San Antonio Spurs campioni 2007
San Antonio porta le scope in Ohio, e vincendo anche gara 4 delle Finali Nba per 83 a 82, si porta a casa il 4 anello in 9 anni, entrando nella storia della lega come Dinastia. Come già successo nelle passate partite, gli Spurs controllano il ritmo e riescono a limitare James, difendendo molto bene, mentre Cleveland non trova la via del canestro, nei momenti chiave della partita.
Commento della partita
L'inizio è tutto per Cleveland, che sente minore pressione rispetto alle altre gare, e segna con continuità , Parker, però, ha idee diverse rispetto a quelle di coach Brown, e riesce a riportare sopra i suoi, con 10 punti e 4/4 al tiro nel primo quarto, chiudendo sul 20-19 in favore dei Cavaliers.
Nel secondo i Cavs hanno tiri con spazio sul perimetro, sfruttando la marcatura anche a 4 uomini su Lebron James (impedendogli di penetrare e lasciandogli il tiro da fuori), ma i vari Gibson, Pavlovic e Marshall non rispondono alle aspettative, così che gli Spurs, grazie ad un parziale di 6 a 0, vanno al riposo lungo in vantaggio per 39 a 34.
Dopo la pausa il trend è ancora quello del quarto precedente, i Texani chiudono James, costringendolo a sbagliare e lasciando tiri liberi ai suoi comprimari, mentre in attacco, nonostante le fatiche di Duncan, sono Parker e Ginobili che fanno il bello e il cattivo tempo, tagliando in due la difesa dei Cavs, e mantenendo il vantaggio per 60 a 52.
Nell'ultimo quarto, succede una cosa già vista in casa Spurs, la concentrazione viene lasciata in panchina, permettendo agli avversari di ribaltare il risultato con un parziale di 14 a 0; ma quello che non ti uccide ti rende più forte, e così alcuni tiri sbagliati dai Cavs, fanno tornare il coraggio a San Antonio, che tornano in vantaggio, grazie all'ennesima tripla di Parker (trasformatosi anche in tiratore da tre in questa partita), ma soprattutto grazie a due giocate sull'asse argentina Ginobili-Oberto, che creano un solco irrecuperabile per i padroni di casa, consegnando vittoria e titolo ai SAN ANTONIO SPURS.
Prestazioni giocatori
SAN ANTONIO: Tony Parker: è lui l'MVP delle Finali 2007, grazie ad una media punti superiore a 25, e al 57% dal campo, il franco-belga ha potuto ricevere il premio dalle mani del Commissioner, di fronte alla sua prossima moglie, Eva Longoria, e alla sua famiglia. Una premiazione più che meritata da Parker, che anche in questa gara 4, ha tenuto a contatto la sua squadra, trascinandola alla vittoria, con 24 punti e 10/14 dal campo, attaccando di continuo il canestro, e mettendo sotto pressione la difesa dei Cavs.
Manu Ginobili: sia in gara 3 che in gara 4 ha segnato una tripla nell'ultimo quarto e i due tiri liberi della staffa, montando sul palco proprio quando la sceneggiatura glielo chiedeva. Il ragazzo da Bahia Blanca ha segnato, a scanso d'equivoci, anche 27 punti nella serata, dimostrando di contare non poco nello scacchiere tattico della sua squadra, e punendo la scelta difensiva (Damon Jones su di lui) di coach Brown nel finale.
Tim Duncan: l'originario delle Isole Vergini ad inizio partita sembra svagato, poco concentrato e fatica a trovare il canestro; quando, però, il momento è quello decisivo, Tim sfodera tutta il suo talento e tutta la sua esperienza, segnando alcuni canestri, e recuperando un paio di rimbalzi, che cambiano l'andamento della partita. I 12 punti e 15 rimbalzi, dimostrano la fatica incontrata dal 3 volte Mvp delle finali, che ha, ad ogni modo, potuto contare su dei compagni che hanno ben supportato la sua partita difficile.
CLEVELAND: Lebron James: in tutta la serie ha trovato una difficoltà immensa ad avvicinarsi al canestro, venendo costretto, dalla difesa degli Spurs, a scaricare la palla per i compagni sul perimetro, e questa scelta ha pagato i suoi dividendi a coach Popovich; quando Lebron ha voluto forzare, infatti, la difesa era pronta, e l'ha costretto a concludere la serata con 24 punti e 10 su 30 dal campo.
