Sempre e solo Agent Zero
The Most World Famous Arenas
Agent Zero, Agent Zero, Agent Zero"questa è la prima cosa che viene in mente, quando si parla dei Washington Wizards, e come potrebbe essere altrimenti; Gilbert Arenas, uno dei giocatori più forti e decisivi di questi anni, ma anche uno dei più simpatici, e con una sorte avversa predettegli da molti, che grazie al lavoro costante è riuscito a cambiare.
Indosso il numero zero sulla maglia perché il mio vecchio allenatore di High School, un giorno, mi disse che avrei giocato zero minuti nel basket che conta davvero. Così quando sono arrivato ad Arizona, ho deciso di indossare lo zero, per farmi forza, e per riuscire a lavorare sempre più duramente, pensando alla gente che non credeva in me.
Beh, bel caratterino Gilbert.
Dal suo arrivo a Washington dai Warriors, nella stagione 2003/2004 dopo aver vinto il premio di Most Improved Player, la franchigia è migliorata esponenzialmente, passando da un record di 25 vinte e 57 perse (il suo primo anno ai Wizards), ai playoff giocati nelle due stagioni successive (45-37 e 42-40 i due record), con la sconfitta nelle semifinali di conference nel 2004/2005.
Di sicuro il merito non può solo essere di Arenas, anche se le sue cifre, non possono nemmeno essere avvicinate dai suoi compagni di squadra; per un fatto meramente statistico, queste sono le sue cifre nei quattro anni passati nella capitale (punti e assist): 19.6 e 5, 25.5 e 5.1, 29.3 e 6.1, 28.8 e 5.8. Ecco, dicevamo che non tutti i miglioramenti dei Wizards potranno essere merito suo, ma certamente la maggior parte si!
Insomma, ci sarà un motivo se questo ragazzo, che è nella Nba da soli cinque anni, è già uno tra i più decisivi giocatori della Lega, assieme a gente del calibro di Duncan, Nash, Nowitzki, Bryant, Wade e James, e che come loro vuole la palla in mano nei momenti in cui la partita si decide. La parola "paura" d'altronde non fa parte del suo vocabolario.
Se a tutto questo si aggiunge la simpatia che provoca nelle altre persone (il suo blog è uno dei più letti nel mondo), e la disponibilità ad interagire con i fan, allora ci si può spiegare perché, anche ai non tifosi di Washington, Gilbert piaccia da impazzire.
Antawn Jamison
Arrivato dai Dallas Mavericks nell'estate del 2004 in cambio di Jerry Stackhouse ed il rookie Devin Harris, dopo aver vinto il premio di Miglior Sesto Uomo dell'anno, l'ex North Carolina ha contribuito in maniera decisiva al rilancio dei Wizards, risultando da subito importante nello scacchiere tattico di coach Eddie Jordan, e ritrovando il suo vecchio compagno ai tempi dei Warriors, Arenas.
Le sue cifre, già importanti a Golden State, si sono assestate sui binari dell'eccellenza, permettendogli, anche, di partecipare all'All-Star Game della stagione 2004/2005. Ma è nel suo secondo anno a Washington, che Jamison ha vissuto la miglior stagione Nba, fatturando a fine campionato 20.5 punti e 9.3 rimbalzi, e risultando decisivo per far approdare i Wizards alla post season.
Sebbene limitato nel mese di gennaio da un infortunio alla caviglia sinistra, che gli ha fatto saltare dodici partite, Antawn sta contribuendo in maniera molto importante all'ottima stagione che sta vivendo la squadra di coach Jordan, mantenendosi sulle sue cifre abituali, con quasi 20 punti e 8 rimbalzi di media a partita.
Queste le sue parole riguardo la stagione in corso:
Stiamo ottenendo buoni risultati, quest'estate si sono aggiunti alla squadra alcuni elementi importanti, che ci stanno aiutando a ripetere la buona stagione passata. Un aspetto che è migliorato, inoltre, è la difesa, alcune giocate ci riescono meglio e così possiamo giocare più rilassati in attacco.
Dobbiamo continuare così, vogliamo raggiungere il massimo risultato possibile, sappiamo che se ce la metteremo tutta, ce la giocheremo alla pari con chiunque.
Caron Butler
Il terzo membro dei "Big Three" di Washington, è arrivato la passata stagione dai Lakers in cambio di Kwame Brown, in uno degli scambi meglio riusciti al GM Ernie Grunfeld, dopo aver giocato per due anni a Miami ed uno a Los Angeles, ai Wizards sembra aver trovato la sua giusta dimensione; giocatore a dir poco esplosivo (sia nel senso cestistico che caratteriale), Butler sta fornendo alla causa 19 punti e 7.5 rimbalzi, ma soprattutto tanta difesa ed intensità , in una squadra dove sia una che l'altra non abbonda.
