Nowitzki fra MVP e futuro

Grande la stagione di Nowitzki, peccato per l'epilogo imprevedibile…

Miglior giocatore della Nba.
Per Dirk è arrivato il tempo della consacrazione, anche se nel momento peggiore della stagione.
I ragazzacci di Golden State hanno cacciato Dallas dalla corsa al titolo, in quello che molti consideravano l'anno giusto per i Mavs. E nella serie contro Baron Davis e compagni, lui non ha certo brillato.

Ma il titolo di Mvp della stagione si riferisce unicamente alla regular season, e qui non ci sono dubbi: il Nowitzki visto tra fine ottobre e aprile è un gran giocatore, qualità , numeri e valore tecnico non si discutono.

Ma l'Mvp non sarebbe tale se non fosse accompagnato dalla sua inevitabile coda di polemiche: in tanti anni, eccezion fatta forse per i primi, in rare occasioni il premio è stato largamente condiviso.
Giù le mani" lo so, tutti avrebbero qualcosa da dire: secondo molti è meritato, per altri non lo è per niente, qualcuno pensa che sia un grande ma non abbastanza per il premio, qualcun altro ancora forse pensa che sia sopravvalutato, visti anche i risultati nei play-off.

E allora, secondo me, occorre dividere il discorso in due parti, e le conclusioni proveremo a tirarle alla fine.

Il migliore di tutti

Qui, in queste poche righe, proviamo a considerare Nowitzki solo come il miglior giocatore della Lega, senza pensare né azzardare paragoni con altri.
Non c'è dubbio che il tedesco di Wurzburg abbia disputato una splendida regular season, portando Dallas a quota 67 vittorie.

Dirk ha chiuso la stagione regolare con 24.6 punti di media a partita (decimo nella Nba), con 8.9 rimbalzi e 3.4 assist, 50,2% al tiro e 41,3% dalla lunga distanza, con percentuali quasi letali ai liberi: cifre di tutto rispetto, per carità , anche se punti e rimbalzi restano inferiori alle ultime due stagioni.

Per mesi si è parlato della possibilità  che i texani raggiungessero quota 70 vittorie, anche se quello certo non era il primo obiettivo stagionale: alla fine hanno chiuso con 67W - 15L, comunque il miglior record della storia della franchigia.

Il dato, permettetemi, è fondamentale, visto che spesso il premio di Mvp è stato assegnato alla stella della squadra con il miglior record in regular season.

In tutto questo il nostro Mvp ha inciso, e non poco: spesso è stato decisivo (un esempio su tutti, il 115-113 del 12 gennaio a Indianapolis contro i Pacers, ma ce ne sono diversi altri) non tanto per la quantità  di punti segnati, ma proprio per la sostanza del suo gioco. Freddo, e soprattutto presente nei momenti decisivi, quando la squadra aveva bisogno del suo leader, insomma il trascinatore che avrebbe dovuto condurre Dallas all'agognato titolo.

Queste sono le caratteristiche distintive del giocatore che si è meritato il premio (e che paradossalmente sono svanite nel nulla proprio quando si trattava di mettere le mani sull'anello, ma di questo parleremo poi): come ho già  avuto occasione di ricordare in più occasioni, il suo fade-away è basket puro al 100%, bello da vedere e dannatamente complicato da fermare.

Da anni a Dallas, il nostro Dirk ha saputo farsi apprezzare anche per particolari caratteristiche del suo carattere, gradite soprattutto in certi ambienti del basket: serietà , costanza e grande impegno negli allenamenti (spesso è il primo ad arrivare sul campo e l'ultimo ad andarsene), meticolosità  anche nella preparazione pre-partita. Insomma, uno che in genere è abituato a dare il massimo in campo, ma anche fuori, e il premio, in questo senso, non è arrivato a caso.

Tutto questo senza dimenticare che Dirk Nowitzki è il primo giocatore europeo a vincere questo riconoscimento.

Dirk e gli altri

Chi frequenta Play.it vive di pane e basket, quindi non penso ci sia uno solo di noi cultori di questo meraviglioso sport che non sia andato a leggersi la classifica finale del premio.

Rinfresco la memoria:
Dirk Nowitzki, Dallas   punti 1138
Steve Nash, Phoenix  1013
Kobe Bryant, L.A. Lakers  521
Tim Duncan, San Antonio 286
LeBron James, Cleveland 183
Tracy McGrady, Houston 110
Chris Bosh, Toronto 43
Gilbert Arenas, Washington 31
Kevin Garnett, Minnesota 7
Carlos Boozer, Utah  7
Chauncey Billups, Detroit  4
Dwyane Wade, Miami  3
Shaquille O'Neal, Miami  3
Amaré Stoudemire, Phoenix  2
Carmelo Anthony, Denver  1
Baron Davis, Golden State  1
Tony Parker, San Antonio  1

Qui si potrebbero fare milioni di commenti, precisazioni, puntualizzazioni, già  me le immagino, perché forse sono le stesse che sono passate per la testa anche a me.

