Elton Brand, il cuore dei Clippers
… and make up your mind that you're gonna score!
Adoro gli spot promozionali della NBA della serie “Thanks Red”, in cui l'indimenticato coach dei gloriosi Celtics ci insegna l'abc del gioco. La frase con cui apro questo articolo è quella con cui Auerbach conclude in modo enfatico l'episodio relativo al contropiede con l'uomo in più.
Detta così niente a che vedere con i Clippers, la peggiore squadra alla voce fast-breaks. Ma quando vedo giocare Elton Brand mi viene in mente la determinazione con cui Red ci trasmette la sua passione per il gioco, il suo spirito vincente.
Tutto ha inizio dalla partita contro i Rockets, quando i Clippers sotto di 17 punti sembravano avviati ad una netta sconfitta contro i texani padroni di casa. Dopo 14 punti a referto nella prima metà gara, Brand è entrato in una sorta di “must-win mode”. Shane Battier, Juwon Howard, Chuck Hayes ed infine Yao Ming hanno provato a fermare l'ex Duke, invano.
“Brand… and he hit the j!” le parole con cui i telecronisti commentavano quasi ogni palla che finisse nelle mani del top scorer dei Clippers. Un incredibile quarto periodo in cui i Rockets non riuscivano a trovare un modo per fermarlo. A pochi minuti dalla fine rimonta completata e sorpasso Clippers.
Brand segna, incita i suoi, difende, cattura rimbalzi, stoppa. La sua energia è contagiosa e tutta la squadra gioca una splendida seconda parte di gara, fino alle battute finali. Quando Daniel Ewing si fa soffiare palla ingenuamente da Rafer Alston riportando i Clippers sotto nel punteggio Brand risponde con un'azione che mi ha fatto letteralmente saltare dalla sedia.
Brand isolato sul lato sinistra riceve palla. Tutti nell'Arena sanno che si prenderà il tiro. Finta il solito jump-shot dai 5 metri, quindi parte in penetrazione centrale tra Yao Ming ed un altro rocket sopraggiunto per raddoppiare l'ala dei Clippers. L'azione sembra terminare con un difficile layup, Brand invece schiaccia di potenza nonostante il tentativo di stoppata della muraglia cinese.
“… and make up your mind that you're gonna score!”
Una tripla di Luther Head negli ultimi secondi costa la vittoria ai californiani, ma la partita di Brand è stata memorabile. Season high per punti (37) e 10 rimbalzi che lo hanno fatto diventare leader all-time della franchigia nella specialità . Ma i numeri non rendono giustizia a quanto ha dato nei 45 minuti passati sul parquet del Toyota Center.
Energia, eleganza, voglia di vincere.
Segnali di vita
Così Eric Pincus (hoopsworld.com) definì le due sconfitte maturate in Texas dalla squadra allenata da coach Dunleavy. Sconfitte che non migliorano né la classifica, né il morale dei giocatori, ma che indubbiamente hanno fatto vedere che questa squadra è sulla strada giusta.
Con gli Spurs quest'anno sono sempre arrivate sonore batoste, mentre questa volta Duncan e compagni hanno dovuto faticare fino alle ultime battute. Nel durissimo back-to-back contro i Rockets, i Clippers sono stati ad un passo dal portare a casa la vittoria, dopo aver recuperato un deficit di 17 punti.
Brand sta giocando stabilmente oltre i 40 minuti a partita, senza gli alti e bassi del resto della regular season. Dopo la partita di Houston, per Elton cinque partite costantemente attorno ai 20 punti e 10 rimbalzi a gara e percentuali di tiro che sfiorano il 60%.
Dunleavy ha avuto modo di lamentarsi (con giri di parole, per non incorrere in pesanti multe) degli arbitraggi che non tutelano il suo franchise player. Specie nella sconfitta contro i Nets, quando Brand è andato due volte in lunetta nell'intera gara, mentre il rivale Mikki Moore ha avuto ben 13 tiri liberi a disposizione.
NonsoloBrand: ci sono altri aspetti che inducono all'ottimismo, ad iniziare dai tiri liberi. Contro Houston Brand (11/12) e compagni hanno messo nel cesto 24 dei 25 tiri dalla lunetta guadagnati. I Clippers delle ultime 5 partite sono i secondi nella specialità con oltre l'84% di realizzazioni.
Maggette subisce una marea di falli nelle sue innumerevoli penetrazioni. Nelle ultime quattro gare è 37/43 dalla lunetta, vale a dire oltre l' 86%.
