I tifosi sono delusi della stagione dei Pacers
Che la stagione dei Pacers abbia preso ormai una brutta piega è inequivocabile perché sono i fatti a parlare. 17 sconfitte nelle ultime 19 gare, 11 stop di fila in trasferta con l'ultima per 93-85 sul campo degli Orlando Magic.
Dall'ultima vittoria contro Miami, sono seguite altre quattro sconfitte, due delle quali contro dirette rivali - Orlando e New Jersey - per la corsa ai playoffs che ormai si è fatta complicata, non tanto per il distacco ma per le problematiche condizioni fisico-tecniche della squadra di coach Rick Carlisle.
Jermaine O'Neal era quasi in lacrime dopo l'ultimo stop dei Pacers. "E' spiacevole perdere nella maniera in cui perdiamo noi - ha detto O'Neal a fine partita - è imbarazzante". Dopo i giornalisti gli hanno chiesto se avesse intenzione di essere ceduto e lui dopo una pausa di 10 secondi si è messo un'asciugamano in faccia per nascondersi per poi concludere l'intervista.
Se ne riparlerà a fine stagione.
Tutto sulle spalle di Jermaine O'Neal
L'influenza che Jermaine O'Neal ha in questa squadra è indubbiamente molto forte, ma purtroppo in questo periodo sembra proprio che il resto della squadra non lo stia accompagnando e che le sorti dei Pacers passino solamente da lui. Le sfide casalinghe con Chicago e Cleveland ne sono la dimostrazione.
Nella sconfitta 90-92 in extremis grazie al canestro finale di Ben Gordon e il successivo errore sulla sirena del #7 dei Pacers, contro i Bulls, O'Neal aveva aggiornato il season high con 39 punti segnando anche gli ultimi 14 punti della squadra. Una grande gara per lui, ma il solo Mike Dunleavy in quella occasione lo aveva assistito, mentre gli altri due esterni di punta ovvero Jamaal Tinsley e Danny Granger combinavano la miseria di 11 punti frutto di un 4-21 dal campo, a differenza del 24-39 del duo citato prima.
Nelle uniche due vittorie della pesante striscia, Indiana aveva mandato quattro giocatori in doppia cifra con Miami e ben 6 contro Atlanta. "Quando abbiamo 4 o 5 giocatori in doppia cifra bilanciando l'attacco, abbiamo solitamente più possibilità di vittoria - sottolinea Carlisle – avevamo bisogno di un contributo maggiore da parte di più ragazzi, invece abbiamo lasciato tutto nelle mani di Jermaine".
Nella successiva sfida, contro i Cleveland Cavaliers – persa 94-105 - O'Neal aveva nuovamente disputato una stupenda gara grazie a 32 punti e un invidiabile 11-18 al tiro, ma anche questa volta non era bastato nonostante i Pacers avessero disputato una buona gara che alla fine hanno dovuto cedere ad una squadra che in questo momento gli è sicuramente superiore. O'Neal non segnava più di 30 punti in back-to-back dalla stagione 2004-2005.
Ma il periodo di forma era stato interrotto - nuovamente - dai problemi fisici che lo hanno tenuto fuori nello scontro diretto ad East Rutherford in casa dei New Jersey Nets. "Era troppo dolorante per scendere in campo - ha commentato Carlisle a fine gara - è stata una dura perdita, specialmente per come stava giocando". Ovviamente non c'è stata gara perché togliere un giocatore che in nelle due gare precedenti aveva rappresentato il 40% dell'attacco con 71 punti su 184 complessivi della squadra, è un problema. C'è stata gloria solamente per il rookie Shawne Williams che ha stabilito il career high con 19 punti, seppur buona parte della sfida sia stato garbage time.
Quando in una gara gli starter tirano col 28%, mentre la panchina perde il duello con quella avversaria per 49-21, è difficilmente possibile riuscire a vincere. "Nel primo tempo abbiamo tirato col 24% mentre i Nets col 58% – continua Carlisle – non sei nelle condizioni di vincere contro una buona squadra, specialmente in trasferta, quando tiri in questo modo". Ricordiamo che i Pacers sono l'ultima squadra nella lega nelle percentuali al tiro.
Sul campo dei Magic, nonostante abbia zoppicato per buona parte della gara, O'Neal è sceso in campo ma non in condizioni accettabili. Orlando lo ha ingabbiato e lui ha tirato 4-18 dal campo per 10 punti, collezionando però anche ben 8 palle perse.
Eppure i Pacers hanno lottato fino alla fine, ma hanno dovuto riconoscere i propri limiti. "Troppe palle perse nel primo tempo - commenta Carlisle - mentre nel secondo tempo invece semplicemente non abbiamo segnato". Jamaal Tinsley ha realizzato 27 punti, ma allo stesso tempo Dunleavy (solo 8 punti e addirittura a quota 0 nel primo tempo) e Granger (13 punti di cui molti a partita quasi finita) non hanno saputo sopperire alle difficoltà di O'Neal.
