Danny Granger, sempre più fondamentale
Quando arriva una vittoria con ben 25 punti di scarto, in una gara dominata dall'inizio alla fine, contro una delle squadra più in forma del momento che veniva da dieci vittorie nelle ultime 11 uscite, la fiducia nei propri mezzi è alle stelle. I Pacers hanno giocato contro i Miami Heat, con la rabbia agonistica di una squadra che ha perso tredici delle ultime quindici partite, di una squadra che ultimamente ha problemi fisici e di una squadra che è stata risucchiata nel vortice della lotta playoffs, quando questi sembravamo una pura formalità .
Non a caso, le uniche due vittorie delle terribile ultime quindici gare risultato poi le due più ampie di tutta la stagione. In una situazione difficile, quando le sconfitte continuano ad essere pesanti come un macigno, qualcosa in te succede. La rabbia la si vedeva negli occhi dei giocatori.
Il 39-9 iniziale coronato da un tripla di Darrell Armstrong e un gioco da 3 punti da parte del rookie Shawne Williams, con il quale i Pacers iniziano la gara contro Miami è la dimostrazione di una volontà , fin da subito, di dimostrare che questa squadra non è certo quella delle sconfitte una dopo l'altra. "Penso che i nostri ragazzi erano stanchi di perdere immeritatamente - commenta Rick Carlisle - se giochiamo sempre in questo modo siamo in grado di battere chiunque".
Mike Dunleavy e Danny Granger sono stati i protagonisti. In fase offensiva, con il loro inizio sprint, hanno reso molto più facili le cose ai Pacers.
Il primo segnava 15 dei suoi 20 punti nel solo primo quarto, ma sono i suoi progressi al tiro che fanno ben sperare. Dal quando è arrivato ai Pacers, Dunleavy inizialmente aveva riscontrato problemi nelle percentuali al tiro, tanto che nelle prime 9 gare la percentuale era del 37%. Ma nelle ultime 11, il figlio del coach dei Clippers, ha tirato col 51%, perché la selezione dei tiri e l'intesa con Jamaal Tinsley è migliorata e per il duro lavoro alla fine di ogni allenamento. "La percentuale al tiro di Dunleavy è andato sempre migliorando col passare del tempo, perché ci ha lavorato". L'elogio di Carlisle. "Rick mi ha aiutato moltissimo e il lavoro ripetitivo in palestra ora paga". Ha dichiarato il giocatore.
Il secondo pure lui contribuiva al grande inizio di partita, segnando alla fine 22 punti. A maggior ragione per lui, il giorno della trade ha segnato dei cambiamenti. visto che tutto l'ambiente crede in lui. Carlisle gli consegna sempre l'uomo più pericolo della squadra avversaria, per far capire quanto sia diventato importante.
Come importante è sottolineare il lavoro di Jeff Foster, e di tutta la squadra su Shaquille O'Neal. "Diamo credito a Jeff perchè è uno dei nostri migliori difensore della squadra, ma spesso non riceve i giusti complimenti”. L'elogio di Darrell Armstrong verso il centro che quando si parla di sportellate sottocanestro, non si è mai tirato indietro a maggior ragione se contro c'era il miglior centro della lega.
"Loro danno la palla a Shaq e poi fanno movimento, devi stare attento nei tagli che fanno. – dichiarava a fine gara Rick Carlisle – siamo stati un pò fortunati perchè loro hanno sbagliato tiri che solitamente mettono ma c'è da dire che la nostra difesa è stata senz'altro buona." Sicuramente una difesa di squadra che ha soddisfatto.
La frustrazione per i Pacers, veniva da una sconfitta a Houston di qualche giorni prima. Contro i Rockets, dopo un jumper di Dunleavy che aveva dato il vantaggio ai Pacers sul 67-65 nel terzo quarto, il parziale a sfavore e che ha tagliato la partita in due è stato di 21-9. La difesa aveva tenuto alla grande fino ad allora, ma l'attacco aveva lasciato a desiderare, visto che oltre i 25 punti di O'Neal e i 22 di Tinsley, il resto della squadra aveva fornito una prestazione nettamente al di sotto della media.
Nella sera successiva, l'impegno in casa dei San Antonio Spurs (che vedeva di fronte le due squadre con la striscia più lunga di apparizioni consecutive ai playoffs a quota 9) era troppo proibitivo nonostante l'illusorio vantaggio iniziale della squadra di Carlisle. In più a complicare una gara già difficile, il gesto di Jamaal Tinsley che lanciava la palla per aria dopo una chiamata arbitrale a sfavore nel secondo quarto, con conseguente espulsione del play di New York, aveva chiuso ogni sottile speranza. "Sa di aver sbagliato - commenta Carlisle – è uno dei nostri leader ed è troppo importante per la nostra squadra per fare quelle cose lì".
L'uscita di Tinsley, aveva spianato la strada alle seconde linee. Per la prima volta Keith McLeod ha avuto a disposizione diversi minuti, in questa occasione 19 anche se senza canestri realizzati. Mentre negli appena 20 minuti concessi, Ike Diogu era il migliore dei Pacers con 20 punti e 9 rimbalzi. Statisticamente, nell'arco dei 48 minuti, Diogu segnerebbe più di 24 punti e prenderebbe 13 rimbalzi, dati che fanno riflettere riguardo il minutaggio che il coach gli concede.
