I Pistons volano, proprio come Rip Hamilton!
“Prendiamola come una sconfitta da cui trarre insegnamento”. Dal commento di Skiles si capisce molto di come sia andata la partita.
Detroit si è sbarazzata di Chicago con impressionante facilità , dando l'impressione sin dalla palla a due che avevano voglia di fare sul serio.
La partita i Pistons l'hanno vinta nel backcourt: quello di Chicago è stato paralizzato dai problemi di falli di Gordon, in campo solo 26 minuti prendendo solo 9 tiri per 7 punti totali; quello dei Pistons viceversa ha accoppiato Billups e Hamilton (entrambi ventellisti) in serata sì, e per i Bulls è stata notte fonda.
Che i Bulls non potessero continuare a tirare con le percentuali della serie contro Miami era cosa nota, ma che cedessero così di schianto no. Così come era cosa nota il limite strutturale dei Bulls: se gli esterni incappano in una giornata storta, non ha gli uomini per poter vincere una partita dentro. Specie poi contro la frontline dei Pistons, che con le marce sostanzialmente basse non ha avuto problemi a controllare i lunghi di Chicago e a rendersi pericolosa in attacco.
Va detto che siamo ancora a gara 1 e che una Chicago così brutta e distratta è troppo brutta e distratta per essere vera. Deng ha provato a tenere in piedi la baracca, ma con molta meno efficacia rispetto che contro Miami, Prince è un cliente scomodissimo in difesa.
Quella che doveva essere l'arma in più di Chicago, la panchina, si è rivelata tutto tranne questo. La shooting chart di coloro che dovevano dare energie fresche e punti rapidi recita un disastroso 3/30, tra cui spiccano l'1/8 di Nocioni, che ha sorprendentemente deluso.
In genere in partite come queste il Chapu si esalta, non è stato questo il caso.
Per Detroit invece solo note positive: il backcourt come detto è stato l'atout vincente, e in generale sembra di vedere una cattiveria agonistica pari a quella del 2004, anno del titolo. Evidentemente i Pistons ci tengono, e di brutto, a lavare l'eliminazione dello scorso anno.
Una determinazione feroce, contro la quale i Bulls hanno potuto davvero poco.
Della partita c'è ben poco da raccontare. I Pistons sono subito scappati avanti nel primo quarto, senza mai farsi riprendere, anche se si sono scrollati di dosso i Bulls in maniera definitiva solo nell'ultimo, quando Chicago è stata tenuta a soli 12 punti realizzati e il vantaggio ha toccato anche i 28 punti.
Chi riassume la partita è l'ex Ben Wallace, al suo ritorno al Palace: “Non sono assolutamente sorpreso dalla loro energia, sono usciti dallo spogliatoio, ci hanno subito attaccato e non siamo riusciti a recuperare”.
Ma ci pensa Billups a fare da pompiere di facili entusiasmi: “Era solo gara 1, non abbiamo ancora fatto nulla. Sono certo che non sarà così facile nellem prossime”.
Al campo la sentenza.