Una curiosa espressione di Lebron James: i suoi compagni cominceranno a dargli una mano da gara 3?
"batti un colpo! In fondo le condizioni per svegliarsi un po' dopo due partite, per usare un eufemismo, non fantastiche, ci sono tutte, in primo luogo il ritorno in Ohio, dove sicuramente i Cavs si sentono molto più a loro agio che in Texas. Perché se i Cavs hanno qualcosa da buttare in questa finale, devono farlo ora, prima che sia troppo tardi.
Andare sotto 0-3 contro una squadra come San Antonio, infatti, significherebbe mettere fine alle già poche speranze di portare casa un titolo, e comporterebbe anche il serio rischio di uno sweep, non certo il modo migliore per chiudere una stagione comunque memorabile per la franchigia.
A Cleveland tutti si aspettano, per stasera, una gara diversa dalle prime due della finale, si aspettano di vedere dei Cavs che sin dall'inizio diano battaglia, come sostiene anche coach Brown: "Noi, come gruppo, dobbiamo fare qualcosa di meglio all'inizio delle partite, perché nei nostri primi minuti delle gare, anche se il tifoso medio non li vede, facciamo un sacco di errori mentali che non abbiamo mai fatto durante i playoffs. Se fai questi errori mentali e non sei aggressivo, non sei convinto in attacco. Abbiamo perso dodici palloni e loro hanno ricavato ventiquattro punti da queste dodici perse. Non è giocando questo tipo di basket che puoi battere San Antonio".
Una delle chiavi potrebbe essere quella di cercare di limitare i Big Three degli Spurs, Duncan, Ginobili e Parker, che stanno letteralmente dominando questa serie. Tutto parte come al solito da Duncan, e dai raddoppi su di lui che ovviamente generano spazio per i piccoli. E, siccome sul perimetro non ci sono Pinco e Pallino ma Ginobili e Parker, i Cavs si ritrovano senza alternative e a dover, come si dice in America, scegliere il veleno con il quale morire.
Se poi ci si mette, come fanno i sempre diabolici giornalisti americani, a paragonare i tre già citati di San Antonio il trio che teoricamente dovrebbe guidare Cleveland, composto da James, Hughes e Ilgauskas, il paragone si fa decisamente brutto. Non basta limitarsi a leggere le statistiche e vedere che il trio degli speroni ha decisamente segnato di più di quello dei Cavs (145-52), perché questa statistica,seppure importante, non rende fino in fondo l'dea.
James è migliorato dopo gara 1, ma di certo non ha particolarmente sfavillato neanche nella seconda partita, dove peraltro, come al solito ormai, ha trovato un sostegno credibile e continuo solo nel solito Gibson. Hughes stenta ancora, i problemi fisici di sicuro influiscono ed a Cleveland apprezzano il fatto che stia giocando infortunato, ma i Cavs hanno bisogno di lui, che dia un contributo in attacco e che riesca a limitare un poco Parker a livello difensivo, perché Cleveland non si può permettere di giocare in quattro quando lui è in campo (fino ad ora ha dato solo due assist e tirato con il 10% dal campo). Neppure Ilgauskas sta giocando bene, contro un settore lunghi come quello degli Spurs che è uno dei più e meglio forniti della Lega.
Comunque a Cleveland sono convinti che l'aria di casa farà bene alla squadra, che deve ritrovare certezze e punti di riferimento dopo due partite dove è stata anche sotto di diciotto (gara 1) e ventinove punti (gara2). Gli Spurs sono sembrati una macchina perfetta, contro la quale i Cavs avevano ben poche risposte, ma la situazione potrebbe cambiare, anche perché San Antonio non è nuova a cali di tensione, dei quali i Cavs devono essere pronti ad approfittare.
Certo il formato, con le tre gare consecutive in casa in mezzo alla serie, non aiuta la squadra che non ha il vantaggio del fattore campo, come dimostra il fatto che, dal 1985 ad oggi, i soli i Pistons del 2004 e gli Heat dell'anno scorso sono riusciti a vincerle tutte e tre.
Per ora ci si limita a chiamare a raccolta il popolo dei tifosi dei Cavs per una serata che sarà comunque storica, come dice Lebron: "Credo che sarà una grande esperienza per tutti i tifosi di Cleveland, sarà elettrizzante per il nordest dell'Ohio ed in generale per tutto lo stato. Se non siete qui, mi aspetto che cerchiate di venire qui". Intanto, la Quicken Loans Arena sarà esaurita, visto che sono andati a ruba tutti i 20.562 biglietti disponibili.
Certo che, visto l'andamento della Finale fino ad ora, i Cavs non hanno dato molte speranze ai sogni di gloria dei loro tifosi, riuscendo a fare ben poco per impensierire gli avversari. E se è vero che, andati pesantemente sotto in entrambe le gare, i Cavs hanno sempre ridotto lo svantaggio, arrivando in pratica a contatto, è altrettanto vero che non sono mai riusciti a redensi veramente pericolosi e resta da vedere quanto questi parziali favorevoli siano dovuti alla forza dei Cavs o ai classici blackout degli Suprs.
Stasera vedremo se il fattore Cleveland avrà un effetto sulla squadra e se i ragazzi di coach Brown daranno un convincente segno di vita o no.