Esame di maturità  per i Bulls

Il matchup tra i due Wallace potrebbe essere il fulcro dela serie…

Rieccoli di nuovo di fronte nei Playoff.
Il destino rimette in scena dopo 16 anni un nuovo capitolo di una delle rivalità  più accese della costa Atlantica, quella tra Chicago e Detroit.

Sono indimenticabili i 4 scontri consecutivi tra le due franchigie, di cui 3 valevoli per il titolo di Conference, giocatisi a cavallo degli anni 90 (precisamente tra le stagioni 87-88 e 90-91), nei quali si sono succeduti mal di testa veri o presunti di Pippen e rimarcati con stizza e ironia salace da MJ e abbandoni del campo per non rendere omaggio ai vincitori (vero Isiah Thomas?).

Scontri che hanno segnato le nascite delle dinastie dei Bad Boys e dei Bulls di Jordan, Pippen e Jackson.

Nel 2007 sembra di rivivere i fasti dei tempi andati, questa è praticamente la vera finale di conference, il nome di chi si andrà  a giocare il titolo uscirà  probabilmente da questa semifinale, dato che sia Cleveland nè New Jersey sembrano ampiamente alla portata di entrambe le franchigie.
Sfida che giunge così presto per via dello sciagurato finale di stagione dei Bulls, precipitati al quinto posto quando la seconda piazza sembrava cosa acquisita.

Una serie impronosticabile, in cui si scontrano l'esperienza dei Pistons contro la freschezza dei Bulls

Una serie per i puristi del gioco, per chi si fa incantare da un aiuto in difesa e dall'intensità  messa in campo piuttosto che da una schiacciata di Kobe Bryant.

Una serie che renderà  ancora più belli ed emozionanti questi Playoff, che ci hanno già  regalato l'illustre quanto inaspettata eliminazione di Dallas e una gara 7 tra Utah e Houston.

Una serie che vede Ben Wallace tornare al Palace di Auburn Hills da avversario in una partita di Playoff. E se i rapporti con i suoi ex-compagni di squadra son rimasti ottimi, come si è visto in occasione del suo ritorno quest'anno in Michigan, e come ricorda Wallace “Prima e dopo la partita si scherza e si ride, ma in campo non ci sono amici”.

Una serie che ci dirà  se i Bulls sono veramente da titolo, obiettivo dichiarato da inizio stagione, e se i Pistons sono giunti o meno alla fine di uno splendido ciclo.

Una serie che come è evidente è densa di temi e motivazioni per entrambe le squadre.

Entrambe vi arrivano in forma smagliante, reduci da due sweep ai danni delle malcapitate Orlando e Miami.
Ma se quello di Detroit era ampiamente previsto, quello dei Bulls non lo era affatto. Era nell'aria l'upset, ma non portando a casa le scope.

I Bulls hanno mostrato preoccupanti (per le altre franchigie, si intende) segnali di maturità : con Miami hanno giocato da Detroit, imponendo il proprio ritmo, attendendo e colpendo inesorabilmente sorretti da una grande difesa, e guidati da Luol Deng che ha fatto da grimaldello della serie (58% al tiro per 25 punti di media) non hanno lasciato prigionieri.

Nessun problema per i Pistons invece contro Orlando, trattavasi di una serie già  decisa in partenza per l'elevato gap tecnico. Ma stavolta quelli della Motown dovranno sudare molto ma molto di più, e soprattutto non potranno deconcentrarsi come avvenuto con Orlando, i Bulls non perdonano.

Molto dell'esito della sfida dipenderà  dai matchup Billups-Hinrich e Prince-Deng. In particolare il duello tra play riveste un'importanza capitale: se Billups dovesse sfondare contro l'Harry Potter dei Bulls per Chicago la vita si farebbe davvero dura. Billups a differenza di Wade non attacca mai da fermo sul primo passo, fa sfiancare molto di più il proprio difensore rispetto a Flash, il fattore fiato non è da trascurare.

Interessante invece lo scontro tra Prince e Deng: l'inglese si è già  dimostrato arma letale e decisiva contro gli Heat, e insieme a Gordon è il terminale offensivo designato da Skiles. Sta a Prince imbavagliare uno dei giocatori più completi che girano in questa lega, missione non impossibile per il Principe di Compton che potrà  farsi valere anche dall'altra parte del campo.

Presumibilmente Detroit cercherà  di sfruttare il miss match a favore che vedrà  opposte le frontline: in attacco Webber-Rasheed Wallace sembrano difficilmente arginabili da PJ Brown e Ben Wallace, che portano tanta legna e tanto testosterone, così come tanta difesa, ma contro la coppia di lunghi dei Pistons potrebbe non bastare, visto l'arsenale infinito di soluzioni in faretra dei due e la differenza di talento. Probabile giochi molti minuti da 4 Nocioni, ma neanche questa soluzione si è mai rivelata la vincente, così come potrebbe avere spazio Tyrus Thomas. Se uno dei 4 deputati a giocare da ala forte azzeccasse la serie per Chicago si aprirebbero scenari molto interessanti, ma se Sheed gioca come sa, Detroit potrebbe guardare con molta meno apprensione alla serie.

Ciò che può fregare i Bulls è di non avere un vero lungo forte nel gioco in post per sfruttare la non difesa di Webber. Chicago dovrà  cercare di vincerla sugli esterni, non avendo alternative, e se Gordon e Deng confermassero la stessa verve mostrata contro gli Heat c'è la seria possibilità  che in Illinois si festeggi.

I Bulls hanno dalla loro anche la panchina molto più lunga: Nocioni e Tyrus Thomas possono entrare in qualsiasi momento per dare cattiveria ed energia, Duhon può dare regia e fiato a Hinrich e Gordon. I Pistons invece hanno solo un vero sesto uomo, Totò McDyess, e ogni tanto scampoli da Delfino e Murray.

La tavola per una grande serie sembra apparecchiata, non sedersi per gustarsela suonerebbe come segno di estrema maleducazione.

Personale pronostico: Detroit in 7 ma questi Bulls possono fare male, molto male.

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