Kobe continua ad essere troppo solo…
La prima gara della serie è nelle mani dei Phoenix Suns, i quali hanno battuto i Los Angeles Lakers per 95-87. Si è trattato di un match molto strano, a due facce, che ha visto dominare i californiani nel primo tempo (nove i punti di vantaggio all'intervallo), con un Kobe Bryant in grado di realizzare 28 punti, ma che ha anche messo in mostra una ripresa totalmente diversa, con gli uomini di D'Antoni capaci di riprendersi, di limitare moltissimo il talento del 24 in gialloviola e di rimontare lo svantaggio del primo tempo.
Risultato: 1-0 nella serie e Bryant uscito fuori ritmo, incapace di trovare la via del canestro (solo 11 punti e 1/10 nell'ultimo periodo): dalla gloria alla polvere nello spazio di 24 minuti.
Grande protagonista della ripresa è ancora una volta Leandro Barbosa, il quale grazie a 26 punti, di cui 19 nel secondo tempo (10/22 dal campo) e 5 rimbalzi uscendo dalla panchina, ha contribuito alla rimonta dei soli dell'Arizona.
Ho cercato di essere aggressivo come lo sono stato per tutta la stagione. Loro nel primo tempo hanno cercato di rallentare il gioco e questo noi lo abbiamo sofferto. Nella ripresa abbiamo dovuto cambiare marcia.
Protagonista nel pitturato, come da pronostico, il centro Amare Stoudemire capace di realizzare 23 punti (9/16 dal campo e 5/6 ai liberi) e raccogliere 12 rimbalzi. Solita partita in ufficio anche per Steve Nash, che mette a referto la consueta doppia-doppia d'ordinanza: 20 punti (7/17 dal campo e 2/4 dall'arco) e 10 assist per il canadese in quaranta minuti di gioco. Molto bene anche Shawn Marion autore di 16 punti e 16 rimbalzi.
La chiave del match è in ogni caso il contributo offerto dalla panchina di D'Antoni in rapporto a quello fornito dai Lakers di Phil Jackson: 26 per il solo Barbosa, 8 per tutti i lacustri che si sono alzati dal pino. Assolutamente inaccettabile, soprattutto per chi nel primo tempo aveva strabiliato e giocato alla grande. Per i Lakers si è trattato di un'occasione buttata al vento, che difficilmente ricapiterà ancora, soprattutto se si pensa al fatto che è arrivata una sconfitta nonostante un Lamar Odom sontuoso da 17 punti e 16 rimbalzi.
Ma se da una parte la soluzione è stata l'ingresso del brasiliano Barbosa, dall'altra, in negativo, lo è stata il ritorno in campo di Smush Parker, autore ancora volta di una prestazione ignobile da un punto di vista difensivo. Terzo quarto inoltrato, Lakers che in qualche modo stanno reggendo al ritmo forsennato di Phoenix (siamo sul 74-71) ed ecco che, nel momento clou del match, Parker si astiene dalla difesa e stende i soliti tappeti rossi, garantendo agli avversari ridicoli lay-up per un match NBA, per giunta di playoff.
Loro hanno fatto tutto quello che serviva per portare via la vittoria, ma noi non siamo stati in grado di fare altrettanto” sono state le tristi dichiarazioni di Smush a fine gara.
Ma tutta la stagione gialloviola e di Parker è stata così: penetrazione, canestro, fallo e tiro aggiuntivo dalla linea della carità . Poi un'altra penetrazione: 74-76 e squadra che perde totalmente la bussola. Inutili i timeout di Phil Jackson, inutili le conclusioni di Kobe Bryant, a quel punto totalmente fuori partita (e in questo anche Kobe ha le sue colpe). Per chi ha giocato sa cosa significa guidare gran parte del match, avere il bandolo della matassa in mano e poi buttarlo in 54 secondi di gioco. Una follia. Altro fatto risaputo è anche come i Lakers siano molto fragili psicologicamente parlando ed ecco, dunque, che la frittata era ormai servita.
Nel quarto periodo poi i gialloviola hanno tentato di rimontare, ma non c'è stato nulla da fare: i Suns hanno trovato più facilmente la via del canestro, hanno difeso con più intelligenza e hanno raccolto molti più rimbalzi di quelli che invece nel primo tempo finivano fatalmente nelle mani di Bryant e soci. Una volta recuperato il vantaggio i Suns non lo hanno più mollato.
Molto arrabbiato anche coach Jackson: “Kobe nel quarto periodo era un po' affaticato e la loro difesa ha fatto un grandissimo lavoro contro il nostro attacco che non è più riuscito a rientrare in ritmo. P-Jax non ha però perso le speranze per il futuro: “Abbiamo solo perso una partita. Niente ancora è perduto. Dobbiamo solo giocare di squadra e cercare di non alzare il ritmo. Abbiamo la possibilità di contenerli per un'intera partita. Oggi loro hanno giocato 48 minuti, mentre noi 36.
In ogni caso ora la serie non cambia rispetto a ieri, tranne per il fatto che i Lakers sono “costretti” a vincere gara2 (ma si sapeva già all'inizio). Se si torna a Los Angeles sul 2-0 è praticamente finita.