Roy Hibbert esulta per la qualificazione alle Final Four, dove avrà la possibilità di confrontarsi con Greg Oden
Dopo 32 minuti vissuti in apnea, con l'unico obbiettivo di tornare a galla anche se aggrappati solo ad un sottile filo di speranza di rimonta, gli Hoyas hanno spazzato via North Carolina nella partita indicata come la rivincita della famosa finale del 1982, quella vinta da His Airness con un jumper che lo portò per la prima volta alle luci della ribalta, quella che tra gli sconfitti annoverava anche Patrick Ewing. E se è vero che le colpe dei padri ricadono sui figli, in questo caso sulle spalle di Patrick Ewing Junior si è posata solo la soddisfazione di essere riuscito a consumare la rivincita sportiva del suo vecchio.
A fine partita l'ex Knicks afferma di aver più volte provato a contattare telefonicamente Jordan, ma pare che Michael abbia rifiutato le chiamate. Poco male, la festa in campo è stata grande lo stesso, con celebrazioni per John Thompson III, che ha diretto con grande lucidità Georgetown fino all'overtime, ma anche per John Thompson Junior, coach degli Hoyas 25 anni fa, a bordo campo per commentare alla radio la partita.
Partita intensa, dai ritmi a tratti infernali, appassionante ed infinita. Per quanto UNC abbia comandato i giochi dai liberi del + 2 di Thompson in poi, dimostrandosi padrona della gara ed arrivando a toccare il +11 a poco più di 5 minuti dal termine con un layup di Lawson, Gerogetown non ha mai smesso di crederci.
Non è servito il primo break piazzato dal solo Brendan Wright, che nella seconda parte del primo tempo ha realizzato 9 punti in quasi 2 minuti, dando l'impressione di poter ridicolizzare con assoluta facilità la difesa di Gorgetown. Solo l'impressione però, perché l'ala di North Carolina non è più riuscita a segnare su azione per tutto il resto del match, fermato anche dai falli. Sì perché per marcare gente come Jeff Green, Roy Hibbert e Ewing Junior, Wright e Hansbrough hanno dovuto spesso ricorrere alle maniere forti.
La fisicità di Hibbert in particolare è parsa a tratti implacabile, e Hansbrough, ancora una volta il migliore dei suoi, è stato messo più volte in difficoltà dal centro degli Hoyas. Ha saputo ad ogni modo produrre un'altra prestazione magistrale da 26 punti e 11 rimbalzi, frutto di grande precisione ai liberi, procurati attaccando le torri avversarie con finissima astuzia. Gli sforzi del #50 non sono stati però sufficienti per interrompere la marcia di Georgetown, scandita dalle giocate di Jeff Green (22 + 9), ottimamente supportato da tutti i compagni di squadra, con l'intero starting five in doppia cifra.
E' di Jonathan Wallace la tripla che fa agguantare agli Hoyas il pareggio e che costringe al supplementare una North Carolina in apprensione, capace di soli 6 punti nei 6 minuti finali. I Tar Heels si presentano alla palla a due dell'extra time con 11 errori consecutivi al tiro sulla coscienza e il presentimento che la situazione potrebbe peggiorare. Con Hansbrough e Wright marcati stretto nell'area piccola, prova a prendere in mano la squadra il senior Reyshawn Terry, che sfortunatamente incappa in un tremendo 0/5, ma in generale il canestro difeso da Georgetown sembra sigillato.
Non entra niente, mentre dall'altra parte 8 punti di DeJuan Summers fanno volare gli Hoyas, che non si voltano mai ad osservare le reazioni di UNC, ma non appena hanno la palla corrono a canestro per aumentare il proprio vantaggio, lasciando agli avversari solo 3 punti.
La vittoria scaturita nel supplementare trova spiegazione nella capacità di Georgetown di valorizzare al massimo tutti i suoi giocatori, e di non dipendere in particolare da uno solo. I 26 assist contro i 15 di UNC, le 11 stoppate (6 rifilate da Hibbert, che fa registrare anche 13 punti e 11 rimbalzi), il 57% da 3 sono i numeri che sul piano statistico giustificano il risultato finale, ma se le emozioni in questo sport contano qualcosa, allora la chiave del match è stata la voglia degli Hoyas di non mollare mai.