Wallace dominante in Gara 1 come solo lui sa essere…
La prima partita è andata in archivio, i Pistons hanno portato a casa la prima vittoria, difendendo il fattore campo contro una squadra, Cleveland,che ha giocato una buona gara ed ha anche avuto il tiro del possibile pareggio, e dunque del supplementare, o della vittoria, sulla sirena .
Ed è proprio questa la giocata sulla quale si è concentrata maggiormente l'attenzione degli osservatori, per la discussa decisione di Lebron James di affidare l'ultimo tiro a Donneyl Marshall, libero nell'angolo, pronto per ricevere il passaggio del numero ventitre. Con questo tipo di discussioni si rischia sempre di arrivare ad un punto senza fine e, in un certo senso, a mio modesto avviso, risultano essere inutili. Lebron non sarebbe stato criticato, in ogni caso, se avesse sbagliato il tiro decisivo? E non sarebbero stati esalatati, lui e il suo altruismo, se Marshall avesse segnato?
Non c'è una risposta giusta, dunque, anche se è interessate leggere le dichiarazioni di Barkley, come sempre senza peli sulla lingua: "Lebron deve diventare più egoista. E' bello che sia un giocatore totale ma non è una point forward. Ha passato due volte la palla a Ilgauskas, una volta a Hughes e una a Marshall: se sono il miglior giocatore in campo, devo prendermi un tiro. Questa non è una critica, è un fatto.".
A consolazione di James sono arrivate non solo le parole del suo allenatore, ma anche quelle degli avversari, tra i quali Billups: "Credo che sia stata una grande giocata, una difesa orribile da parte nostra. Non è stata una grande partita, alla fine hai uno dei tuoi migliori tiratori da tre libero oltre l'arco; aveva messo sei o sette triple nella gara precedente. Quindi credo che sia stata una grande giocata" e coach Saunders: "Se sei un purista del gioco, non puoi negare che abbia fatto la scelta giusta. Non credo che si possa giudicare la scelta in sé in base al fatto che il tiro entri o no, devi pensare se hanno ottenuto il tiro migliore in quella situazione. E loro l'hanno ottenuto, semplicemente non è entrato".
In fondo questa è la situazione nella quale Lebron si è ormai abituato a giocare fin da prima del suo ingresso nella Lega. Il fatto di essere continuamente sotto i riflettori, scrutinato dentro e fuori dal campo con la gente che vuole sapere tutto, non solo come gioca ma anche i nomi dei figli, quante stanze ha la sua nuova casa, se si sposa con al compagna, ecc"
Oltre alla querelle sulla decisione finale di Lebron, gara 1 delle finali della Eastern Conference ha fornito altri spunti interessanti.
Uno sul quale sicuramente vale la pena soffermarsi è l'idea, sicuramente vincente, di coach Brown di raddoppiare e chiudere Billups, mettendolo in difficoltà e non facendolo pensare con calma. L'idea funzionato, Chauncey non ha di sicuro giocato la miglior partita della sua carriera, ha perso una sacco di palloni (sette) e più in generale si è innervosito, come ha detto anche Hamilton a fine gara: "Penso che fosse, semplicemente, un po' troppo ansioso, siamo alle finali di conference e tutti hanno una grandissima voglia di vincere. Flip ce lo dice spesso, che a volte siamo troppo aggressivi e dobbiamo rallentare un po' il ritmo".
La strategia dei Cavaliers di bloccare con delle trap Billups ha funzionato anche perché, come ha detto Saunders, probabilmente Chauncey ha fatto, in tutte le occasioni, un palleggio di troppo; il tutto però non è stato abbastanza per vincere la partita, ed ora che il trucco è stato svelato, Cleveland deve aspettarsi degli accorgimenti da parte degli avversari.
Billups analizza così le sue difficoltà : "Non avevo mai dei buoni angoli e le mie decisioni non sono state abbastanza rapide. Loro sono lunghi, hanno un sacco di gente alta, e di sicuro la strategia ha funzionato".
Per Cleveland sarà fondamentale, in primo luogo, tornare ad essere una squadra aggressiva, come non sono riusciti ad essere nei primi quarantotto minuti di questa serie.
Uno dei motivi, se non il motivo per questa scarsa tendenza dei Cavs ad entrare ed attaccare il canestro ha un nome ed un cognome: Rasheed Wallace. Il lungo di Philadelphia è stato una presenza dominante in area, sette stoppate e dodici rimbalzi conquistati, per non parlare di tutti i tiri deviati e dei dubbi insinuati nella testa dei giocatori di Cleveland ogni volta che si accingevano ad entrare in area, tutte cose, queste, che non vanno nelle statistiche ma che sono molto importanti.
Se in casa Cavaliers la speranza è ritrovare una squadra molto più aggressiva ed efficace di quanto non lo sia stata in gara 1, neanche i Pistons si ritengono soddisfatti. Nell'allenamento del giorno dopo tutti si sono dichiarati consapevoli del fatto che l'unica buona notizia della partita di lunedì notte è stata la vittoria.
Ma, nonostante la doppiavù, a Detroit sono tutti consapevoli di non aver giocato bene e di dover alzare il proprio livello se si vuole vincere la serie. Per prima cosa sarà importante partire bene, come sostiene Hamilton: "Dobbiamo giocare meglio, non possiamo entrare tardi nella gara, dobbiamo partire sin dall'inizio con aggressività , perché di sicuro loro non ci concederanno nulla"
E per pensare meglio al da farsi e alle contromosse in vista del secondo match della serie, possono sicuramente essere utili i quasi tre giorni di pausa concessi alle due squadre.
I Cavaliers ne hanno approfittato anche per tornarsene a casa, viste anche le distanze modeste tra le due città , lunedì sera subito dopo la partita, per sfruttare al meglio un risposo che, per i giocatori di Cleveland, non arrivava da una vita, come spiega il loro coach ai giornalisti: "Per noi è fantastico, facciamo un piccolo viaggio ed abbiamo un giorno libero a casa. I ragazzi non si sono fermati non so neanche più da quanto tempo, avevano decisamente bisogno di un break per riposare il corpo e soprattutto rigenerare la mente".
Non ci resta che vedere, domani notte, quale delle due squadre è riuscita a sfruttare meglio il riposo, senza allo stesso tempo perdere il ritmo di gara.