Guardando la classifica a questo punto della stagione, e dopo quanto sta accadendo ai play-off, sinceramente questa graduatoria fa un po' sorridere.

Su Steve Nash si è detto e scritto di tutto: se gioca come sa, può concorrere al premio di Mvp ogni stagione. Diverso il discorso su Kobe Bryant, e qui comincio ad avere qualche perplessità : non è una questione di tifo, né tantomeno del solito e ritrito tema del dopo Jordan.

Qui siamo di fronte ad un giocatore che, pur con il suo carattere particolare in campo che qualcuno non apprezza, tra questa stagione e quella passata ha sfondato un record dopo l'altro, senza ottenere nulla, se non l'inserimento nel primo quintetto Nba. Ci può anche stare il terzo posto, comunque opinabile (per quel che ha fatto, considerando puramente il gioco del singolo, per me il premio se lo giocava con Dirk), ma il distacco dai primi due onestamente mi sembra esagerato. D'accordo, i Lakers si quest'anno non lo hanno aiutato, però"

E di Duncan, che dire? Forse adesso sarebbe lui l'Mvp: spesso ci si dimentica del caraibico, per poi accorgersi della sua classe, della sua straordinaria concretezza e della sua importanza nei momenti cruciali della stagione, quando si arriva al tempo delle Finals.

Quantomeno assurdo, secondo me e sempre in rapporto alla stagione di Dirk, il 14° posto di Stoudemire (2 voti?!?) così come il 17° (leggasi diciassettesimo") di Tony Parker.

Insomma, si potrebbe discutere per pagine e pagine, con opinioni ovviamente diverse, anche se due concetti, almeno, mi sembrano innegabili: l'importanza dell'andamento della squadra, e soprattutto l'impossibilità  di ottenere un giudizio unanime.

Se si allargasse la votazione ad altre mille persone, probabilmente la classifica ne uscirebbe cambiata, anche perché mi sembra che qualcuno manchi (Detroit è arrivata lì solo grazie a Billups? Hamilton e Prince passano così in secondo piano?)

Per concludere…

Pochissimi, forse nessuno avrebbe avuto nulla da ridire se la stella di Dallas avesse vinto l'anno scorso, e voi adesso non sareste qui a leggere queste righe.

Ora Dirk paga la brutta prestazione nella serie contro i Warriors, e di conseguenza una cocente eliminazione per la franchigia texana. Negli States ha fatto da capro espiatorio, prendendosi critiche anche per colpe certamente non sue. Nowitzki non ha giocato bene nei play-off, ma la squadra ha fatto altrettanto, arrivandoci non nelle migliori condizioni: l'esatto contrario dei ragazzi di Don Nelson.

Ma come ha giustamente dichiarato coach Avery Johnson, ci sono due premi, uno per la stagione regolare, l'altro per le finali, e il primo, secondo Johnson, il tedesco lo ha meritato senza alcun dubbio.

E' difficile, arrivati in fondo, dare un giudizio: qui siamo nell'Olimpo del basket, e molti meriterebbero spesso un premio per quel che fanno vedere sul campo.

Tuttavia" Nash ne ha già  avuti due, Kobe lo vincerà  quando i Lakers torneranno grandi.
In questo caso, sto con il coach dei Maverikcs, e appoggio Dirk: un po' perché molti europei stanno facendo bene nella Lega, e Lui su tutti, un po' perché il Nowitzki della stagione è stato veramente strepitoso.

Il futuro?
Qualche giorno dopo la sorprendente eliminazione subita da Golden State, lo stesso Dirk Nowitzki ha espresso tutta la sua amarezza: dopo la finale dello scorso anno, per questa stagione in molti erano pronti a scommettere su Dallas campione Nba.

Il boccone non è stato certamente facile da digerire, ma a chi gli chiedeva notizie circa il suo futuro, il tedesco ha risposto che "nessuno sa cosa potrà  accadere" e che lui vorrebbe rimanere a Dallas, precisando che non sarà  necessario rivoluzionare il roster, ma perfezionarlo, quello sì.

E ci mancherebbe altro" Lui vuole lottare per il titolo, il proprietario della franchigia anche: l'impressione è che, con un paio di innesti in grado di garantire qualità  e punti pesanti dalla panchina, ad ottobre la Nba dovrà  fare i conti con dei Mavs affamati di successi.
Guidati da un fuoriclasse di nome Dirk.

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