Martin Brodeur (NJD) con il suo 22-esimo shutout si è portato ad una sola lunghezza dal record di Roy
Dopo la vittoria lampo dei Rangers (sweep per loro contro Atlanta), e quella di prepotenza dei Senators sugli inesperti giovani Pinguini di Pittsburgh, il quadro delle semifinali per il titolo della Eastern Conference si completa con l'ingresso dei Sabres (ai danni degli Islanders) e dei Devils (più sudato del previsto contro i Lightning).
Gli accoppiamenti diventano quindi Buffalo – NY Rangers e New Jersey – Ottawa.
Per quanto riguarda la Western Conference, bisogna aspettare gara7 di una serie combattuta a suon di grandi parate da parte dei due goalie tra Dallas e Vancouver. Nel frattempo hanno passato il turno Anaheim ai danni di una Minnesota meno in palla di quanto aveva fatto vedere nella regular season, San Josè rifilando un 4-1 ai poco più quotati Nashville, e Detroit che se l'è presa con calma eliminando Calgary in 6 partite.
Buffalo Sabres – NY Islanders (serie 4-1)
Avevamo lasciato a metà serie i Sabres davanti per due partite a una, grazie ad un goal in gara3 di Vanek convalidato dagli arbitri solo dopo una lunghissima visione dei replay dell'azione. In gara4 ci troviamo subito di fronte ad un flash-back: il goal del possibile pareggio degli Islanders a 1:28 dal termine di Brendan Witt viene discusso ed infine non convalidato dagli arbitri.
Spieghiamo: il goalie Miller, durante l'azione finisce dentro la rete con il disco sotto di lui. E' goal? Non è goal?
Alla fine la spiegazione dell'arbitro Mike Leggo, che si trovava a pochi centimentri dalla porta, è la seguente: “La regola 78.5 dice che dopo che un portiere compie un salvataggio, non lo si può spingere dentro la rete. Io ho visto che il puck era sotto di lui (Miller), quindi ha fatto un salvataggio. E' stato poi spinto in rete e solo una volta dentro la rete ha perso il disco.”
Quindi goal non valido, vittoria di Buffalo per 4-2 (segnerà poi anche in empty net) e squadra newyorkese costretta a giocarsi tutto in gara5.
Gara5 che si chiude di nuovo al cardiopalma e di nuovo con Miller protagonista. In vantaggio per 4-1 a 13 minuti dal termine, Buffalo si vede rimontare fino al 4-3, poi a 12 secondi dalla sirena una parata stratosferica di Miller su un tiro di Satan (tiro che se ripetuto entrerebbe in rete 9 volte su 10) ferma la rimonta degli Islanders e regala la vittoria ai suoi Sabres. Vittoria che vuol dire semifinale, vittoria che permette ai numeri uno della regular season di potersi giocare l'accesso alla finale proprio contro l'altra squadra di New York: i Rangers.
New Jersey Devils – TB Lightning (serie 4-2)
Dopo lo spauracchio di inizio serie, con la sorpresa Tampa in vantaggio per 2-1, Martin Brodeur ha sconfitto la sfortuna e ha condotto New Jersey là dove doveva essere con un paio di partite d'anticipo: in semifinale.
Le sconfitte di misura in gara2 e gara3 dovute a goal fortuiti, deviati da rimbalzi multipli ed imprevedibili (che nell'hockey ci stanno tutti), hanno fatto arrabbiare il 36-enne portiere futuro hall-of-famer Martin Brodeur, che ha così voluto dimostrare che con lui sul ghiaccio questi Devils possono andare molto lontano.
In gara4 New Jersey vìola il ghiaccio di Tampa portando a casa una vittoria all'overtime per 4-3 grazie proprio al suo portiere, che non si è fatto prendere dal panico quando ha subito le due reti che hanno portato Tampa sul 3-3 (i Devils conducevano 3-1), parando poi tutti i 15 tiri successivi.
Di gara5 inutile quasi parlare. Le 31 parate fatte generano il 22-esimo shutout in carriera nei playoff per Brodeur che così raggiunge Grant Fuhr al secondo posto all-time e si porta ad un solo SO dal grande Patrick Roy. I goal di Andy Greene, Brian Gionta e Scott Gomez nella vittoria di New Jersey per 3-0 che ha deciso la serie (4-2) passano quasi in secondo piano. Per i Devils obiettivo semifinali raggiunto.
Detroit Red Wings – Calgary Flames (serie 4-2)
Chi se lo sarebbe mai aspettato? In pochi, forse pochissimi, ma tant'è. Il fattore campo ha tenuto in vita i Flames e ha evitato uno sweep annunciato. Bene per Calgary, che è rimasta in gioco più del previsto, meno per Detroit che è stata costretta agli straordinari.
Dopo le due vittorie iniziali, sembrava che la serie per i Red Wings fosse una passeggiata, ma nessuno ha tenuto conto del “Pengrowth Saddledome”. I Flames sono la miglior squadra della NHL tra le mura amiche (30 vittorie in stagione) e lo dimostrano in gara3 e gara4 con due vittorie di misura (quindi sofferte fino alla fine), entrambe per 3-2, che pareggiano la serie.
Capitan Iginla è la chiave della prima vittoria (suo il goal vincente), Daymond Langkow (doppietta) e gli special team hanno fatto pendere la bilancia dalla parte dei canadesi nella seconda vittoria.
Bisogna però salutare il Pengrowth Saddledome e tornare alla Joe Louis Arena, con le ovvie conseguenze del caso. La sconfitta per 5-1 non stupisce quindi più di tanto. Fa discutere invece il backup McLennan, la cui partita è durata solo 18 secondi. Subentrato a Kiprusoff a 5 minuti dal termine, il giovane portiere si prende un match penalty e un game misconduct (con conseguente allontanamento dal ghiaccio e una squalifica di 5 giornate) per aver tirato una bastonata (slashing) a Johan Franzen nella zona alta del corpo. Una situazione analoga, ma molto più violenta, era capitata circa un mese fa all'Islanders Chris Simon e gli fu costata la squalifica record di 25 giornate.
Con il morale alle stelle i Red Wings provano a violare il ghiaccio canadese in gara6 e a chiudere la serie. Ci riusciranno, ma ci vorranno ben 2 supplementari. Calgary va in vantaggio con Iginla nel secondo periodo, ma l'illusione dura solo pochi minuti. Per la precisione 13: il tempo necessario a Robert Lang per pareggiare.
Il destino ha poi voluto che la soddisfazione del goal vincente che vale le semifinali della Western Conference vada proprio a Johan Franzen. Preso a bastonate nella partita precedente, ha bastonato per bene tutti i Flames nel modo che fa più male. Eliminandoli.