La scelta al buio

Faccione sorridente la prima grana per il nuovo coach sarà  decider cosa fare di Artest e Bibby

Dice Rick Pitino: "Quando qualche anno fa Reggie Theus mi contattò per il posto d'assistente allenatore a Louisville gli risposi che non era fatto per lavorare per me. In realtà  è molto diverso dall'immagine pubblica che condiziona il giudizio delle persone che non lo conoscono." Ritratto del nuovo allenatore dei Sacramento Kings, fatto dall'uomo che, indirettamente, ha contribuito maggiormente alla sua assunzione.

Reggie Theus è quindi il nuovo allenatore della franchigia del North California, a conclusione di due mesi di colloqui, tiramolla e colpi di scena. In fondo, se di un nuovo inizio si deve parlare, nessuno meglio del giocatore visto anche dalle parti di Masnago in una delle più disgraziate stagioni della storia della Pallacanestro Varese, può esserne il simbolo: Theus, 22 anni fa da giocatore, segnò infatti il primo canestro della squadra, appena trasferitasi a Sacramento.

"Sono felice e sorpreso - ha dichiarato il nuopvo coach alla conferenza stampa d'aanuncio - perché non pensavo che la mia vita avrebbe avuto un cambiamento così repentino: è una grande fortuna per me essere qui. So che la squadra non è andata bene l'anno scorso ma penso non abbia espresso tutto il suo potenziale. Con il lavoro e la dedizione potremo fare grandi miglioramenti."

Come si possa offrire ad un uomo che, alla soglia dei 50 anni, in curriculum ha due anni alla Mexico State University e il già  citato assistentato con Pitino, il tuo posto da capo allenatore non è semplice da spiegare. In estrema sintesi s'è trattato d'una lunga serie di "sliding doors", come sempre nella vita.

La corsa di Theus alla panchina "Reggie è un grande lavoratore - ha spiegato ancora Pitino - uno capace di arrivare in ufficio alle 6.30 del mattino e di essere ancora attaccato al video tape alla 11 di sera. La sua caratteristica principale è quella d'essere un grande insegnate di pallacanestro." I lunghi colloqui fra l'ex allenatore dei Celtics e dei Knicks e Geoff Petrie, sono stati determinanti per convincere quest'ultimo della bontà  della sua mossa.

"Ci hanno colpito la sua energia - ha spiegato il massimo dirigente per le cose cestistiche dei Kings - il suo carisma e il suo amore per la comunità " "L'allenatore dei Kings - ha spiegato Joe Maloof alla conferenza stampa di presentazione - dev'essere orgoglioso di essere parte di questa organizzazione: Reggie voleva fortemente questo posto, non posso dire altrettanto di altre persone (riferimento alla conclusione della vincenda di Stan van Gundy ndr).

Di fatto da più parti è stato fatto notare come la scelta del nuovo allenatore, sia farina del sacco di Geoff Petrie, che s'è preso quindi una bella responsabilità , con l'approvazione del "clan Maloof".

I due fratelli avevano già  notato il loro nuovo allenatore. Con gli Aggies di Mexico State, quest'anno Theus s'è qualificato per il torneo NCAA, vincendo la sua division con un record di 23-9. Proprio in occasione della partita del torneo, i Maloof che sono di Albuquerque, città  sede dell'univeristà , sono rimasti colpiti "dalla sua energia e dalla sua leadership all'interno del gruppo dei giocatori". Di certo però non si può dire che la scelta sia stata immediata: Theus se l'è giocata fino all'ultimo con Brian Shaw, convocato per un ultimo colloquio a Las Vegas.

A quell'incontro non ha partecipato Geoof Petrie, impegnato a visionare a Sacramento Spencer Hawes, probabile o appetibile scelta al prossimo draft. C'era la famiglia allargata, i fratelli, la mamma Coleen, la sorella; gli stessi che l'anno scorso di questi tempi erano rimasti entusiasti di Eric Musselman. Theus se l'è giocata con le ragioni del cuore parlando del lavoro ai Kings e del posto di capo allenatore a UNLV, università  di provenienza del giocatore, come i suoi due massimi sogni applicati al basket.

" Una volta che s'è deciso che il nostro coach sarebbe stato un giovane - ha spiegato ancora Petrie - abbiamo pensato che Theus avesse tutti i requisiti necessari." Di fatto guadagnerà  6 milioni di dollari per i prossimi 3 anni: briciole per il mercato degli allenatori della Lega. Non è escluso che la questione abbia avuto un certo peso, dato che la franchigia ancora per un po' dovrà  pagare l'errore fatto con Musselman.