Supporting Cast: i compagni di James si sono fatti trovare pronti in maniera molto scostante durante tutta la serie, Gibson ha fatto anche di più di quello che gli si poteva chiedere; Pavlovic ha cominciato bene tutte le partite, per poi farsi imbrigliare nella rete degli Spurs; Gooden rimane un giocatore ondivago come nessuno, con lampi di talento e disattenzioni da campionato amatoriale; Ilgauskas è stato il più presente una volta tornati in Ohio, ma non è bastato per tenere a bada i lunghi texani; Hughes è come non si fosse presentato, influenzato dall'infortunio alla caviglia; Marshall non è mai stato pronto quando chiamato in causa; Varejao è stato il più positivo, dimostrandosi voglioso, intenso e sempre in movimento.
Dichiarazioni post partita
Duncan:
Non ci si stanca mai di vincere, è bellissimo. E' stato un gran viaggio con un gruppo meraviglioso, abbiamo fatto molta strada, e la cosa importante è imparare sia dalle vittorie che dalle sconfitte. Dopo lo 0/5 d'inizio partita ho fatto molta fatica, ma dovevo solo continuare ad aiutare la squadra.
Su Lebron:
Ammiro come si prende la squadra sulle spalle, come accetta le responsabilità e come si comporta con i compagni, è una grande.
Finley:
Mi sento benissimo, è stata una benedizione giocare con questi ragazzi, mi hanno accolto benissimo due anni fa ed adesso eccomi qua a festeggiare.
Parker:
Questa vittoria e questo premio sono un sogno, devo ringraziare tutti i miei compagni; quand'ero piccolo mi alzavo alle tre di mattina per vedere Michael Jordan, ed ora essere qui è un sogno.
Horry:
Giocherò un altro anno per il bis. Non ci si aspetta mai di vincere, perché ci sono troppe squadre forti nella Nba, ma noi siamo stati grandi e questa vittoria la dedico a Finley e a tutti i miei compagni.
La prossima stagione – San Antonio
Ad inizio stagione nessuno scommetteva un centesimo sulla vittoria del quarto "Larry O'Brien Trophy" da parte di questo gruppo, il più vecchio come età media della Nba, 30.3, ed invece i ragazzi allenati da coach Popovich, hanno risposto alla grande alle critiche piovute fino a metà febbraio, quando qualcosa nel meccanismo della macchina Spurs è cambiato.
Per l'anno si potrebbero dire le stesse cose dette durante l'estate scorsa: la squadra va svecchiata e bisogna prendere qualche giocatore più fresco e atletico; ma la realtà è, che in questi 9 anni (anno del primo anello), la dirigenza ha sbagliato pochissime mosse, sia al draft che sul mercato, perciò non sarà da attendersi chissà quali operazioni, forse solo uno o due scambi per dare maggiore profondità alla panchina.
La prossima stagione – Cleveland
Già essere arrivati alla Finale Nba è un risultato più roseo rispetto alle attese d'inizio stagione; la squadra è giovane ed ha molto tempo ancora per crescere, ma sarebbe meglio, per Danny Ferry e tutta Cleveland, costruire una squadra competitiva anche per l'anno prossimo, così da non contrariare il "prescelto".
Alcune mosse sul mercato dei free-agent e qualche trade andranno fatte, per poter creare una squadra che quest'anno ha superato le proprie possibilità , ma l'anno prossimo potrebbe trovare non poche difficoltà se dovesse restare così com'è. E quindi, Marshall e Damon Jones hanno ormai una certa età , ed hanno dimostrato di non essere più troppo pronti, ma cederli non sarà facile per via dei loro contratti pesanti; stesso discorso vale per Hughes, che ha deluso profondamente da quando è arrivato a Cleveland, ma che ha un contratto fino al 2009 a 13 milioni di dollari. C'è bisogno di un playmaker e di un lungo di buon livello, altrimenti per l'anno prossimo le possibilità di ripetersi, anche nella Eastern Conference, saranno poche.