Le movenze jordaniane del Kobe…
Alti e bassi. Tutta la stagione gialloviola è stata un continuo "sali e scendi", un progressivo miglioramento e un altrettanto repentino crollo, una montagna russa da luna park formato NBA.
Molti fattori hanno contributo ad una situazione di questo tipo: i continui e frequenti infortuni che hanno spezzato il ritmo e la coesione della squadra, la giovane età del roster, che non ha consentito di vincere match sul filo di lana, la scarsità di alcuni elementi, i quali, in determinati frangenti, hanno impedito di fare il definitivo salto di qualità , ma, più di tutto, è stata una questione mentale, di atteggiamento, di voglia, di carattere, di gambe molli, tanto per dirla all'italiana, che in più di un'occasione hanno tremato.
Non basta avere in squadra Kobe Bryant, miglior giocatore in assoluto della Lega, per vincere certi match. Servono anche cuore e passione per avere un numero alto nel ranking durante la "post season" e se per 82 partite non sei stato capace di getterli sul parquet, difficilmente puoi riuscirci ai playoff. Il basket è soprattutto questo: intensità . Una parola sconosciuta ai ragazzi di Phil Jackson.
I risultati
Venerdì 23 marzo: Memphis Grizzlies - Los Angeles Lakers = 121-119 (W, Kobe Bryant 60 punti!!!)
Sabato 24 marzo: New Orleans Hornets - Los Angeles Lakers = 111-105 (W, Kobe Bryant 50 punti!!!)
Lunedì 26 marzo: Los Angeles Lakers - Golden State Warriors = 115-113 (W, Kobe Bryant 43 punti, finisce la serie di quattro gare sopra quota 50!!!)
Mercoledì 28 marzo: Los Angeles Lakers - Memphis Grizzlies = 86-88 (L)
Venerdi 31 marzo: Los Angeles Lakers - Houston Rockets = 104-107 (L, dopo un tempo supplementare)
Lunedì 2 aprile: Los Angeles Lakers - Sacramento Kings = 126-103 (W)
Mercoledì 4 aprile: Los Angeles Lakers - Denver Nuggets = 105-111 (L)
Giovedì 5 aprile: Los Angeles Lakers - Los Angeles Clippers = 82-90 (L)
Sabato 7 aprile: Seattle Sonics - Los Angeles Lakers = 109-112 (W)
Il record
Attualmente i Los Angeles Lakers hanno un record di 40 vittorie e 36 sconfitte e occupano il sesto posto nella Western Conference con una sola partita di vantaggio sui Denver Nuggets, due sui Los Angeles Clippers e tre sui Golden State Warriors.
Davvero una miseria pensando a come fosse partita la stagione, ma comunque un buon bottino se si ragiona su quali fossero le prospettive sul finire di ottobre. Dunque come vedere il bicchiere? Per come sono andate le cose decisamente mezzo vuoto, perché con un pizzico di coraggio in più, con un minimo di intensità e una buona spruzzata di testosterone i Lakers avrebbero potuto agguantare la quinta (o quarta) piazza e aggiudicarsi dunque un primo turno decisamente più abbordabile.
Intendiamoci, i playoff non sono ancora raggiunti e gli eventi dell'ultimo mese ci fanno pensare che ancora molto fieno dovrà essere ammassato in cascina prima di poter brindare. Fatto sta che, con quattro vittorie nelle prossime sei partite i Lakers saranno matematicamente in post season. Un obiettivo che non può essere mancato.
Le ultime due settimane. Kobe Bryant e gli altri
Nelle ultime due settimane i Los Angeles Lakers hanno fatto decisamente pietà : a partire dalla difesa, proseguendo con la solita inefficienza a rimbalzo, andando avanti con l'enorme quantità di palle perse e finendo con l'attacco, molto più involuto di quello che i punteggi potrebbero far pensare e di sicuro regredito rispetto allo sfolgorante avvio di stagione.
Poi c'è stato Kobe Bryant, ci sono stati i suoi record (ormai conosciuti anche dai sassi), ci sono stati i suoi numeri da capogiro (è diventato anche il giocatore più giovane della storia a segnare 19000 punti), ma si è trattato solo di lampi in tante notti buie e tempestose.
Proprio così avevamo definito i due exploit di Bryant contro Portland e Minnesota nello scorso report, considerando che mai sarebbe stato in grado di ripetere in altre due occasioni un'impresa del genere. Invece non solo il 24 in gialloviola ci è riuscito (contro i Memphis Grizzlies e i New Orleans Hornets), ma ha compiuto il prodigio in trasferta e in un massacrante back-to-back. Robe da fantascienza, da far risvegliare i morti.