Gli altri candidati Di sicuro Stan Van Gundy avrebbe guadagnato di più. L'ex capo allenatore degli Heat, al di là  dell'ultima possibilità  concessa proprio a Shaw, doveva essere il prescelto; tanto che con la moglie Kim, il delfino di Pat Riley è arrivato a Sacramento per il classico giro che si organizza con chi vorresti assumere. Il panorama aereo della zona non deve aver entusiasmato la coppia di coniugi che, non appena Billy Donovan s'è rimangiato l'impegno già  scritto con gli Orlando Magic, è rapidamente tornata verso la Florida.

I Magic peraltro sono venuti incontro alla richieste di Pat Riley con la loro seconda scelta al draft di quest'anno e, c'è chi dice, un conguaglio nell'ordine del milione di dollari.

Negli ultimi giorni s'è poi canditato anche Larry Brown, reduce da un quasi sabbatico che non lo deve aver rilassato troppo, con il suo incarico dirigenziale a Phila ancora in essere. E qui Petrie s'è preso la fetta maggiore di responsabilità , declinando la sua candidatura. I Maloof, almeno a parole, ne erano attratti. "Probabilmente non era il momento opportuno - ha commentato il general manager - e non era la persona che stavamo cercando." Larry Brown, dal canto suo, ha parlato di una telefonata di 20 minuti con Petrie, in cui avrebbe soprattutto ascoltato, immaginiamo noi, le ragioni per cui non è stato preso seriamente in considerazione. Si vede che è nel destino che i matrimoni fra i due non vadano in porto: in un'altra vita Brown reclutò per North Carolina il giocatore Petrie che preferì la be n nota Princeton University.

L'agente del guru di Brooklin ha parlato d'una richiesta d'un contratto di tre anni, un po' troppi, secondo la società , per un genio matto che un giorno è il tuo allenatore e il giorno dopo vuole andare via, e con 66 anni d'età . Anche perché, nel suo caso, quella di cifra di 6 milioni che andrà  a Theus sarebbe stata la base di partenza del primo anno dell'accordo.

Rambis, Scott Brooks, Bill Carthright hanno fatto colloqui, senza però esser presi in considerazione fino in fondo.

E ora? Le principali perplessità  su Theus arrivano dal suo stile di gioco da giocatore, più votato alla ricerca dello spettacolo fine a se stesso e all'affermazione personale che alla sostanza e alle vittorie di squadra. Chi lo conosce bene afferma che la sua ottica sia molto cambiata. Al suo arrivo a Mexico State la squadra era reduce da una stagione da 6-24; nell'anno successivo arrivò un record positivo, 16-14, della stagione appena conclusa abbiamo parlato.

In un certo senso la base di partenza a sacramento è la stessa. "Credo che la pallacanestro sia soprattutto divertimento - ha spiegato alla sua prima uscita ufficiale - e penso che l'anno scorso si siano divertiti in pochi." Più vago è stato a proposito del suo sistema offensivo, fatto di ritmo rapido e aggressività  difensiva. Quest'ultima è condizione imprescindibile se è verso che nell'ultimo campionato i bianco-viola hanno avuto la 24esima difesa della lega. "Devo tutto a Rick Pitino - ha dichiarato ancora l'ex varesino - però il mio allenatore preferito fra i tanti che ho avuto è di sicuro Jerry Sloan" E' chiaro che questi giocatori, li conosciamo bene, non potranno diventare dei mastini da un momento all'altro; nondimeno il coach dovrà  lavorare sull'approccio del gruppo, quale che sia.

Da neo assunto le due prime telefonate sono andate a Ron Artest e Mike Bibby, in attesa di sviluppi futuri le attuali stelle della squadra. "Ho spiegato a Bibby che per me il play maker è il fulcro della squadra; ad Artest ho messo davanti una sfida, quella di valutare in che direzione si sta muovendo la sua carriera, e se necessario, correggerla."

Buon senso impone che non li debba allenare assieme, perché s'è ampiamente visto quest'anno che i due non hanno niente da spartire, umanamente e sul campo da basket. E' opinione comune fra gli osservatori che questo nodo sia quello fondamentale nel futuro della squadra: non scioglierlo significa già , fin da ora, pronosticare anni difficili all'allenatore senza esperienza.

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