Yao contro Okur è uno scontro fra grandi attaccanti…
Tutti pronti con le schede elettorali? E sì perché questa serie si preannuncia come un ennesimo referendum sulla carriera di Tracy McGrady che, come tutti sanno, in dieci anni di NBA, non è mai riuscito a vincere una serie di playoff (0-5 in carriera). Il fatto che non abbia mai realmente avuto una squadra che potesse veramente passare quel primo turno, è una considerazione snobbata dai più. Ma questo è un altro discorso.
La serie tra Utah e Houston, infatti, si preannuncia estremamente interessante indipendentemente da McGrady e dalla sua lotta per passare per la prima volta lo scoglio del primo turno. La serie sarà interessante ed equilibrata, visto che metterà di fronte la testa di serie numero quattro (Utah) e la numero cinque (Houston, che però ha il vantaggio del fattore campo) del tabellone ad ovest, due squadre che hanno lottato tra di loro per tutta la stagione, con un sorpasso di Houston proprio sul finale, quando le due squadre stavano in pratica facendo una corsa l'una sull'altra, visto che da ormai un mese il loro accoppiamento ai playoffs era scontato.
I Jazz e i Rockets, nonostante due record praticamente identici (52-30 Houston, 51-31 Utah), arrivano però alla post season in condizioni di forma completamente diverse.
I ragazzi di coach Sloan, infatti, dopo una stagione di alto livello, sono notevolmente calati nell'ultimo mese di regular season, perdendo dodici delle ultime diciannove gare. Hanno sì chiuso l'annata con due vittorie ( contro i Rockets e i Blazers), ma erano in un momento di difficoltà come dimostra il fatto che queste due doppievu rappresentano la prima striscia di vittorie dal ventotto di marzo.
Gli uomini di Van Gundy, invece, hanno chiuso in crescendo (cinque W consecutive prima della sconfitta in chiusura), riacciuffando i Jazz e conquistando il fattore campo, con un ultimo mese notevole, il recupero di Yao, un Tmac che nel 2007 ha giocato alla grande e una squadra che, sin dall'inizio della stagione, ha sfoggiato una chimica invidiabile.
I Rockets, dopo cinque vittorie consecutive, hanno chiuso la regular season con un sconfitta (101-91) proprio contro i Jazz, partita nella quale, però, Van Gundy ha preferito far riposare non solo Yao e McGrady, per non rischiare infortuni dell'ultima'ora, ma anche Battier e Alston, che hanno giocato solo il primo quarto, lasciando poi spazio alle riserve.
Se è vero che le due squadre iniziano la serie in situazioni differenti, è altrettanto vero che vengono considerate, all'esterno, più o meno nello stesso modo, come ha affermato un po' scocciato Van Gundy: "Parlano di noi e di Utah nello stesso modo, definendoci pericolosi, che dovrebbe essere un complimento ma che in realtà è un modo elegante di dire che non possiamo arrivare in fondo. Nessuno dice di Dallas, Phoenix o San Antonio che sono pericolose, perché le si definisce contendenti per il titolo. Noi, come anche Utah, vogliamo essere considerati nello stesso modo".
Uno dei punti fondamentali per l'esito della serie è sicuramente la lotta sotto i tabelloni, che vede opporsi Houston, la miglior squadra a rimbalzo difensivo della Lega (32.6 a partita), contro la squadra che cattura più rimbalzi totali e soprattutto più carambole offensive della NBA, ovviamente Utah. E' abbastanza evidente che la serie si deciderà in parte qui.
Per Houston i punti di forza e quelli deboli sono abbastanza evidenti: tra i primi stanno sicuramente la difesa, la compattezza della squadra, un Battier notevole nella stagione, il momento positivo e una coppia di All Star, Yao e McGrady, che entrano ai playoffs in ottimo stato di forma, nonostante il cinese possa ancora progredire dopo l'infortunio alla gamba. Il pick and roll tra le sue due star è sicuramente uno dei più efficaci della Lega, e poi McGrady nei playoffs fa sul serio (29.8 punti di media in 25 gare di playoffs); sarà fondamentale che il numero uno attacchi con continuità il canestro e che Yao Ming sia aggressivo in post, facendo valere la sua stazza e il suo talento.
I possibili problemi nascono a rimbalzo, nel controllo dei due lunghi dei Jazz, Okur e Boozer, e nel matchup tra Deron Williams e qualsiasi point guard a disposizione dei Rockets.
Head e Alston, infatti, non hanno ancora dissolto tutti i dubbi, e ci sono poche certezze che una squadra che vuole fare strada nella post season possa veramente permettersi di averli in cabina di regia.
Una nota curiosa è che nella serie giocheranno i tre giocatori più importanti della grande versione di Illinois del 2004/05, che andò ad una North Carolina dal portare a casa il titolo, al termine di una stagione conclusa con il record di 37-2, torneo compreso; Head sarà in campo per Houston, mentre Williams e Dee Brown (anche se probabilmente non avrà minuti) per Utah, in un derby affascinante per tutti i tifosi dei Fighting Illini.
I Jazz tornano per la prima volta ai playoffs dal 2003 dopo una stagione al di là delle aspettative, con cinquanta vittorie e la conquista del titolo della Northwest Division, con un calo finale (che ha provocato le ire del proprietari Larry Miller, che ha dichiarato che la squadra fa schifo) che però non cambia la situazione. La squadra possiede una evidente identità , due lunghi che stanno giocando perfettamente (Boozer e Okur), un giovane palymaker che si è affermato tra i migliori della Lega (Deron Williams), un coach storico ed esperto (Sloan), un giocatore estremamente duttile, anche se non reduce dalla sua miglior stagione (Kirilenko) ed una squadra che mette insieme una difesa forte ed un attacco efficace.
Uno dei dubbi, oltre la necessità di trovare un modo per bloccare la coppia McGrady-Ming senza esporsi troppo ai tiratori dei Rockets, è la mancanza di esperienza della squadra, visto che in pratica sono tutti dei novellini a livello di playoffs, a parte il coach e Derek Fisher, che ha giocato 117 gare (e vinto tre titoli) con i Lakers. L'ex Los Angelese e Golden State, ha però fiducia nelle possibilità della sua squadra: "Il fatto di finire bene la stagione è un vantaggio, perché hai più fiducia all'inizio dei playoffs, e i Rockets stanno giocando veramente bene. Noi, comunque, sappiamo di poterli battere, perché l'abbiamo già fatto in stagione (2-1 gli scontri diretti per Utah). E poi i playoffs sono diversi e noi dobbiamo ovviamente giocarci le nostre possibilità ".
In conclusione i Rockets arrivano probabilmente in uno stato di forma psicofisica migliore che gli avversari a questi playoff, sono i miei personali favoriti (per quanto possa contare, cioè niente) a vincere la serie ma, come dice Sloan, che stasera allenerà la sua centocinquantanovesima partita nella post season, i playoffs sono un'altra cosa: "La cosa più importate che ripeto ai ragazzi è di scordarsi di quello che è successo ieri, perché non conta niente. La domanda che si devono fare è "Oggi sono pronto?"".
Saranno pronti? Stasera lo scopriremo.