Tempo di Twellman

Taylor Twellman nella foto dopo il suo primo goal in Nazionale, contro Panama nel 2005.

Mercoledì contro il Guatemala, penultimo match di preparazione della Nazionale USA di Bob Bradley verso Gold Cup e Copa America che si giocheranno in estate, dovrebbe essere finalmente il suo turno. Bradley potrebbe infatti schierarlo al posto di Brian Ching al centro dell'attacco USA, e Twellman si troverà  ancora una volta a cercare di dimostrare di saper fare in Nazionale quello che ha gia dimostrato con i Revs.

Nato a St. Louis, Missouri, il 29 Febbraio 1980 Taylor Twellman aveva il calcio, ma anche lo sport in generale, già  scritto nel DNA con il padre, Tim, che ha militato nella NASL per dieci anni, giocando con quattro team differenti; Taylor, oltre all'eredità  sportiva paterna ha sempre potuto contare su un pedigree famigliare di tutto rispetto, che vede lo zio Jay Delsing essere uno dei migliori golfisti al mondo, e il nonno materno, Jim Delsing, aver giocato professionista come prima base in Major League, militando in cinque franchigie tra il 1948 e il 1960.

Con un sangue così nelle vene il giovane Twellman non poteva che essere un atleta eclettico e molto valido già  ai tempi della high school, la St. Louis University HS, dove primeggiava in diversi sport: basket, soccer, baseball e football, dove venne inserito a roster naturalmente come kicker. Divenuto letterman in tutte e quattro le discipline Taylor si fece notare parecchio soprattutto nel baseball, dove concluse le stagioni da junior e da senior con medie battuta di tutto rispetto (rispettivamente .450 nella prima e .517 nella seconda), e nel calcio, dove riuscì a conquistare diversi riconoscimenti personali.

Nei suoi quattro anni liceali Twelleman ha segnato 115 goal, di cui 47 nella stagione da junior che rappresentano il record della scuola, e finalizzato 35 assist, che lo hanno portato ad assicurarsi nel suo ultimo anno di carriera importanti premi quali il 1997 NSCAA National Soccer Player of the Year e Sports Illustrated Old Spice Athlete of the Month in 1997; nominato per ben due volte Gatorade State and Central Region Player of the Year ed entrato altrettante volte nel NSCAA All-American Team, grazie alle sue ottime stagioni disputate nella high school si presentò al recruiting 1998 entrando nel Soccer America Top 25 recruit Year, un report che presenta i migliori giocatori disponibili al "draft" universitario.

Accettata la borsa di studio della Maryland University, Twelleman esordisce nel campionato soccer NCAA nel 1998, rivelandosi da subito uno dei migliori giocatori del panorama universitario americano; nominato nel first team della All-ACC, nel secondo della All-South Atlantic Region, scelto come Soccer America's Freshman of the Year, Taylor conclude la sua stagione da matricola con 16 goal e 8 assist in 23 partite disputate. Tornato nel 1999 dopo la rottura del naso che lo aveva allontanato dal campo sul finire della suo primo anno al college, il giovane statunitense disputò una buona stagione da sophomore realizzando 12 goal e 9 assist in 20 partite, che le valsero la seconda chiamata nella selezione All-ACC e All-South Atlantic Region e la prima nel All-American NCAA team.
Divenuto nel frattempo giocatore fondamentale della Under 20 statunitense, con la quale disputò il campionato del mondo giovanile in Nigeria vincendo il Bronze Ball come terzo marcatore del torneo con 4 reti, Twellman venne notato da osservatori europei che gli offrirono la possibilità  di trasferirsi in Germania la stagione successiva; approdato nel 2000 al Monaco 1860, seconda squadra della città  bavarese, l'attaccante americano venne inserito nella squadra riserve che disputava il campionato amatoriale, la Regionaliga.