Perché, e la gente che si riempie la bocca di basket troppo spesso lo dimentica, questo sono stati i Lakers da gennaio in poi: una massa di cadaveri che si aggirava per il campo in cerca di prede agonizzanti. Non Kobe Bryant, i compagni. Peccato che nella NBA nessuno si offra come vittima sacrificale e tutti vendano la pelle a caro prezzo.
Dopo la serie di 13 sconfitte su 16 partite l'ex numero otto si è detto: "Io i playoff li voglio giocare, andate al diavolo". Dello stesso avviso coach Phil Jackson che ha dato mandato a Kobe di essere più aggressivo sin dall'inizio e di contribuire in maniera più pesante nel tabellino dei marcatori.
Ed ecco che sono arrivate le quattro gare da record e altrettante vittorie. Si è vinto. Non perso. Solo in quel caso, giustamente, Bryant poteva essere criticato. Invece no, lo si critica anche se porta dei cadaveri alla vittoria: è troppo egoista, non passa mai la palla, rompe il ritmo dei compagni. Peccato che poi "sminestri" quasi sei assist di media ai compagni. Gli stessi che sono cadaveri (e lo sono), gli stessi che mette fuori ritmo, gli stessi che il 60% delle volte non trova il canestro quando sono liberi di tirare e hanno praterie o deserti davanti ai loro occhi.
Ma di cosa stiamo parlando? LeBron James, il prescelto, quello di cui "essere testimoni" fornisce sei assist di media. Tracy McGrady si attesta sui 6,3. Bryant quanti? Cinque virgola quattro, ma segnando 31 punti di media. Numeri, non parole. Fatti e realtà , non pareri od opinioni.
Ma dopo gli exploit di Kobe? Poco o nulla. Infatti, quando sembrava che il momento difficile fosse ormai superato (cinque vittorie consecutive), ecco che i vecchi difetti sono tornati a fare danni: difesa poco aggressiva, scarsa intensità rimbalzo, raddoppi e blocchi realizzati in maniera confusa e disordinata, facili seconde opportunità concesse agli avversari e palle perse abbondanti come non mai. Inoltre Kwame Brown, nello scontro diretto contro i Denver Nuggets, si è nuovamente infortunato alla stessa caviglia malandata e ha gettato nuovamente il pitturato gialloviola nel panico.
Tre le note positive che ci piace sottolineare:
1) L'importante contributo che Lamar Odom sta dando a questi Lakers: tripla doppia contro i Denver Nuggets (17 punti, 14 rimbalzi e 12 assist), 21 punti contro i Los Angeles Clippers (conditi con 5 assist e 5 rimbalzi) e 20 punti contro i Seattle Sonics. Davvero niente male per l'ala grande gialloviola che, nonostante il grave infortunio alla spalla, sta comunque fornendo un importante contributo alla causa lacustre, soprattutto in vista dei difficili playoff.
2) Ronny Turiaf e la sua energia infinita.
3) Il progressivo recupero di Luke Walton, tassello fondamentale per la chimica offensiva gialloviola.
Promossi
Kobe Bryant: Voto: 8,5. Il più forte. Difficile spendere altre parole per questo giocatore. Non so se merita proprio l'MVP, so solo che è l'unico essere umano che fa quello che vuole su un campo da basket: 50, 60, 70 od 80 punti non sono il problema. Tredici assist? Perché no (contro Sacramento). Quello che vuole lo fa. E spesso la sua squadra tende a trarne profitto.
Maurice Evans: Voto: 7,5. Indispensabile. Sta giocando alla grande. Sta vedendo il canestro come raramente lo abbiamo visto fare e quando è chiamato in causa è un vero cecchino. Inoltre fornisce la giusta dose di atletismo ed energia. In difesa, inoltre, è l'unico che abbia davvero valore ed efficace oltre a Bryant. Bellissimo il match contro Sacramento in cui mette in piedi una straordinaria prestazione da 21 punti (7/8 dal campo e 5/6 ai liberi).
Lamar Odom: Voto: 7. In cerca della forma migliore. Straordinaria la sua prestazione contro Houston (17 rimbalzi). Se la spalla lo lascia in pace in post season ne vedremo delle belle.
Luke Walton: Voto: 7. In crescita. Deve migliorare in difesa. In attacco tutto sommato sta facendo il suo (quattro partite di seguito in doppia cifra), ma dietro è troppo discontinuo e spesso si addormenta totalmente. I Lakers hanno bisogno della sua energia.
Ronny Turiaf: Voto: 6,5. Cuor di leone. Una belva assatanata di cuoio. Pressa, corre, rincorre, difende, si batte e si sbatte per se stesso e per gli altri. Un esempio da ammirare. A qualcuno sicuramente fischiano le orecchie vedendolo giocare in questa maniera.
