley e Pablo Mastroeni in mezzo. In avanti l'accoppiata formata da Clint Dempsey e Eddie Johnson, attuale capocannoniere della MLS con 9 gol alla pari di Juan Pablo Angel.
L'uso di Dempsey come attaccante sta dando i suoi frutti. È uno bravo di giocare bene la palla in mezzo agli avversari, e sa concludere a rete, come si è visto quando un suo gol fatto è stato bloccato da Iain Hume. Non così bene invece Johnson, che ancora una volta ha avuto occasione di mettersi in bella mostra a livello internazionale, ma che è parso andare a tentativi invece che giocare secondo schemi predefiniti, mancando oltretutto sempre la porta. In confronto la prestazione di Taylor Twellman contro Panama, seppur piena di gol mangiati, è stata stellare. A questo punto, con Brian Ching infortunato, Bradley dovrà prendere la dura decisione se dare ai suoi attaccanti un'altra chance o puntare direttamente su Dempsey avanzato.
Si conferma di buon livello l'attacco canadese, seppur sterile, che ha fatto accendere i riflettori su gente come Dwayne De Rosario, Julian De Guzman e Ali Gerba. Il Canada ha infatti giocato assai bene, e si è reso abbastanza pericolosocon continuità , prendendo anche un palo nel primo tempo. Così così la difesa, con molti errori compiuti, tra cui quello che ha rischiato di far saltare la qualificazione, anche Bocanegra e Onyewu, come molti dei loro compagni, hanno in ogni caso retto sino alla fine. All'ultimo però Onyewu ha rischiato la fine dell'agnello sacrificale, visto che è addosso a lui che ha rimbalzato la palla sulla quale si è avventato Atiba Hutchinson, fermato dal pessimo arbitro Benito Archundo (lo stesso però di Germania - Italia ai Mondiali 2006). Rimane un mistero come sia stato designato un arbitro il cui paese di provenienza sarebbe (è) potuto diventare l'altra finalista. Una designazione di paesi neutri avrebbe sicuramente evitato alcune delle polemiche di ieri. Per gli USA molto bene Pablo Mastroeni, roccia del centrocampo, un po' in calo negli ultimo 20 minuti, proprio quando gli USA avrebbero avuto necessità della sua grinta e del suo fisico. Beasley invece si è fatto vedere spesso nel secondo tempo, senza però riuscire a rendersi pericoloso. Per lui, azione del rigore a parte, solo una chance da gol, cui però ha preferito un assist.
All'ultimo minuto scoppia l'ira dei canadesi, con il gol del pareggio praticamente già fatto. Lancio, palla deviata da Onyewvu per Hutchinson, che non era in offside al momento del passaggio, tiro e palla in rete. Supplementari probabilmente, se non fosse arrivato il fischio provvidenziale di Archundia, che ha dato il via ad un assalto all'arbitro da parte della Nazionale della foglia d'acero.
Dispiace un po' per il Canada, dimostratosi Nazionale dalle buone qualità individuali, sicuramente quella però con lo stile più europeo di gioco. A questo punto, gli USA però e meglio che inizino a raccogliere le proprie idee e forze fisiche, perché domenica l'avversario sarà ben più forte e duro, l'arbitro cambierà e il pubblico di Chicago sarà composto quasi interamente da messicani. Il Messico poi, non batte gli USA da oltre sette anni, e la vittoria di marzo ha portato molti giocatori messicani a gridare vendetta. Il match parte da premesse, interessanti.