Un Vincent(e) per i Bobcats

Sam Vincent: coach giovane per una squadra giovane…

Il Passato

L'avvento di Michael Jordan all'interno della dirigenza, la scelta di uno dei migliori prospetti dell'ultimo draft, l'esplosione definitiva di Gerald Wallace, l'addio di coach Bickerstaff arrivato prima della fine della RS, una parte finale di stagione con più alti che bassi e poi il solito quarto posto nella Southeast Division.

Stagione tribolata e esaltante allo stesso per i Bobcats, che grazie a un bilancio finale di 33-49 hanno battuto il record di vittorie in una singola stagione per le franchigie al terzo anno di età .

Tribolata perché in una division non irresistibile (diciamo cosi va!) Charlotte non è riuscita a qualificarsi per i play off, nonostante il record più che positivo nel periodo dicembre-gennaio, è stata martoriata dagli infortuni (May, Okafor, Knight "), la stagione di Morrison è stata al di sotto delle aspettative.

Esaltante perché i Bobcats hanno fatto vedere un basket bello, veloce con un attacco che(seppur a fasi alterne) girava a mille, la continua crescita dei suoi giovani di punta e per il fatto di aver migliorato per il 3° anno di fila il proprio bottino di vittorie.

Senza dubbio una delle cose più positive di quest'annata è stato l'asse play-centro, Felton-Okafor. Il primo ha conquistato definitivamente il quintetto e al suo secondo anno nella lega ha disputato un signor campionato chiudendo a quota 14 punti e 7 assist. Okafor, nonostante abbia saltato 15 partite a causa di continui problemi, si è confermato uno dei bigman difensivi più tosti della lega. Gli 11 rimbalzi e le 2 stoppate e mezzo(a cui ha aggiunto 14 punti) dimostrando il suo dominio dentro l'area.

Tra gli altri da segnalare Morrison, che forse è stato caricato di troppa pressione all'inizio e che a un certo punto della stagione era sparito quasi totalmente dai giochi di Charlotte, e May che ha avuto una stagione infernale a causa del polpaccio sinistro. Ha disputato solo 35 partite, ma per quello che ha fatto vedere si intuiscono notevoli miglioramenti.

La sorpresa è stata Herrmann, rookie argentino di 27 anni che a inizio stagione era sconosciuto ai più e che invece a fine anno è stato in grado di meritarsi il quintetto e chiudere con ottime medie al tiro e a rimbalzo.

Un discorso a parte merita l'MVP della squadra. Gerald Wallace, che dopo una buonissima stagione 05/06, non solo si è confermato su quei livelli, ma addirittura è migliorato sia a livello di statistiche sia a livello di gioco complessivo.

E' stato lui a caricarsi sulle spalle l'intero attacco dei Bobcats in contumacia Okafor e May, è stato lui che ogni sera marcava l'ala avversaria con più talento, è stato lui anche a fare da chioccia ai tanti giovani della squadra. Ora però c'è il rischio che il prossimo anno i tifosi di Charlotte lo vedano come avversario della loro squadra.

Infatti Gerald è free agent e può firmare con qualsiasi team. Avrà  solo l'imbarazzo della scelta. Charlotte avrebbe anche la possibilità  di rifirmarlo, vista la disponibilità  sotto il cap, ma la dirigenza probabilmente non vuole impegnarsi con contratti troppo lunghi ed onerosi. Se dovesse andar via quindi vedremo se il buon Geraldo può confermarsi a questi livelli anche in club che puntano in alto.

Ma dal prossimo anno le cose saranno diverse. Innanzitutto non ci sarà  più Bickerstaff alla guida dei suoi ragazzi, e poi la squadra non può più nascondersi dietro la scusa del team giovane e dei giocatori poco esperti. Una mancata qualificazione ai Play Off del prossimo anno potrebbe essere vista come un mezzo fallimento.

Il Presente

15 Marzo, Bernie Bickerstaff, d'accordo con MJ e il presidente Johnson, annuncia di volersi dimettere da capo allenatore dei Bobcats. La scelta è motivata dal fatto che si vuole dare una scossa all'ambiente, avere un uomo nuovo alla guida della squadra per fargli fare quel salto di qualità  che i tifosi si aspettano.

Dalla fine della stagione a qualche settimana fa, c'è stata una valanga di nomi accostati alla panchina delle linci. Da Sam Mitchell a Mario Elie, passando da Iavaroni a Stan van Gundy, proseguendo con Adelman con Silas e Mike Fratello.
Quindi il 25 Maggio, un po' a sorpresa come nuovo head coach è stato nominato Sam Vincent.

“Siamo estremamente soddisfatti di accogliere nella nostra organizzazione Sam, come nostro nuovo allenatore”. Queste la prime parole del proprietario Bob Johnson. “È uno dei giovani coach più preparati e riteniamo che sia l'elemento perfetto per la nostra squadra”.

Che Sam Vincent (ex giocatore di Boston, Chicago, Orlando e Seattle) abbia un'adeguata preparazione a livello di allenatore non c'è dubbio. Ha iniziato ad allenare nel '96 i Cape Town Kings in Sud Africa, dove era un po' il factotum della squadra.