Bocciati
Brian Cook: Voto: 5,5. Buona la prestazione contro Seattle e torna a fare qualcosa di utile per la squadra. Solo questo è una notizia positiva per il Lakers. In difesa però è pessimo e non riesce ad incidere come dovrebbe, soprattutto a rimbalzo dove la sua altezza e il suo peso dovrebbero farsi sentire assolutamente di più.
Kwame Brown: Voto: 5,5. Rotto, ma solo per qualche giorno ancora. Perché rischiare un giocatore se davvero non è al meglio? Poi quando manca ti accorgi e capisci il perché. Lì in mezzo fa sostanza, occupa spazio e non concede facili tiri nella misura in cui li permette Andrew Bynum. Ai playoff servirà come il pane. Fino all'infortunio non stava giocando male, ma neanche bene, eppure stava cominciando a prendere confidenza.
Sasha Vujacic: Voto: 5. Ha la stoffa per essere molto più utile. Fossi in Phil Jackson lo lancerei nella mischia e lo farei partire titolare al posto di Smush Parker. Ha tutte le caratteristiche per fare bene: è alto, ha una buonissima mano e in difesa è meno scarso di quanto si pensi. Deve solo guadagnare più fiducia e più rispetto dagli arbitri.
Jordan Farmar: Voto: 5. Anche lui è entrato a suo modo nella storia del gioco: ha disputato nello stesso giorno una partita di D. League e NBA. Per ben tre volte. A parte questo coach Jackson punta molto su di lui e ai playoff potrebbe tornare utile. Staremo a vedere.
Andrew Bynum: Voto: 4. Davvero non capisco questo giocatore. Ha un potenziale devastante, ma spende più tempo a protestare che a giocare. Commette ingenuità folli (soprattutto nel movimento dei piedi) e non attacca mai il canestro con cattiveria o imponendo il proprio fisico. In difesa poi è osceno, inguardabile. Si fa dominare da chiunque (anche da un Chris Wilcox qualunque) e viene spazzato via con troppo facilità . Quest'estate bisognerà prendere una decisione importante: tenerlo e puntare su di lui per i prossimi 10 anni o scambiarlo. Tenderei a barrare "b", anche perché Kobe non è eterno, le regole fisiche del tempo valgono anche per lui.
Smush Parker: Voto: 2. Da tagliare prima dei playoff. Inutile esprimere ancora giudizi su un giocatore che ha avuto fin troppe possibilità . Le ha sprecate tutte, è un play che non sa fare il play (neanche nel sistema di Phil Jackson) e che anzi è controproducente, soprattutto per la scarsa difesa che può offrire. Perché tenerlo? La cosa più brutta che ha fatto (per ben tre volte, in altrettante distinte partite) è quando portando il pallone oltre la metà campo si è fermato (cercando un passaggio e aprire l'azione offensiva) non tenendo il piede perno e commettendo infrazione di passi. Errori da scuola elementare. Il bello è che dopo, in tutte e tre i frangenti, ha guardato gli arbitri, sorridendo in maniera ironica, come avesse subito un affronto. Incomprensibile.
Non giudicabili
Shammond Williams: gioca qualche spezzone, ma è tornato a fare il comprimario.
Aaron Mckie: inutilizzato.
Vladimir Radmanovic: ancora ai box per l'infortunio alla spalla.
Il meglio delle ultime due settimane
Ovviamente Kobe Bryant e se devo essere sincero il match contro Sacramento, quello dei 13 assist, è quello che mi ha impressionato di più. Fa quello che vuole, decide di farlo e lo ottiene. Assurdo.
Il peggio delle ultime due settimane
La difesa e le palle perse. Servono altre parole?
Il futuro
Ora arriva il rush finale per i Los Angeles Lakers. Nei prossimi dieci giorni sapremo ufficialmente la posizione che i gialloviola andranno ad occupare nella griglia playoff. La domanda è: Dallas, San Antonio o Phoenix? Comunque vada potrebbe non essere un successo, anzi. Questi i match in programma:
Domenica 8 aprile, ore 21.30 (diretta Sportitalia): Los Angeles Lakers - Phoenix Suns = 107-115 (L)
Martedì 10 aprile, ore 3.00: Denver Nuggets - Los Angeles Lakers = 115-111 (L)
Venerdì 13 aprile, ore 4.30: Los Angeles Lakers - Los Angeles Clippers = 110-118 (L)
Sabato 14 aprile, 4.30: Phoenix Suns - Los Angeles Lakers = 93-85 (L)
Lunedì 16 aprile, ore 3.30 Los Angeles Lakers - Seattle Sonics = 109-98 (W)
Giovedì 19 aprile, ore 4.00 Sacramento Kings - Los Angeles Lakers = 106-117 (W)
Stay tuned