Finalmente Cleveland

Ilgauskas si sta battendo bene contro i temuti lunghi di Detroit

E' cominciata la rimonta e i Cavs? Probabilmente sì, ma per averne la certezza assoluta dobbiamo aspettare la partita di stanotte, quando Cleveland si giocherà  la chance di pareggiare la serie e, probabilmente, di mettere un po' di dubbi nella testa dei Pistons.

La vittoria in gara 3 per i Cavs è probabilmente dovuta al fatto che la squadra di coach Brown ha risolto, almeno per un match, i problemi che l'affliggevano nel quarto periodo, quando il loro attacco scendeva pericolosamente di giri e si riduceva ad un "diamo la palla a Lebron e speriamo che ne tiri fuori qualcosa si buono".

In gara 3 i Cavs hanno finalmente trovato efficacia offensiva (che a volte significa "solo" mettere i tiri importanti), riuscendo a chiudere anche nei momenti decisivi. E' chiaro che i dodici punti nell'ultimo periodo di James, autore di una prova mostruosa, hanno aiutato l'attacco dei Cavs, ma quello che più è contato è stato il contributo del supportino cast e la capacità  della squadra di eseguire, come dice anche Lebron: "E' tutta questione di esecuzione. Eravamo già  stati in grado di fare delle giocate difensive nel quarto periodo. Quello che non riuscivamo a fare è eseguire in attacco, perdevamo palloni, non trovavamo buoni spazi. In questa gara abbiamo risolto questi problemi".

La storia del momento a Cleveland è di sicuro quella di Daniel Gibson, Boogie per tutti, cresciuto con Billups come esempio e che ora si ritrova davanti a lui a giocare una finale di Conference, con la fiducia del suo allenatore, che vede in lui potenziale e voglia di migliorare:"Più gioca, più sembra che si abitui a stare in campo e migliori il suo rendimento, nonostante non abbia fatto quattro anni di college. Anche nei playoffs, ogni volta che l'abbiamo buttato dentro, ha risposto bene".

In gara 3, a dire la verità , ha risposto alla grande, facendo giocate decisive nel quarto periodo sia in attacco che in difesa, che hanno di sicuro aiutato i Cavs a portare a casa la doppiavu. Gibson ha giocato senza nessun timore reverenziale, con una faccia tosta insolita per un rookie che non aveva giocato tantissimo nella stagione regolare. Ora deve continuare così, soprattutto in una gara 4 dove probabilmente dovrà  sostituire in quintetto Larry Hughes, sua prima apparizione nei primi cinque dal trenta di gennaio, contro Golden State.

Se i Cavs ringraziano Gibson per le prove al di là  delle aspettative, i Pistons non possono essere soddisfatti del rendimento di Chauncey Billups, che sta giocando sotto le sue possibilità , segnando poco e perdendo una marea di palloni (5.7 di media, per l'esattezza) rispetto alla sua media stagionale (2).

Ma nessuno vuole mettere pressione su Chauncey, tutti si dimostrano assolutamente fiduciosi del fatto che il loro playmaker ricomincerà  presto a giocare al suo livello, come dice anche Rasheed Wallace, che non vuole, giustamente, fare drammi: "Succede, è parte del gioco. Chauncey non può giocare bene ogni volta, noi non possiamo giocare perfettamente ogni volta. Non puoi permettere che queste cose ti influenzino".

Restano però le cifre, che fanno impressione: oltre all'aumento delle palle perse c'è anche la difficoltà  a segnare, inusuale per lui (13 punti a gara, con poco più di sei tiri), e un rapporto assist-palle perse deficitario (14-17).

Di certo a Detroit non possono esser soddisfatti delle prove né del loro playmaker, né di Hamilton, che sta rendendo anche lui sotto la media, dopo aver iniziato bene la serie, segnando ventiquattro punti in gara uno, si è perso per strada, realizzandone solo venti con 7/22 dal campo nelle successive due gare. Billups analizza così la situazione: "Se hai due All Star che non giocano al loro livello, come ci sta succedendo a noi, allora sei destinato a faticare"; la speranza a Detroit è che presto o tardi si riscuotano dal torpore e giochino come sanno.

Rimane dunque ancora irrisolta la questione dei raddoppi e delle trap messe in atto dai Cavs, che stanno confondendo una delle migliori coppie d'esterni della NBA, che non riesce più a trovare i suoi spazi.

Probabilmente, per quanto riguarda Billups, il segreto sta nel tenere meno la palla, palleggiare meno ed attaccare di più, cercando di sbilanciare la difesa avversaria quando questa si concentra su di lui ma, ovviamente, deve lasciare spazi ai suoi compagni. La parola chiave potrebbe quindi essere la velocità , la velocità  nel muovere la palla per rendere più faticoso il raddoppio (fatto direttamente sul pick and roll) ma anche la velocità  nel fare uscire la palla dal raddoppio, nonostante quest'ultimo passaggio non sia facile a causa dell'altezza dei giocatori dei Cavs che vanno in raddoppio contro i piccoli dei Pistons, limitandone la visibilità .

Come se Billups ed Hamilton non fossero già  una preoccupazione sufficiente, c'è anche da pensare all'infortunio, seppur lieve, di Prince, che si è storto una caviglia nel primo periodo di gara 3; l'infortunio non gli ha impedito di proseguire la gara e, secondo quanto lui stesso ha comunicato ai giornalisti, non dovrebbe impedirgli, almeno di imprevisti, di scendere in campo stasera.

Sembra invece più grave l'infortunio subito da Hughes, che è dato in serio dubbio per gara 4 dopo essersi fatto male all'inizio dell'ultima partita, dopo essere ridisceso da un layup. L'infortunio gli ha permesso di giocare solo ventidue minuti in gara 3, senza toccare il parquet nel quarto periodo; le possibilità  di vederlo in campo stanotte sono poche, come dice lui stesso: "Non lo so, i dottori mi hanno detto che oggi mi avrebbe fatto male e infatti mi fa male, non posso quasi metterci peso sopra. Cercherò di dare comunque qualcosa domani [stasera], ma non sarà  facile".

Stanotte vedremo se i Cavs riusciranno a proseguire nella loro rimonta o dovranno tornare a Detroit cercando di allungare la serie.

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