Alla stretta decisiva

Il play dei Bulls sembra perplesso per la sconfitta con i Cavs… a quando la rivincita?

Adesso sono veramente vicine.

Le franchigie dei Chicago Bulls e dei Cleveland Cavaliers hanno realisticamente pochissime possibilità  di agganciare in vetta alla propria division i rivali dei Chicago Bulls, ma fra di loro sono divise da una sola partita di differenza: rispettivamente 44 - 31 i Bulls e 45 - 30 i Cavs.

Risultati

Vs Denver W 109-108 (40-30)
@ Indiana W 92-90 (41-30)
Vs Portland W 100-89 (42-30)
Vs Detroit W 83-81 (43-30)
Vs Cleveland L (OT) 108-112 (43-31)
@ Atlanta W 105-97 (44-31)

Questa minimo distacco, che renderà  un po' più interessante ogni singola partita delle due squadre di qui alla fine della regular season, significa in soldoni, che chi arriverà  prima delle due si potrà  accaparrare, molto probabilmente il secondo spot del braket dell'est ai play-off e chi seguirà  avrà  solamente la quinta piazza.

Considerato questo aspetto non da poco, appare ancora più cocente l'unica sconfitta rimediata da Chicago nelle ultime sei gare, la quarta nelle ultime quindici, quella rimediata in casa proprio nello scontro diretto con Cleveland.

Facciamo un passo indietro e vediamo le tante note liete che queste ultime due settimane hanno regalato ai tifosi dell'Illinois e a coach Scott Skiles.

Ciò che sta impressionando nei Bulls dell'ultimo periodo sembra essere, in particolare, la crescita di tanti che tanti singoli atleti hanno saputo dare nei momenti più importanti dell'anno.

Il tanto (e giustamente) criticato Ben Wallace, è infatti tornato a recitare un ruolo di vero protagonista nell'area pitturata dei suoi. Nelle ultime cinque uscite, il numero 3 ha deciso di guadagnarsi una parte dei 16 milioni di dollari di stipendio raccogliendo in sequenza 14, 16, 19, 12 e 9 rimbalzi e probabilmente non è un caso che la cifra più alta sia arrivata nella sfida contro i suoi ex compagni di Detroit.

Tanto per restare in tema di lunghi, l'assenza prolungata di Andres Nocioni, sembra aver favorito la definitiva esplosione del talento di Tyrus Thomas, che proprio in due delle partite più importanti dell'anno, contro Detroit e Cleveland ha dato un saggio delle straordinarie potenzialità  atletica in suo possesso e ha marcato due gare da 13 punti e 10 rimbalzi la prima e 27 punti con 8 rimbalzi la seconda.

Dal canto loro, Luol Deng e Ben Gordon stanno confermando i rispettivi ruoli di prima e seconda opzione (fate voi chi prima e chi seconda) dell'attacco di Chicago, ma su Gordon pesano come macigni i tanti, troppi errori fatti registrare nei momenti più importanti della gara contro Lebron James e soci.

In particolare non è sembrato esente da critiche il comportamento nel possesso degli ultimi attacchi dell'ultimo quarto, con almeno uno scarico mancato e l'errore personale che ha permesso alla partita di essere prolungata all'over time con conseguente vittoria della franchigia dell'Ohio.

A chi sarebbe giunto quell'ipotetico assist?
Il destinatario della palla è l'uomo che in nei mesi trascorsi di regular season, in una squadra che ha fatto degli alti e bassi una caratteristica sin troppo presente, ha messo al contrario la continuità  in cima alle proprie priorità .

Kirk Hinrich da Kansas è ad oggi uno dei migliori play-maker della lega.
In un era nella quale il termine è veramente in disuso (all'All Star Game non ve ne è stata quasi traccia) e si preferisce parlare di point guard, il giovane Kirk, settima scelta assoluta del draft 2003 è oggi, Steve Nash a parte, il più classico interprete del ruolo che fu di John Stockton.

Negli anni trascorsi sin qui nella lega, il solo passaggio a vuoto registrato è stato probabilmente quello del passaggio senza troppa enfasi nelle file del Team USA.

A parte questa sfortunata parentesi, il rendimento del numero 12 dei Bulls è rimasto praticamente sempre su di un livello costante, con 15 punti di media realizzati in carriera (16.5 solo quest'anno) e 6.4 assist di media.

Certo, il fisico, l'attitudine e il colore della pelle hanno favorito un naturale accostamento con l'ex play degli Utah Jazz, ma non si tratta soltanto di una mera suggestione.

Così come Stockton, anche Hinrich nei primi anni di carriera è stato molto sottovalutato in quanto a capacità  difensiva. Al contrario, la sua capacità  di lettura e di coinvolgimento dei compagni nel fermare gli attacchi avversari è davvero interessante. In più non si tratta certo di un giocatore con un attitudine gentile.

I suoi gomiti sono piuttosto pesanti, non è un caso che ormai sia lui a tenere in automatico il miglior tiratore avversario nei finali punto a punto e la "consacrazione" in quanto a difesa è arrivata proprio quest'anno dove addirittura un signore del calibro di Popovich è arrivato a definirlo un dirty player a seguito della sfida vinta dai Bulls in gennaio.

La sua leadership adesso sarà  fondamentale per continuare una sfida a distanza che terminerà  probabilmente solo con il 18 aprile, data dell'ultima sfida di stagione regolare contro i New Jersey Nets.

Da qui al 18 le partite in calendario sono sette.
La prima è forse la più importante ed è il re-match della gara contro Detroit disputata solo cinque giorni fa. A questa gara seguiranno due gare con New Jersey appunto e le partite contro Toronto, New York, Charlotte e Washington.

Non si tratta di un calendario impossibile, ma come più volte fatto notare da tanti analisti, il fattore tecnico è solo uno fra i tanti da prendere in considerazione quando si parla di fine regular season NBA.

In un modo o nell'altro sarà  tutto terminato il 18 aprile. Poi sarà  solo play-off.

Buona Pasqua e alla prossima".

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