Dopo tre anni è stato selezionato come allenatore della nazionale sudafricana, sia della squadra maschile che di quella femminile. Dopo di che è stato allenatore sia nella A-2 greca che nella prima divisione olandese.

Nel 2005 ha guidato la nazionale nigeriana al bronzo nel torneo FIBA Africa, mentre nel 2006 sempre alla guida della Nigeria ha battuto nella prima giornata dei Campionati Mondiali niente meno che la Serbia campione in carica per 82-75.

Poi il ritorno in patria. In D-League con Fort Worth Flyers due anni fa.
National Basketball Association Development League, che lo aveva già  visto protagonista alla guida dei Mobile Revelers con il titolo conquistato nel 2003.
Poi nel campionato appena concluso è stato uno degli assistenti di coach Avery Johnson sulla panchina dei vice campioni NBA di Dallas.

Un curriculum niente male per un coach giovane che a suo dire ha imparato molto dagli allenatori che ha avuto in NBA. “Sono stato fortunato a giocare per grandi allenatori e con alcuni giocatori leggendari durante la mia carriera “ le parole di Sam. “K.C. Jones e Phil Jackson, hanno giocato un ruolo molto importante nella mia formazione come coach, e poi anche giocare con gente del calibro di Larry Bird, Michael Jordan o Magic Johnson mi ha dato qualcosa di utile e positivo. Questa occasione per me rappresenta un traguardo importantissimo, ho la possibilità  di guidare una squadra, un'organizzazione incredibile, con tifosi caldi e giocatori giovani e di indubbio talento. Grazie alla mia esperienza penso di poter continuare lo sviluppo del progetto Bobcats, iniziato da Bernie tre anni fa”.

Progetto che vedrà  lo stesso Bickerstaff vestire i panni di Vice presidente operativo del settore Basket, il braccio destro di MJ insomma.

Il Futuro

Archiviata la stagione, scelto il nuovo coach per completare i Bobcats del futuro non rimane che aspettare il draft e le mosse della società  in sede di mercato.

Con il record ottenuto(0.402 %) Charlotte poteva aspirare a una scelta intorno all'ottava posizione, e nella lottery che ha premiato i Trail Blazers e i Sonics a discapito di Memphis e Boston ha pescato proprio la pallina n°8. Si tratta della scelta più bassa nella storia della franchigia del North Carolina, ma tutto sommato non ci si può lamentare. In un draft cosi profondo e ricco di talento come non si vedeva da qualche anno, anche il pick n° 8 può regalare delle sorprese.

La dirigenza non si è espressa su possibili nomi buoni per il 28 giugno, e questa “incertezza”(o chiamiamola tranquillità ) è dovuta al fatto che Charlotte bene o male è coperta in tutti ruoli. Hanno buoni giocatori giovani in ogni posizione, e forse il problema della squadra è proprio questo: sono troppo giovani! Quindi si potrebbe anche ipotizzare uno scambio della scelta per arrivare a un veterano, ma anche in questo caso non si è fatto nessun nome concreto.

Ma ipotizziamo che Charlotte decida di tenere la scelta. A questo punto chi potrebbe essere il giocatore giusto?

Vista la scontata fila di pretendenti che ci sarà  a casa Wallace, nel roster dei Bobcats si potrebbe aprire una falla nello spot di ala piccola.
Lacuna che potrebbe essere colmata con:

Jeff Green (Georgetown) –

Ala piccola dal fisco massiccio ( 6'9 per 235) con grandi doti di rimbalzista e grande visione di gioco anche nel traffico in mezzo all'area e di cui potrebbero usufruire tiratori come Morrison e Carroll. E' capace di giocare in entrambi i ruoli e per questo potrebbe anche giocare al fianco di Gerald Wallace.

Julian Wright (Kansas) –

Il giocatore che per caratteristiche fisiche e tipo di gioco si assomiglia maggiormente all'attuale n° 3 di Charlotte. Poco tiro da fuori ma in compenso grande atletismo ed energia che utilizza anche nella fase difensiva . Se Wallace dovesse andar via e Julian fosse disponibile alla 8, difficilmente i Bobcats se lo lasceranno scappare.

Joakim Noah (Florida) –

Charlotte potrebbe però decidere di continuare nella sua strategia di scegliere giocatori campioni NCAA(Okafor, May e Felton), ovvero giocatori subito pronti e in gradi di dare una mano sostanziosa alla causa. Noah è un tipo di giocatore che in campo mette tutto quello che ha. Che sia prendere un rimbalzo, dare una stoppata, una schiacciata in tap in, subire uno sfondamento, si preoccupa solo di vincere le partite senza pensare troppo alle sue cifre e record. Una buona mentalità  in una squadra cosi giovane.

Probabilmente il draft di Charlotte girerà  intorno a questi tre uomini con tutte le varianti del caso(e senò che draft sarebbe?). Ma il MSG è ancora lontano e nel frattempo verranno fatte tutte le valutazioni possibili sia nei camp per-draft sia nei work out privati.

Basta aspettare e vedere, il 29 tutto sarà  rivelato!

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