Match point ai Rockets

L'esultanza di TMac, ancora a caccia della prima vittoria in una serie di Playoffs

Eccolo qua, il match point servito sulla racchetta dei Rockets, da giocarsi in gara 6. I Jazz di certo non tornano a casa con delle indicazioni positive, visto che nella vittoria di direi sera al Toyota Center (96-92), i Rockets sono riusciti finalmente a girare come una squadra, ottenendo le risposte che tutti aspettavano, finalmente, anche da qualcuno che non si chiamasse Yao e McGrady.

E da questo punto di vista, è curioso notare come ieri notte i razzi hanno avuto più giocatori in doppia cifra (cinque, Alston, McGrady, Battier, Yao y Howard) di quanti ne abbiano avuto a referto in gara 3.

Ed in più ci sono state prestazioni notevoli, soprattutto da parte di Yao, 21 punti e quindici rimbalzi, massimo in carriera nei playoffs, TMac, 26 punti ma 16 (!!) assist, massimo in carriera, e Shane Battier, che ha segnato quindici punti (anche questo career high nei playoffs) con 5/7 dal campo.

E ancora più importante e simbolico è che la giocata probabilmente più importante della gara, quella che ha sigillato la vittoria che è possibile sia la più importante dell'anno, sia stata compiuta da un gregario, Chuk Hayes, che ha subito uno sfondamento da Fisher sul finale della partita (il punteggio era 94-92 per Houston).

Lasciamo alle sue parole la descrizione dell'azione: "Ho visto Fisher venire dall'angolo, non sapevo se fingere solo l'aiuto o invece andare completamente. La partita era equilibrata, ho fatto una scommessa e mi è andata bene, l'arbitro ha fischiato a mio favore. Temevo che non avrebbe fischiato nulla, perché generalmente questi sono i tipi di fischi che o non vengono fatti, o vengono dati a favore del veterano, in questo caso Fisher".

E quindi così in pratica si è chiusa una gara che non è stata per niente facile per i Rockets, che sono stati anche sotto di dieci punti nel primo tempo, rialzandosi sul finale e allungando, poco ma abbastanza per chiudere i conti, solo a metà  del quarto periodo. Nel primo tempo è sembrato di vedere una squadra che ancora non si era ripresa dalle due pessime partite giocate nello Utah, non trovando i suoi punti di riferimento. Nella seconda frazione invece si è avuta la reazione che i diciottomila che avevano affollato il Toyota Center ed in generale tutti tifosi dei Rockets si aspettavano.

Utah invece è necessariamente insoddisfatto per non essere riuscita a portare a casa una partita che probabilmente avrebbe potuto portare a casa. Sono mancate le giocate decisive nel finale, al di là  di quella già  citata di Fisher, dove i Jazz, non ha chiuso la partita, la rimonta e, alla fine della gara, si mangiava letteralmente le mani per la consapevolezza di aver buttato via una occasione incredibile di portare a casa non solo la gara ma soprattutto la serie, come ha dichiarato Harpring: "Non dormiremo bene stanotte, abbiamo avuto così tante occasioni di portarla a casa e dovevamo sfruttarle. Eravamo ad un passo e poi"è molto frustrante".

Anche perché le statistiche, per quanto possano contare, sono adesso contro i Jazz, visto che le serie che, prima di gara 5, erano sul 2-2, sono quasi sempre stata vinte (114/136) dalla squadra che ha portato a casa la quinta partita. Chiaro che ora il primo obiettivo è tornare a Salt Lake City e pareggiare, per poi ritornare in Texas con molta meno pressione di quanto non ne avranno i Rockets.

E i rimorsi di Utah riguardano anche un secondo quarto dove non sono riusciti a sfruttare le difficoltà  evidente degli avversari, non sono riusciti ad allungare e dare quella botta decisiva alla partita che avrebbe probabilmente cambiato la situazione della stagione dei Jazz. Erano avanti 37-27 a metà  quarto ma, all'intervallo, si erano già  visti recuperare, con i ragazzi di Van gundy che erano già  arrivati a -1.

E a Utah dovrebbero essere ancora più frustrati per il fatto di aver lasciato andare via una partita che di fatto, se nel basket esistesse il pareggio, sarebbe probabilmente stato il risultato più giusto. I numeri sono in un certo senso impressionanti; Houston ha tirato con il 46.7% dal campo, Utah con il 46.8%, ha tirato diciotto liberi come i suoi avversari, ha avuto quarantadue rimbalzi contro trentanove e dato venticinque assist contro ventisette.

Per i Rockets è stato fondamentale alzare le sue percentuali rispetto alle partite precedenti, con finalmente gli uomini del supporting cast che hanno fatto fruttare tutta l'attenzione che la difesa dei Jazz doveva per forza concentrare sui suoi due migliori giocatori. E dall'inizio della stagione Houston vive e muore tanto con Yao e McGrady quanto con le percentuali da oltre l'arco dei suoi tiratori, Battier in primis, che non a caso ieri ha giocato alla grande.

Senza poi dimenticarsi anche la grande partita di Alston, Howard e Head; i quattro insieme hanno segnato con il 56% dal campo, un percentuale altissima che spiega molto dei motivi della vittoria dei Rockets.

E questa percentuale fa cambiare anche la prestazione di Tmac rispetto a quelle precedenti, anche se in realtà  non è molto diversa: l'unica differenza è che, questa volta, i compagni hanno capitalizzato molti più passaggi di quanto non abbiano fatto in precedenza. Uno si concentra sui sedici assist, ma vedendo la gara ci si rende conto che non ha fatto niente di diverso dal solito, solo che i colleghi sono stati più efficaci.

Ora vedremo che partita uscirà  da gara 6, quando i Jazz saranno sì a casa loro, però con le spalle al muro e il serissimo rischio di vedere la loro stagione chiudersi fra due giorni. Vedremo chi vincerà .

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