Dopo aver giocato senza gloria ne onore con la squadra "amateur" del Munich, Taylor decise di rinunciare nel 2001 all'opzione che prevedeva un rinnovo di contratto per i due anni successivi, per rendersi disponibile al Superdraft 2002 della Major League Soccer.
Selezionato dai New England Revolution Twellman ritornò a calcare i campi degli stadi americani risultando nell'immediato uno dei migliori giocatori della lega e diventando la stella della franchigia di Boston realizzando 23 goal e confezionando 6 assist; inserito grazie alle sue ottime prestazioni nella RadioShack Best XI, si assicurò il premio "Nickelodeon GAS Play of the Year" grazie allo splendido goal in rovesciata segnato contro il Kansas City Wizard il 22 giugno.

Votato dai supporter di New England "Midnight Riders' Man of the Year", premio assegnato dal sito internet che raggruppa tutti i tifosi della franchigia, e "Revolution MVP", l'attaccante originario di St.Louis conquistò nel 2002 la prima chiamata in nazionale maggiore, esordendo il 17 novembre dello stesso anno contro El Salvador, in un match vinto dagli USA per 2-0.

Nel 2003, mentre continuava a ritagliarsi spazio nella squadra statunitense, Taylor guidò la MLS per media goal realizzati a partita, 0.68, e dominò nella classifica cannonieri, 15 reti, in concomitanza con Carlos Ruiz, strappando nuovamente i titoli di "Revolution MVP" e"Midnight Riders' Man of the Year", primo giocatore di New England a centrare la vittoria in una "back-to-back season".
Conclusa la sua seconda annata in Major League con diversi problemi di salute riguardanti l'apparato respiratorio e un infortunio al piede sinistro che lo allontanò dai campi per parte della stagione successiva, l'attaccante originario di St.Louis scese in campo solamente 23 volte nel 2004; con 9 goal realizzati finì secondo nella classifica dei marcatori dei Revolution, segnando anche due importantissime reti nei playoffs della MLS Cup, di cui uno nella Eastern Conference Final contro i D.C. United.
Mentre la sua carriera con New England procedeva a vele spiegate nonostante alcuni piccoli intoppi, Twellman faticava enormemente a sfondare in Nazionale, e soprattutto non riusciva a trovare l'agognato primo goal con la maglia a stelle e strisce che aveva vestito in svariate occasioni; tra il 2004 e il 2005 l'attaccante dei Revs ha giocato diverse partite con la selezione USA, riuscendo nell'impresa di realizzare la prima rete contro Panama, il 12 ottobre 2005, in un match valido per le qualificazioni ai mondiali di Germania 2006.

Il goal realizzato in Nazionale corona una stagione straordinaria disputata da Twellmann, che grazie alle prestazioni fornite con i Revolution in campionato ottiene diversi riconoscimenti; votato "MLS Honda MVP" e vincitore del "MLS'Budweiser Golden Boot", quale migliore cannoniere del torneo, con 17 goal e 7 assist all'attivo conquista nuovamente la nomina nel "MLS RadioShack Best XI".

"MLS All-Star" per la terza volta in quattro anni, l'allora venticinquenne attaccante della franchigia bostoniana riuscì a vincere, per la prima volta in carriera, il titolo di "All-Star Game MVP" dopo aver messo a segno un goal nella partita disputata contro la squadra inglese del Fulham, prima di concludere un 2005 di altissimo livello assicurandosi il "MLS Player of the Month" del mese di settembre e, nuovamente, il "Midnight Riders'Man of the Year".

Ormai idolo dei tifosi di New England, Twellman si è presentato ai nastri di partenza della stagione 2006 in grandissima forma, diventando uno dei perni della squadra che ha disputato la seconda finale consecutiva, perdendola come nell'anno precedente, di MLS Cup. Ancora una volta leader indiscusso dell'attacco dei Revolution con 11 goal all'attivo e 5 assist, la forward numero 20 ha giocato una stagione in crescendo, scendendo in campo in tutte le partite della sua squadra, e riuscendo a diventare il più giovane calciatore della MLS a raggiungere quota 75 goal nella lega, 26 anni e 221 giorni, superando il precedente detentore Jason Kreis, 29 anni e 168 giorni.

