Una visuale del campo da baseball di Tirrenia
L'MLBEA: l'Accademia Europea dell'MLB. Una struttura di questo genere, in Italia!
La prima volta che ne sentii parlare pensai: grandioso! Che iniziativa, specie alla luce del fatto che alcuni dei coach siano ex-Major Leaguers, vere icone del baseball americano. La curiosità era forte e mi chiedevo come sarebbe stata, ma soprattutto come sarebbe stato incontrare i mostri sacri che ci lavorano.
L'opportunità di rispondere a queste domande mi è stata data un paio di settimane fa quando l'ufficio stampa della FIBS mi ha comunicato la data in cui avrei potuto visitarla ed intervistare lo staff MLB.
Il giorno “x” è il 17 agosto. Preparo armi e bagagli per partire la notte di Ferragosto. Ho deciso di viaggiare in autobus per poter dormire durante il tragitto ed essere riposato per l'occasione: dovrò incontrare i miti Jim Lefebvre, Lee Smith, Rod Carew e Bruce Hurst.
Lasciamo Bari a mezzanotte ed alle 11 del giorno dopo (il 16) siamo a Pisa. Non sono solo. Ho portato con me la mia ragazza che si è offerta di effettuare le riprese video delle interviste. Come piccolo ringraziamento una volta arrivati la porto a visitare Piazza dei Miracoli e dopo un giro veloce prendiamo la coincidenza per Tirrenia. Un'altra mezz'oretta di viaggio e veniamo scaricati davanti a Vione Vannini, la strada dove si trova il Centro di Preparazione Olimpica (CPO) del CONI.
E' quasi ora di pranzo e ci fermiamo per un boccone fugace al ristorante che si trova all'imbocco del viale. Il cartello segnala 1.200 mt di distanza tra noi e la meta. Beh, sarà stato il caldo o il sole cocente, ma chiunque abbia scritto quel cartello deve essersi dimenticato qualche zero. L'asfalto bollente sotto i piedi poi, non ha contribuito certo a rendere la passeggiata piacevole come avremmo voluto.
Il paesaggio è bello, c'è verde ovunque, persino il cancello del centro è verde, e verde divento anche io quando mi comunicano che il mio arrivo non fosse atteso che per il giorno dopo. Poco male, l'equivoco è di facile risoluzione, basta passare in Direzione e fare il check-in per una nuova stanza. Mentre sono lì che attendo la tanto sospirata chiave, mi viene incontro e mi supera un atleta che somiglia in modo impressionante a Renzo Furlan. Mi giro verso la mia ragazza e le chiedo se fosse proprio lui, non essendone del tutto sicuro. Lo seguo con lo sguardo e lo vedo sparire dietro la porta dell'ufficio della FIT ed uscirne dopo pochi secondi con due racchette da tennis sotto braccio. Qualche dubbio mi è stato tolto. In seguito ho appreso che in effetti lui sia il responsabile tecnico presso il centro, per il tennis.
Di lì a poco entro in possesso della chiave e posso finalmente lasciare i bagagli per catapultarmi a visitare gli impianti. Siamo alloggiati nel comprensorio di camere assegnate alla FIBS, ed infatti incrociamo alcune delle ragazze della nazionale italiana di Softball, che sono a Tirrenia per ultimare la preparazione, in procinto di partire per i mondiali di Pechino a fine mese (partenza prevista per domenica 20 agosto).
Inizio l'escursione immediatamente. La giornata è luminosa, l'aria è pulita e tersa, non perdo tempo e vado in esplorazione: un gioiello. Immerso nella natura più rigogliosa e con il mare a due passi, il centro è un vero Paradiso dello Sportivo.
Basta voltare lo sguardo per rimanere catturati dalla bellezza delle strutture. I campi sono tenuti benissimo. Non vedo l'ora di visitare i campi da baseball e softball. Nel tragitto mi imbatto in (in ordine sparso): alcuni campi da tennis in diverse superfici, un campo da calcio con pista d'atletica perimetrale dove l'erba è curatissima e perfettamente tagliata, alcune strutture chiuse (con palestra, sauna, idromassaggio, ecc.), un enorme campo erboso dove spiccano pali da rugby ed un altro bellissimo prato dove campeggiano alcuni bersagli per il tiro con l'arco.
Il centro è pieno di vita, animato da atleti di ogni sport, che corrono, fanno stretching, marciano, giocano a tennis, ma soprattutto da voci entusiaste o meglio esagitate che provengono dal campo da Softball.
Se il mio intento principale era visionare appunto le strutture nate per “palla e mazza”, le urla non hanno fatto altro che spingermi con ancora più forza verso la meta. Arrivato lì, la scena che mi si presenta è la seguente: sul diamante ci sono le ragazze della nazionale italiana di Softball, agli ordini del manager Marina Centrone, ed in battuta un giocatore appartenente alla MLBEA.
Il pubblico calorosissimo è composto da praticamente tutta l'Accademia (solo loro sono 60 giocatori), più altri atleti, i tecnici, alcuni addetti ai lavori, il sottoscritto e la fidanzata. Sono tutti nel delirio più completo e mi rendo conto di come questo posto sia davvero un'oasi felice per uno sport così bello, ma così emarginato in Italia.
I ragazzi si divertono tantissimo ad incitare coralmente i loro compagni che battono valide, ed a canzonare scherzosamente coloro che vengono eliminati. Inutile dire che la qualità del gioco fosse elevatissima, nonostante l'atmosfera amichevole e rilassata. Ragguardevole la performance della lanciatrice italiana Leslie Malerich che concede pochissimo e totalizza un buon numero di “k”.
Facciamo alcune foto e rimaniamo a tifare per un po', fino a che non riprendiamo il tour verso il campo da baseball che si apre ai nostri occhi in tutto il suo splendore. Continuiamo a camminare e sostiamo nei pressi di una gabbia di battuta dove una giocatrice sta allenandosi con un coach cubano, Soca Mijar. Scambiamo due parole, un saluto ed un “in bocca al lupo” e tra una foto e l'altra torniamo in Direzione per alcune informazioni.
Fermi davanti al bancone dell'accettazione, ad un certo punto, ho un mancamento. La causa del malore? La visione in avvicinamento di Jim Lefebvre che, accompagnato da alcuni atleti, si infila in un'aula dell'MLB poco distante da me. Dopo essermi ripreso dal colpo, la mia ragazza mi incalza per andare a tendergli un'imboscata così da scambiare due parole. Il destino purtroppo è avverso: Jim è troppo preso dai suoi doveri di coach ed io attendo inutilmente, sconsolato, fuori dalla porta.
La mia buona stella però non si è eclissata ed ecco arrivare Dan Bonanno (responsabile per l'Italia di MLB International). Lo riconosco, mi presento ed iniziamo una piacevolissima conversazione sul centro e sullo sviluppo positivo dei programmi di MLB International e FIBS per l'Italia. Grande verve, preparazione e simpatia, Dan si dimostra una persona gentilissima e disponibile, insomma un ottimo rappresentante per il baseball.
Sono soddisfatto anche se non sono riuscito a parlare con Lefebvre e, dato che la stanchezza si fa sentire, decido di terminare la giornata e rifugiarmi in camera.
Una doccia attesissima mi leva di dosso le fatiche accumulate, ma non la trepidazione per quanto mi aspetta l'indomani. Un boccone fugace e poi subito a letto. Devo essere riposato, devo incontrare la storia…