Lebron rimane immobile dopo la sconfitta contro San Antonio e la fine della sua stagione
Secondo posto nella regular season della Eastern, vittoria al primo turno dei play off, vittoria al secondo turno dei play off, campioni della Eastern Conference battendo i Detroit Pistons, finali NBA raggiunte per la prima volta nella storia, secondo posto contro la miglior franchigia NBA del decennio.
Una lunga annata per Clevelad, annata ricca di soddisfazioni che ha portato per la prima volta nella loro storia alle finali i Cavaliers; non è arrivata la vittoria contro gli Spurs, troppo forti e troppo esperti per la squadra dell'Ohio.
La sconfitta con San Antonio non è stata vissuta come un dramma dai Cavaliers, consci della superiorità degli avversari e già contenti di essere arrivati fin lì: dopo anni di disastri, delusioni, arene vuote, l'essere arrivati all'ultimo atto è sembrato già un traguardo importante.
La città di Cleveland ha sostenuto per tutta la stagione i Cavaliers ed il loro Re ed è stata ripagata con una stagione “sostanziosa” culminata con la vittoria nella finale delle Eastern Conference contro i Pistons.
La non serie contro una Washington decimata dagli infortuni è servita a riscaldare la squadra in vista del secondo turno dove si sono presentati i Nets di uno straordinario Jason Kidd che ha giocato tutti i suoi playoff in tripla doppia di media; vittoria per 4 a 2 dei Cavs che hanno saputo sfruttare la superiore forza della loro front line per avere la meglio.
Atto finale della Eastern Confernce: ecco i Detroiti Pistons, che nei turni precedenti sembravano non aver messo nemmeno la terza marcia, tanto poco erano stati impegnati dai Magic e dai Bulls dell'ex Wallace.
Prime due partite a Detroit e due vittorie per i Pistons, a Cleveland si inizia già a pensare alle vacanze, sembra impossibile vincere al Palace e ribaltare il fattor e campo; ed invece in Gara 3 ed in Gara 4 ecco le due vittorie dei Cavaliers che portano la serie in parità .
In Gara 5 espolde Lebron che forza la gara all'overtime, due volte, e chiude con 48 incredibili punti, 3 a 2 nella serie; si torna in Ohio, dove, si scatena Daniel Gibson, autore di 31 punti nella gara che dà il titolo di campioni della Eastern Conference ai Cavaliers, che possono appendere il primo stendardo conquistato in 37 anni di storia.
A Cleveland erano tutti convinti che Lebron prima o poi li avrebbe portati in finale: dopo soli tre anni dal suo esordio nella lega così è stato, un bel traguardo per un ragazzo di ventidue anni che avrebbe dovuto finire quest'anno il college.
Grazie al talento di King James e all'organizzazione "san-antoniana" portata a Cleveland dal GM Danny Ferry e dall'allenatore Mike Brown, Cleveland si è issata sulla vetta della Eastern Conference e la franchigia si è guadagnata il rispetto di tutta la NBA.
C'è una strana atmosfera in città : leggendo i giornali, consultando i siti web, si ha la sensazione che a Cleveland siano consci di essere finalmente sulla mappa dello sport americano, di esserci per restare, si ha la sensazione che Gilbert, Brown, Ferry e Lebron stiano lavorando tutti di comune accordo per costruire un progetto vincente.
La finale NBA ha premiato la squadra migliore, ma ha dato ai Cavaliers la sensazione di poter “esistere” a questo livello; di non poter ancora vincere, in una finale NBA, ma di essere sulla buona strada per poter compiere l'ultimo salto di qualità , sia in termini di talento, sia in termini di esperienza per poter contendere realmente il trono di campioni NBA ai San Antonio Spurs.
Una lunga corsa esaltante: le magliette, i gadgets, i cori, tutta la Cleveland, tutto l'Ohio, ha vissuto l'euforia delle finali NBA, ha scoperto dei nuovi eroi come Varejao e Gibson, consacrato LBJ sul palcoscenico più importante a soli 22 anni.
Il futuro sembra sorridere a Cleveland anche se ci vorrà ancora tanto lavoro prima di essere davvero gli Spurs della Eastern Conference.