Nuovamente nominato nella "MLS All-Star", Taylor non è riuscito a disputare la partita contro il Chelsea in quanto i Revolution dovevano recuperare un match in cartellone contro i Chivas USA, perdendo così la seconda possibilità  nel giro di un paio di mesi di confrontarsi con i molti campioni che militano nel "vecchio continente"; lasciato a casa da Bruce Arena a pochi giorni dall'inizio dei Mondiali 2006 in favore di Brian Ching, l'attaccante di New England è stato uno dei più grandi rimpianti della spedizione americana che ha provato a ben figurare all'ultima coppa del mondo.
Con 4 goal e 3 assist messi a segno nelle sei partite disputate con la nazionale statunitense nell'ultimo anno, Twellman ha dimostrato sia che avrebbe meritato un posto in "quei" 23 di Germania, sia di essere un perno fondamentale per il futuro della stessa squadra, ora affidata alle cure del nuovo C.T. Bob Bradley.

Tornato sui campi della Major League con il dente un po' avvelenato, l'attaccante che vive in Minnesota, e più precisamente a Minneapolis, ha guidato i Revolution, prima, alla conquista dei playoffs, e poi attraverso gli stessi fino all'epilogo nella finale del Pizza Hut Park di Frisco, Texas, contro gli Houston Dynamo; arrivato alla partita clou della stagione come il giocatore più in forma della sua squadra, in goal in tutte le partite di post season giocate fino a quel momento (contro Chicago e D.C.), Twellman gioca una MLS Cup a grandi livelli, portando in vantaggio New England al 113', nei tempi supplementari, e ipotecando il trofeo.
Il resto è storia recente, i Dynamo pareggiano dopo neanche un minuto con Brian Ching, ancora lui, che consegna le sorti della partita alla lotteria dei rigori, dove Taylor segna ancora quello del 3-3 prima che i Revolution si arrendano agli avversari e all'attaccante non rimanga che festeggiare, nonostante la frustrazione per la nuova sconfitta in finale, la nomina nel "Soccer America's 2006 MLS Cup Best XI", la top 11 dei playoff MLS.

Considerato ormai uno dei migliori, se non il migliore, attaccanti della lega professionistica americana, Taylor Twellman è ormai prossimo a completare una maturazione professionale che lo ha reso un goleador di razza, un giocatore offensivo capace di risultare micidiale ogni qual volta si trovi in prossimità  della porta avversaria; punta veloce, più efficace se può sfruttare gli spazi aperti da compagni in possesso di un fisico prestante, il ventiseienne attaccante dei Revolution è il classico predatore d'area da rigore, freddo e preciso quando deve battere a rete e pronto a sfruttare ogni palla vagante negli ultimi sedici metri avversari.
Diventato una vera e propria istituzione dell'attacco di New England in questi anni, da quando è arrivato a Foxborough nel 2002 ha guidato la franchigia per goal realizzati in cinque delle sue sei stagioni, Twelleman è ormai conosciuto dai suoi tifosi come "Mr. New England Soccer", ovvero il giocatore in cui più di ogni altro loro stessi si riconoscono.

Sposato con Lindsay, Taylor è il primogenito di una famiglia dedita al soccer; oltre al già  citato padre Tim, che giocò con Minnesota Kicks, Tulsa Roughnecks e Chicago Sting, anche gli zii Steve e Mike Twellman calcarono i campi NASL, il primo con i Boston Minutemen e il secondo con i Chicago Sting; inoltre, nonostante siano passati ormai diversi lustri i Twellman continuano tuttora a dedicarsi al soccer, con i fratelli di Taylor che si sono "gettati" al suo inseguimento, James, scelto dai San Josè Eartquakes nel Superdraft MLS 2005, e Alex, che gioca attualmente per la St. Louis University.

Se ancora aveste dubbi sulla dedizione verso il soccer, il calcio, il football, o come lo si voglia chiamare, da parte di questo ragazzo, c'è ancora un ultimo aneddoto da raccontare che lo riguarda, e che forse vi confermerebbe quanto è grande il suo amore per il pallone di cuoio a scacchi; all'uscita da Maryland venne offerto a Twellman un contratto per diventare un giocatore di baseball professionista da parte dei Kansas City Royals, lui non ebbe mai alcun dubbio, "Mr. Soccer" scelse di optare per la carriera calcistica all'istante, senza pensarci.

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