Gli Spurs tornano in vantaggio

Tim Duncan gioca una partita fantastica. Stoudemire è fermato dai falli. Risultato 2-1 Spurs

I San Antonio Spurs si sono aggiudicati per 108 a 101 gara3 della semifinale della Western Conference e tornano a guidare la serie che li vede affrontare i Phoenix Suns. È stato un match duro, fisico, fatto di contatti e difese molto dure, con gli attacchi molto sofferenti, incapaci il più delle volte di trovare facili conclusioni al tiro. Eppure gli Spurs hanno approfittato di tutte le occasioni concesse e sono riusciti ad infilare, sul finire del terzo periodo, il break decisivo (10-0 di parziale) che gli uomini di Mike D'Antoni non sono riusciti più a colmare.

In casa texana straordinaria è stata la prestazione di Tim Duncan. Il caraibico ha tirato fuori dal cilindro l'ennesimo coniglio, l'ennesima magia strabiliante, l'ennesima partita cinque stelle extra lusso, fatta di grandi gesti, ma anche di piccole gemme luccicanti: rimbalzi, punti, falli causati, difesa impenetrabile, classe sopraffina nel far muovere e far circolare, con la giusta velocità , la palla in zona offensiva. Insomma un vero leader, in grado di condurre i suoi alla vittoria e di dominare il pitturato come nessuno altro. Sublime il modo in cui Duncan, con tutta la pressione del mondo addosso, è riuscito, con una continuità  impressionante, a infilare canestri impossibili sfruttando al meglio l'amico tabellone. Un vero piacere per gli occhi.

Alla fine sono stati 33 i punti realizzati da Duncan, con 12/19 dal campo e un discreto 9/14 dalla linea della carità . Di notevole impatto i 19 rimbalzi che sottolineano, ancora una volta, come Timoteo sia il giocatore più dominante della lega sotto i tabelloni. Certo ad agevolare il compito del centro nero-argento ci si è messo anche il "piccolo" problema di falli che ha perseguitato Amare Stoudemire (due dopo sette minuti nel primo quarto, tre cinque minuti prima della fine del secondo periodo, cinque all'inizio del 4/4) che dunque gli ha impedito di ingranare le marce più alte e permettere ai suoi di lottare sino alla fine.

Ad aiutare Timoteo nell'impresa un grandissimo lavoro di squadra: 10 punti e 9 rimbalzi per Bowen (decisive le due triple sul finire del terzo periodo), 16 punti e 5 assist per un Tony Parker, molto più aggressivo e convinto rispetto a gara2, il quale ha però risentito notevolmente nel secondo tempo la fatica e lo sforzo prodotti nei primi 24 minuti.

A completare il quadro la prova impressionante, per qualità  e quantità  di Manu Ginobili, vero "hombre del partido" insieme a Duncan. Per l'argentino 24 punti (8/19 dal campo e 7/7 ai liberi) e 4 rimbalzi, ma soprattutto 12 punti nel terzo periodo che hanno consentito agli Spurs di capitalizzare al meglio l'enorme lavoro difensivo.

Molti segnali negativi, invece per Mike D'Antoni e la sua squadra. I Suns, infatti, dopo un buon avvio e un discreto secondo quarto, hanno cominciato ad innervosirsi proprio nei due minuti finali del primo tempo, consentendo agli Spurs non solo di completare una piccola rimonta, ma anche di passare avanti e tornare negli spogliatoi con il vantaggio nel punteggio. Davvero un pessimo affare che poi nel terzo quarto è diventato semplicemente disastroso: 10-0 di parziale, Steve Nash sfortunato e sprecone con uno 0/9 anomalo dal campo e partita che è sembrata ormai archiviata.

Eppure, nel quarto periodo, per ben due volte, i Suns hanno provato a rientrare (in due occasioni sul -6), ma gli Spurs sono riusciti in entrambi i casi ad uccidere il match: prima con Horry il quale, fronte a canestro, ha trovato l'ennesima tripla della sua carriera, poi con Michael Finley, per tutta la sera in lite con il canestro (2/10 dal campo, per nove punti totali), ma capace di trovare la tripla vincente, in uscita dal timeout (della serie, dimmi come esci dal timeout e ti dirò chi sei) che ha ricacciato indietro sul -9 i Suns con poco meno di due minuti sul cronometro. Praticamente il colpo della staffa.

Ma al di là  degli episodi, a condizionare negativamente i Suns sono stati i fischi arbitrali: troppo favorevoli con Ginobili e soci, troppo contrari per i "soli" dell'Arizona. Almeno questa è stata l'interpretazione che tutta la squadra e lo staff tecnico ha avuto nel corso del match e che alla fine, da un punto di vista psicologico, ha portato i Suns alla sconfitta.

Il tecnico fischiato a D'Antoni nel quarto periodo, con la gara ancora in bilico, è la prova più lampante di quanto stiamo affermando. Che bisogno c'era di quella protesta? Semplice frustrazione. Certo gli arbitri, il più delle volte, hanno difeso più Duncan che Stoudemire e di sicuro, in qualche occasione, i fischi sono stati molto discutibili.

Che dire però della ditata di Shawn Marion a Ginobili? Se l'avesse fatta Bruce Bowen cosa si sarebbe detto? Difficile è giudicare volontario ciò che potrebbe non essere tale e questo assioma vale per tutti i giocatori in campo, Bowen compreso, autore nel primo tempo di un brutto colpo sul ginocchio di Nash, forse più frutto del caso che della volontà  del giocatore. L'importante è non partire prevenuti.

Unica nota positiva per D'Antoni il fatto che, nonostante tutto sia andato storto, nonostante Nash non abbia giocato la sua partita migliore (ma sempre 16 punti, 11 assist e 8 assist, mica noccioline), gli Spurs sono rimasti sempre alla portata e il match non è mai stato considerato perso prima del tempo. Inoltre, Shawn Marion ha offerto l'ennesima straordinaria prestazione, non solo in attacco (26 punti), ma anche in difesa.

Di notevoli proporzioni anche i numeri di Stoudemire: 21 punti (7/11 dal campo e altrettanto ai liberi) in 20 minuti, segno che con un Amare per più tempo sul parquet i Suns sono un'altra squadra, soprattutto in difesa. Buon primo tempo anche per Boris Diaw il quale, finalmente, è tornato in doppia cifra dopo molti mesi di astinenza: 10 punti e un decente lavoro difensivo. Sottotono, invece, Leandro Barbosa, incapace questa volta di dar ritmo e vigore alla manovra dei Suns.

Ora San Antonio è 2-1 nella serie. Lunedì notte si gioca ancora in Texas. Imperativo per Nash e soci è pareggiare la serie perché se si torna in Arizona con l'1-3 difficilmente ci sarà  una gara7. Gli Spurs non sono i Lakers.

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