Con la sconfitta di San Antonio, si è concluso il numero di partite da giocare ad ovest, non proprio positivamente con sole quattro vittorie a fronte di undici sconfitte. Portland, Golden State, New Orleans e Memphis sono le uniche strasferte vittoriose nella Western Conference.
Nel frattempo i problemi fisici non cessano. Jermaine O'Neal però non ne vuole sapere di lasciare i compagni nonostante il dolore. Nel post-game di San Antonio è stato abbastanza chiaro. "Come mi sento? Non bene. Ho giocato su una gamba stasera - continua O'Neal – ma in questa fase della stagione devi cercare di dare tutto quello che puoi". Ma anche Carlisle apprezza la sua volontà . "Do credito a Jermaine, perché sta giocando con un sacco di problemi. Fosse stata un'altra persona, non sarebbe qui con noi". Nella sera prima contro Houston, O'Neal aveva subito nuovamente una botta al ginocchio in un tentativo si schiacciata di Shane Battier, così forte da costringerlo ad uscire dalla gara. Senza O'Neal, il sottoscritto non osa immaginare che cosa sarebbe questa squadra.
Inoltre, un problema alla spalla ha fermato nuovamente lo sfortunato David Harrison che ha trascorso gran parte della stagione in lista infortunati. Le sfide contro Huoston e Miami che vedevano di fronte forse i due migliori centri della lega, ovvero Yao Ming e Shaquille O'Neal, lo stimolavano molto ma i problemi fisici lo hanno di nuovo bloccato. “E' stato il più fastidioso infortunio che ha subito in 3 anni che è qui con noi – ha detto Carlisle – so benissimo che a lui dispiace molto,soprattutto pensando a quanto ha lavorato fisicamente”. Infatti ad inizio stagione, c'era molto stupore riguardo i suoi progressi fisici, soprattutto per quanto riguardava l'eccesso di chili.
Marquis Daniels che ha saltato undici partite consecutive, è tornato da Alabama come mi avevamo riferito nello scorso report, ma si è limitato ad un "Tutto ok". Il suo rientro in campo è un mistero, ma si pensa che la sua stagione possa essere giunta al termine.
Nella notte, sifda casalinga contro i Chicago Bulls, servirà un'altra partita come quella di Miami.
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La trasferta di San Antonio è stata l'occasione di rivedere - anche se non in campo - il rookie James White che i Pacers avevano selezionato questa estate tramite Portland in cambio di Alexander Johnson e due future seconde scelte. Ma sorpresa venne poi rilasciato alla fine del training camp e preso immediatamente dagli Spurs che al momento lo hanno "parcheggiato" nella lega di sviluppo.
“Ero rimasto un pò sopreso dal taglio – ha detto White dopo la seduta di allenamento prima della partita – ma è business, quindi non bisogna shockarsi più di tanto”.
Per l'altro rookie, ovvero Shawne Williams, è stata l'occasione per rivedere i suoi ex compagni di Memphis, che si trovavano lì per le Sweet Sixteen del torneo NCAA. Infatti i Tigers giocavano contro Texas.
“Ho avuto l'oportunità di stare un pò con loro in hotel – ha detto Williams – non è stata una lunga visita però”. I suoi Tigers sono però stati eliminati ieri da Greg Oden e i suoi Buckeyes e forse il rammarico di non essere ancora al college a giocarsela per le final four, passa nella sua mente anche se nega categoricamente. “No – ha detto – sono in un posto migliore ora".
Interessantissima domanda è stata rivolta a Jermaine O'Neal attraverso il blog di Pacers.com. Gli è stato chiesto di cosa hanno bisogno i Pacers per essere una squadra da playoff.
"Un po' di tutto. Abbiamo bisogno di una migliore difesa e di una migliore scelta di tiro, queste sono le cose di cui abbiamo bisogno più delle altre. Non siamo offensivamente una squadra buona come prima. Siamo ultimi nella lega in percentuali dal campo quindi abbiamo bisogno di tirare meglio. In difesa non andiamo benissimo, specialmente dopo la trade. In definitiva, per centrare i playoffs dobbiamo fare meglio in queste cose credo". Abbastanza chiaro il #7 dei Pacers.
A Maceo Baston, rientrato da poco da un infortunio, è stato chiesto invece se si trovasse meglio nel basket NBA con meno minuti di impiego oppure in quello europeo, considerando che nel suo contratto c'è una clausola per tornare a giocare con il Maccabi Tel-Aviv.
"Mi tengo in contatto con Nikola Vujcic e Derrick Sharp attraverso le e-mail, anche se con i vari impegni che ho e le otto ore di differenza tra qui e l'Israele, è dura riuscire a parlare. L'atmosfera dell'Eurolega è sicuramente superiore a quella del college, dove ogni gara può essere la più importante dell'anno. in NBA ci sono molte più gare, quindi non tutte hanno la stessa atmosfera. Personalmente, preferisco la NBA perché è la lega migliore al mondo e giochi contro i migliori giocatori". Significativa la risposta di Baston, che nonostante non giochi tantissimo preferisce aspettare le occasioni per giocare contro i più forti, piuttosto che essere una delle stelle dell'Europa.