PJ Brown ha illuso i Bulls nella prima metà di partita, Wallace li ha riportati alla realtà …
I Bulls non riescono nella storica impresa di recuperare 3 gare ai Pistons, ma escono tra gli applausi del proprio pubblico.
Per metà gara hanno accarezzato la prospettiva di portare la serie a gara 7, grazie all'andatura trotterellante dei Pistons e a un Duncanesco PJ Brown (20 punti per lui nei primi due quarti), che ha mascherato i limiti strutturali dell'attacco dei Bulls.
Tirando col 41% contro il 47% dal campo difficilmente ci si trova sopra a metà partita, tranne nel caso in cui si vada molto spesso dalla linea della carità (ben 17 liberi tentati), ma nella seconda metà PJ Brown è tornato a fare il PJ Brown e Detroit è passata dal trotto al galoppo e per i ragazzi di Skiles c'è stato poco da fare.
Sarà un'estate in cui dovranno essere prese importanti decisioni in sede di mercato per Paxon: questa serie ha evidenziato come per i Bulls sia indispensabile un uomo capace di dare una dimensione interna, che non può essere nè Tyrus Thomas nè PJ Brown nè Nocioni schierato da 4 tattico. Serve un giocatore in grado di fare la differenza nell'area pitturata in attacco, veloce, rapido, capace di colpire sia dalla media che dal post. Identikit perfetto di Gasol, ma per arrivare al catalano è condizione necessaria privarsi di almeno uno tra Deng e Gordon e svariata altra merce sopra.
I Pistons invece accedono alla quarta finale di Conference consecutiva trovando le energie nel momento più difficile della serie.
Come al solito quando il gioco si è iniziato a fare duro, Rasheed Wallace ha iniziato a giocare segnando nei momenti chiave canestri importanti, mentre ancora una volta Prince lancia segnali di dominazione completa su entrambi i lati del campo.
La partita inizia in maniera equilibrata, con i Pistons che provano ad andare avanti ma i Bulls caparbiamente non mollano.
Nel secondo quarto dopo una stoppata probabilmente buona di Tyrus Thomas da dietro i Pistons si trovano avanti di 7, sul 35-28, ma una serie di tiri liberi riportano i Bulls a contatto, e Deng avrebbe pure il libero del pareggio, ma lo fallisce. Detroit sembra aver perso un attimo la bussola, e ci deve pensare Billups a prendere un fallo dopo uno steal per scuotere i suoi. La sensazione è che i Pistons non vogliano forzare troppo, e PJ Brown ci sguazza: 20 punti frutto non solo del solito tirino dalla media sullo scarico di Hinric sul pick & roll, ma anche di inusitati movimenti in post.
E nonostante Chicago stia tirando da tre con 1-8, grazie all'exploit dell'ex Hornets, alla difesa che sporca passaggi e percentuali altrui e alla scarsa vena di Billups (1-7 al tiro e 4 punti) i Bulls vanno al riposo lungo in vantaggio sul 48-43.
Ma nel terzo quarto la musica cambia, e le prime due azioni sono esemplificative di come proseguirà la partita: Rasheed Wallace apre il quarto con una tripla e PJ Brown con un errore.
Senza capire bene perchè. Chicago si trova a inseguire sul 55-49, subendo in apertura di quarto un tremendo 12-1. Ben Gordon prova a dare ossigeno ai suoi segnando dalla lunga, ma ancora Rasheed annulla l'effetto energizzante rispondendo con le stesse armi.
Hinrich perde un pallone assassino, e Sheed stoppa PJ Brown. Azione simbolo di tutta la seconda metà partita, che fa capire che ora Detroit ha perso la voglia di scherzare.
Hamilton particolarmente on fire spinge i suoi avanti di 8, ma pian pianino i Bulls si rifanno sotto, non mollano, e Nocioni fallisce la tripla del pareggio, sul 72-69.
Si entra nell'ultimo quarto con un pezzo di alta scuola di Wallace-Prince che si esibiscono in una dimostrazione di alto-basso, poi il 36 in maglia Pistons fa di tutto per prendere un tecnico protestando vigorosamente per due falli in attacco dubbi fischiati a suo sfavore. Sforzi che vengono premiati sull'81-72, per proteste più vigorose dell'ordinario per una rimessa laterale. Il giro e gancio di Prince inizia a diventare un'arma letale, i Bulls non segnano più (solo 4 punti nell'ultimo quarto fino a quel punto) e a 2 minuti dalla fine difende fin dalla rimessa, sull'85-75.
Nocioni segna da 3, Billups risponde ai liberi, poi Deng porta il punteggio sul +7 Pistons, e la pressione sulla rimessa genera un'incredibile palla recuperata per violazione dei 5 secondi che potrebbe cambiare la storia.
Ma i Bulls non ne sanno approfittare, perdono a loro volta un sanguinoso pallone, riescon a riportarsi massimo a -6 a 35 secondi dalla fine, ma non trovano l'ultimo guizzo per pareggiare i conti.
Finisce 95-85 per i Pistons, che andranno a sfidare King James e sudditi, mentre Chicago esce dai Playoff a testa alta, e accumulando ancora esperienza.
In fondo, anche la leggenda dei Bulls di Michael Jordan nacque dopo un paio di serie perse contro i Pistons…