Ottawa festeggia il goal vincente di Joe Corvo in gara2 dopo 2OT. Senators avanti 2-0 nella serie.
Ottawa finalmente fa sul serio. Dopo tanti anni di regular season strepitose e play-off deludenti che si concludevano al primo turno, i Senators impongono a tutti le proprie leggi e si ritrovano, dopo un campionato discreto, a giocarsi gara3 della finale della Eastern Conference in vantaggio di 2 partite a 0.
Un 2-0 che fa ben sperare i canadesi e un 2-0 che umilia gli avversari di Buffalo oltre ogni modo. Li umilia perchè entrambe le vittorie sono arrivate all'HSBC Arena, sul ghiaccio di casa, li umilia perchè in gara1 è finita con un 5-2 che non ammette scuse, li umilia perchè gara2 era iniziata con un parziale di 2-0 per i Sabres (e quest'anno su 66 partite in cui il parziale era di 2-0 avevano vinto tutte e 66 le volte).
Partiamo da gara1. Che non fosse la giornata di Buffalo lo si scopre già nel primo periodo. In situazione di superiorità numerica, i Sabres perdono due volte il disco all'altezza della blue line e permettono ai Senators di involarsi verso la porta difesa da Miller. La prima volta si salvano, ma alla seconda Mike Fisher non perdona e segna in shorthanded il goal dell'1-0.
Vantaggio che verrà poi suggellato da un tiro potentissimo di Alfredsson, dalla parte alta del cerchio di sinistra, che si insacca alle spalle di Miller: 2-0.
Buffalo torna in partita con Afinogenov (bella azione di squadra che disorienta la difesa canadese e mette sul bastone del russo un disco facile facile da spingere in rete) e Lydman (che scarta i bastoni di metà difesa prima di infilare Emery). Il pareggio 2-2 riscalda nuovamente i tifosi di Buffalo, che per l'occasione (HSBC Arena esaurita) si sono radunati in migliaia davanti ai maxi schermi.
Festa che dura molto poco. Nel terzo tempo è un monologo di Ottawa, con Saprykin (goal vincente), Spezza (sesto goal in questi play-off) e McAmmond (in empty-net) che fissano il risultato sul 5-2. Risultato meritato: Buffalo non era quella squadra che si era vista in queste ultime uscite e solo delle grandi parate di Miller hanno frenato un passivo che sarebbe stato molto più pesante.
In gara2 ci si attendeva la reazione dei padroni di casa, e così è stato, almeno parzialmente. I Sabres scendono sul ghiaccio convinti di essere superiori, pronti a dare una lezione agli acerrimi rivali di Ottawa. Vanek e Hecht segnano due goal in 6 minuti per un doppio vantaggio che fa ben sperare.
Ma Ottawa non si trova in finale per caso, e la sua prima linea delle meraviglie (Alfreddson, Heatley, Spezza) confeziona una rete su misura che accorcia le distanze prima della prima sirena. Nel secondo tempo Fisher ristabilisce l'equilibrio e Redden in power play mette a segno il goal del 3-2 a soli 16 secondi dalla seconda sirena.
Ma chi di secondo ferisce, di secondo perisce. Saranno 6 i secondi che separano il goal del pareggio dei Sabres (Briere) dalla fine della partita. Una beffa per i giocatori di coach Bryan Murray ma che non li demoralizza più di tanto.
Ci vorranno 2 tempi supplementari per dare la vittoria ai canadesi, grazie ad un goal del difensore Joe Corvo. Un goal che si ricorderà per tutta la vita, il goal più importante della sua carriera, un goal che permette ad Ottawa di andare a giocare gara3 e gara4 tra le mura amiche e con un vantaggio di 2-0.
Non è poco. Non è neanche tanto, ma con delle linee difensive in forma come queste, che sono riuscite a mettere le briglie al pericoloso attacco americano, ci sarà poco da fare.