La convocazione all'All-Star Game di quest'anno a Las Vegas, è stata per lui la realizzazione di un sogno: cresciuto in uno dei quartieri più malfamati degli Stati Uniti, quand'era ragazzo è stato rinchiuso varie volte in prigione; l'opportunità di andare a UConn, è stata sfruttata da Caron per uscire dalla pessima situazione in cui viveva, e il giorno in cui ha firmato il contratto da 7 milioni di dollari con i Wizards, ha potuto festeggiare con la madre, vero idolo della sua vita.
La possibilità di partecipare alla Partita delle Stelle, però, è stata solo una delle soddisfazioni che Butler si vuole togliere in questi anni, il suo prossimo obiettivo, infatti, è quello di riportare il titolo a Washington, dove manca dal 1977/78, quando, però, la franchigia si chiamava ancora Bullets.
DeShawn Stevenson, Jarvis Hayes e Antonio Daniels
Il resto del reparto "piccoli" dei Wizards è composto da Stevenson e Daniels, veri girovaghi della Nba, e da Hayes. Il primo, arrivato quest'estate dai Magic, ha già cambiato tre squadre in sei anni, venendo scelto nel 2000 da Utah; diventato da subito grande amico di Arenas, DeShawn ha saputo ritagliarsi uno spazio importante, partendo sempre in quintetto e contribuendo con 10 punti, 2.5 rimbalzi e 2.5 assist, ma togliendo soprattutto pressione difensiva al suo playmaker, grazie alla buona attitudine nella propria metà campo.
Sia la dirigenza che l'allenatore concordano sulle capacità e sulle possibilità di Stevenson a Washington:
E' un giocatore esplosivo, capace di andare facilmente a canestro in penetrazione. Sarà di grande aiuto per la nostra squadra.
Anche il giocatore si è detto molto felice, quest'estate, di essere approdato ai Wizards:
E' una grande opportunità per me; abbiamo una squadra che ha già raggiunto per due anni consecutivi i playoff, e questo non può essere che uno stimolo per me, per migliorare ancora, sia come giocatore che come persona.
Daniels, scelto alla numero 4 da Vancouver nel 1997, è passato anche da San Antonio, Portland e Seattle; messo sotto contratto da Washington per le sue capacità offensive e per l'esperienza nei playoff, l'ex Bowling Green, ha concluso la stagione passata vicino ai 10 punti di media, mentre in questa è leggermente sotto le attese, con soli 6.5.
Hayes, scelto al draft delle meraviglie (quello di Lebron, Carmelo e Dwyane), si è rivelato un buon comprimario, raccogliendo da subito cifre abbastanza importanti (9.6 punti e 3.8 rimbalzi al suo anno da rookie); quest'anno però sta vivendo un periodo difficile, solo 6.1 punti e 2.6 rimbalzi, non riuscendo ad incidere più di tanto.
Reparto lunghi
Se il reparto "piccoli" nei Wizards è ben coperto, lo stesso non si può dire per quello dei "lunghi". Haywood, Thomas, Songaila, Ruffin e Blatche non possono dare la sicurezza, né offensiva né difensiva, di cui Eddie Jordan ha bisogno, e neppure giocarsela alla pari in una sfida a sette partite, come accade nei playoff, contro il reparto dietro di, ad esempio, Detroit e Miami. Proprio per questo motivo le maggiori preoccupazioni in casa Wizards, vengono da sotto canestro.
I due centri che si contendono il posto (con alcune scazzottate anche durante gli allenamenti), sono Brendan Haywood, scelto da Cleveland nel 2001 ma passato subito nella capitale, ed Etan Thomas, scelto nel 2000 da Dallas alla numero 12; nessuno dei due ha ancora fatto vedere di valere delle chiamate abbastanza alte, alternando buone partite, con ottime giocate sia in attacco che in difesa (soprattutto stoppate), ad incontri totalmente privi di concentrazione e mordente.
Darius Songaila, arrivato quest'estate da Sacramento, viene sfruttato da coach Jordan per aprire il campo, grazie al gran gioco lontano da canestro e all'ottima abilità di tiro, permettendo così, ad Arenas e compagni, di penetrare più facilmente e di trovare più spesso dei canestri facili; un altro "nuovo", essendo arrivato nella Nba solo l'anno scorso è Andray Blatche, giocatore dal fisico esplosivo ma ancora acerbo, capace però di dare una scarica d'adrenalina alla squadra, con alcune importanti giocate sopra il ferro.
Tutti assieme, comunque, quest'anno raggiungono appena 5 punti e 4.5 rimbalzi di media, un po' pochino per una squadra che vuole fare molta strada nei playoff.
Rapide conclusioni
Con Arenas tutto è possibile; si può arrivare fino alla finale della Eastern Conference (se Gilberto nostro infila alcune partite delle sue), oppure uscire al primo turno (soprattutto se s'incontrano gli Heat con Wade).
La differenza la fa Agent Zero, e questo è risaputo anche in casa Wizards, le acquisizioni sul mercato e l'aumento della chimica tra i giocatori, però, potrebbero aiutare, soprattutto se la stella della squadra dovesse "fallire" alcune partite.