I Pacers, nell'ultimo messe, hanno sofferto più del previsto l'infortunio di Marquis Daniels (giunto ormai a 15 gara saltate consecutive) perché era l'unico giocatore che poteva scardinare le difese avversarie con le penetrazioni e il ball-handling. Mentre Mike Dunleavy nonostante abbia fatto progressi al tiro, è ancora abbastanza discontinuo come ai tempi di Golden State; la sensazione è che possa rendere al meglio in un sistema di gioco ben strutturato e non come uno dei uomini di punta.
Giocare per i playoff o per il futuro?
La corsa ai playoff è ancora aperta, ma è indubbio che la stagione è andata profondamente a sud. 3 vittorie e e 16 sconfitte dalla pausa per l'All Star Game pesano come un macigno e considerando che nelle due prossime partite i Pacers dovranno affrontare San Antonio e Detroit, due possibili finaliste NBA, la strscia negativa è probabile che si allungherà .
Anche un eventuale, ma allo stesso tempo improbabile approdo ai playoffs, difficilmente può cambiare le sorti di una stagione fino ad ora fallimentare. Arrivare ai playoffs ed uscire al primo turno non può essere un affare.
Indiana ha insieme a San Antonio la striscia più lunga di partecipazioni consecutive ai playoffs, dato che dalla stagione 1996-1997 la squadra di Indianapolis centra la post season regolarmente anno dopo anno. Perché non fare un passo indietro se c'è di mezzo il futuro del team?
Se i Pacers dovessero approdare ai playoffs, non avrebbero nessuna scelta nel prossimo draft che si prospetta molto interessante. La prima scelta è stata spedita ad Atlanta nell'affare Al Harrington mentre la seconda scelta è stata scambiata con Portland in cambio di James White.
La prima scelta ceduta è protetta. Questo vuol dire che sarà di diritto dei Pacers se e solo se sarà compresa nelle prime 10 chiamate. In caso contrario andrà come contratto ad Atlanta.
Ma non è detto che non facendo i playoffs, i Pacers avrebbero comunque la scelta, perché bisogna considerare che la lottery è composta da 14 squadre e Indiana dovrebbe assicurarsi di avere un record peggiore di almeno altre 4 squadre per avere più possibilità di fare parte delle prime 10 chiamate.
Perché continuare a rischiare sulla salute di O'Neal in questo finale di stagione? Perché continuare a sperare su un ritorno di Daniels che sarebbe a dir poco forzato? A questo punto sarebbe ora di dare spazio ai giovani: Ike Diogu, Shawne Williams e Orien Greene in testa, senza dimenticare David Harrison.
In 49 states it's just basketball but this is Indiana
C'era ancora qualche dubbio sule intenzioni di Darrell Armstrong riguardo la prossima stagione, continuare a giocare o iniziare subito ad allenare. Ora invece ha ufficializzato che giocherà anche il prossimo anno, la 14° stagione in NBA.
“La migliore cosa di quest'anno è che ho giocato dai 12 ai 15 minuti per gara e il mio corpo ha risposto bene – ha detto Armstrong – questa è una grande cosa. Ho ancora la mia energia”. Il mistero è come faccia un giocatore di quasi 39 anni a pressare a tutto campo e ad essere sempre così pieno di energia.
Armstrong è il terzo giocatore più vecchio della lega, dietro solamente in ordine a Dikembe Mutombo e Clifford Robinson.
“Un giocatore come Darrell può giocare per una o due decadi – ha detto su di lui Carlisle – siamo fortunati ad avere avuto e ad avere ora, due giocatori nella nostra franchigia come lui e Reggie Miller, che hanno giocato a grandi livelli anche dopo i 30 anni. Non ho dubbi che Darrell sarà grandioso per un altro anno o forse per ancora più tempo”.
Sul momento difficile dei Pacers, l'ex Scot Pollard che con i suoi Cleveland Cavaliers ha espugnato la Conseco Fieldhouse, ha rilasciato qualche battuta all'Indiapolis Star proprio su come sia possibile che una squadra come Indiana sia addirittura fuori dai playoffs. “E' sorprendente per quello che è Rick – ha detto Pollard - ti dice sempre quello che vuole da te, è un allenatore da playoff. Ha sempre fatto i playoff da coach e sa come si ci arriva”. Mentre ritorna anche al passato, precisamente a questa estate in cui avrebbe rifirmato volentieri con i Pacers. “Volevo rimanere qui. Ho una casa lì, ma non era una buona situazione – ha detto – era un brutto mix, non erano brutti ragazzi, ma soltanto un brutto mix”. Forse un po' di questo mix è andato a Golden State, la cose non sono cambiate, anzi.
Nel frattempo, sul blog dei Pacers, le ultime apparizioni di Shawne Williams hanno portato ottimismo. "Ha giocato molto bene quando ha avuto spazio e ora sono curioso di vedere come si comporterà nel resto della stagione e il prossimo anno. Quando si adatterà a giocare anche come power forward, diventerà un giocatore veramente speciale”. E' il parere di un tifoso.