Saunders, che succede a questi Pistons?
Chicago sbanca il Palace of Auburn Hills, e riporta la serie in Illinois.
Se a inizio serie sembrava scontato che si arrivasse per lo meno a gara 6, molto meno scontato è questo ritorno nella Windy City per la dimostrazione di impotenza data dai Bulls nelle due partite a Detroit.
Serviva una prestazione perfetta per passare alla Motown, Chicago è andata a tratti anche oltre, ritrovando i migliori Gordon, Hinrich e Deng. È un po' il segreto di Pulcinella di questi Bulls: se il backcourt gioca possono battere chiunque.
Se i 3 dell'Ave Maria combinano per 65 (mattatore Gordon con 28 ma 5/6 da 3) e se la shooting chart recita 57% (ma nella prima metà attentava al 70% e per lunghi tratti del terzo è rimasta su quei livelli) tutto ovviamente diventa più facile.
Ma se i tre cecchini designati sono gli uomini copertina, una menzione d'onore la meritano senza dubbio i protagonisti silenziosi come PJ Brown e Tyrus Thomas: il primo si sta dimostrando prezioso dall'altezza della lunetta sugli scarichi del pick & roll giocato con Hinrich, schema che ha fruttato un po' di punti tra gara 4 e 5 (è un tiro che i Pistons concedono tranquillamente), il secondo si è dimostrato decisivo in molti frangenti su entrambi i lati del campo, 5 palle rubate e tante giocate di puro agonismo e un ruolo importante nel parziale del terzo quarto che ha spezzato la partita in due.
Più che la prova in attacco, ha impressionato la sicurezza della gestione della palla e soprattutto la difesa che è diventata un bunker in certi momenti.
I Pistons sembrano essersi un attimino imborghesiti dopo i fuochi di artificio di gara 1 e 2, e Saunders sembra aver perso il polso della situazione. Chiaramente non è dopo una partita in cui all'avversario entra di tutto il momento in cui mettere in piedi processi, ma ad ogni modo che non fossero i Pistons di che ci si attendeva è palese.
Ci si attendeva dei Pistons determinati a chiudere in casa la serie, sapendo che una vittoria avrebbe fatto passare l'inerzia dalla parte dei Tori, con la prospettiva di giocare gara 6 in trasferta ed una eventuale gara 7 al Palace ma con l'inerzia a netto sfavore, con i Bulls gasati per la rimonta.
Una partita del genere con Larry Brown non sarebbe mai stata persa, Saunders è un ottimo allenatore da regular season ma in sede di playoff ha più volte dimostrato di non sapersi adattare alle situazioni.
I Pistons tutti sono apparsi sottotono, Rip Hamilton si è incaponito a cercare improbabili penetrazioni contro la difesa sempre attenta dei Bulls, che ha reso difficile ogni ricezione. Qualche lampo di classe da Rasheed Wallace, mentre Webber ha lanciato qualche segnale di timido risveglio. Va precisato che Billups si è trovato nel terzo quarto con 4 falli sul groppone, e ciò ha influito non poco.
Dopo la partenza sparata dei Bulls, che si portano subito avanti 14-6, i Pistons riescono a ricucire lo strappo, e a restare aggrappati alla partita. Ma nel secondo un paio di minuti di onnipotenza di Thomas che prima piazza una schiacciata tonante, poi dice no a Hamilton e lancia Duhon in contropiede obbligano coach Saunders al Time Out per ragionare su un momento delicato, sul 39-28 Bulls.
Con Hinrich in panca per problemi di falli i bulls inaspettatamente prendono il volo con Gordon che martella la difesa disattenta dei Pistons e Thomas che in trance agonistica. Ma nonostante stiano tirando con il 70% e abbiano smazzato 17 assist, i, Bulls conducono solo di 8 all'intervallo.
Il terzo quarto si apre con PJ Brown che accoglie e vince le sfide proposte dalla difesa Pistons, e un paio di giocate in post di Webber da vecchi tempi, ma è la quiete prima della tempesta. Una monumentale difesa di Hinrich su Billups provoca il quarto fallo del play di Detroit. I Pistons perdono la bussola, i Bulls approfittano del momento di sbandamento per piazzare il colpo di grazia: un 22-7 che issa Chicago oltre il muro del +20, e stavolta non regala sorprese strane.
Finisce 108-92, e gara 6 ora assume contorni che invitano a non perdersela per nulla al mondo.
Se i Pistons la portassero a casa, a Chicago resterebbe l'amaro in bocca per l'occasione sciupata in gara 3.
Se vincono i Bulls, si va sulle ali dell'entusiasmo a Detroit per una gara 7 che prometterà scintille e per entrare nella storia.