Brand viene costantemente raddoppiato, ma ora i suoi assist ai compagni lasciati liberi sta dando buoni frutti: il 44% dalla lunga distanza è ben al di sopra della media stagionale della squadra.
La difesa non è più quella della scorso anno. Tuttavia ultimamente è stato dato un un giro di vite e quando Brand è ben assistito dai compagni sono dolori per tutti.
I Clippers dividono con gli Warriors la leadership per le stoppate rifilate ed ultimamente viaggiano a 6,5 di media. Nel decisivo quarto periodo contro i Bulls, i Clippers hanno imposto alla formazione dell'Illinois un misero 30% dal campo.
Steppin' up
Nel momento cruciale della stagione, con defezioni importanti ed una difficile trasferta di dieci giorni per sei durissime sfide, i Clippers forse si sono ritrovati come squadra. Mobley ha scelto il momento giusto per scaldare la mano: quasi 22 punti di media nelle ultime 4 gare (11/17 da 3 nello stesso frangente).
Maggette, che parta dalla panchina o che sia in campo dal tip off d'apertura, resta in campo ormai stabilmente oltre i 30-35 minuti. Tempo in più che si traduce in 20 punti (con il 55% dal campo) quasi 6 rimbalzi e oltre 4 assist a partita.
Ultimamente sta riducendo il numero di palle perse ed oltre a commetterli, ora sta iniziando anche a subirli gli sfondamenti!
Tim Thomas non ha giocato contro i Bucks, ma nelle precedenti 5 gare aveva messo nel cesto qualcosa come 21 triple su 29 tentativi. Contro Charlotte e New Jersey il suo contributo complessivo è stato di 36 punti,12 rimbalzi e 10 assist.
Daniel Ewing non è un play. Né per me, né per coach Dunleavy. Con Cassell e Livingston indisponibili, per il posto di point guard gli è stato preferito Jason Hart. Capace di errori davvero grossolani, Ewing ha segnato 11 punti nel quarto periodo contro Chicago, fornendo un insperato apporto offensivo alla squadra e con una sua tripla ad un minuto dalla fine ha condannato i Bulls.
Jason Hart non è un giocatore che dovrebbe fare parte della rotazione stretta di un team con ambizioni primaverili. Una situazione d'emergenza gli ha concesso l'occasione della vita e lui non sta facendo poi molto per guadagnarsi la conferma per la prossima stagione. Dirige la squadra senza infamia né lode, senza strafare e senza commettere le ingenuità del giovane Ewing.
Eppure a 3 secondi dalla fine della partita giocata ieri notte ha segnato il canestro della vittoria contro i Bucks. Una coraggiosa penetrazione, perché ha scelto un tiro non facile dopo aver battuto il diretto marcatore scappandogli sulla linea di fondo ed alzando la parabola per evitare la stoppata del centro avversario.
Aspettando un Kaman più incisivo ed un Cassell più sano, i Clippers restano in corsa per un posto ai playoff.
Situazione infortuni
Rebraca non ha mai messo piede in campo nella stagione in corso, Livingston come sapete ha subito un infortunio stronca-carriera o quasi, Cassell da mesi ha problemi di fascite plantare e se aggiungiamo piccoli infortuni alle caviglie, al polpaccio, dolori alla schiena e all'addome, è chiaro perché a 37 anni non riesca a disputare due gare di fila.
Ross si è preso una gomitata in faccia da Carter pochi giorni fa, uscendo nel terzo quarto e non rimettendo piede in campo nella frazione decisiva, quando tanto comodo avrebbe fatto la sua difesa.
Tim Thomas dopo una splendida stoppata rifilata ad un giocatore dei Bulls è atterrato su uno dei cameramen a bordo campo. nell'incidente pare che abbia sbattuto il gomito contro la videocamera riportando un danno tale da costringerlo ad abbandonare il campo, senza più far ritorno. La regia della partita ha più volte indugiato sul cameramen beffardamente illeso che salutava facendo segno di star bene. Lui!
Thomas non è entrato in campo neppure contro i Bucks e si sottoporrà a dei raggi per valutare l'entità dell'infortunio, che comunque non dovrebbe essere grave.
Considerando la legge di Murphy, meglio tacere.
32-36 [47,1%]
21/3, W 104-103 @ Milwaukee Bucks
20/3, W 103-89 @ Chicago Bulls
18/3, L 95-101 @ New Jersey Nets
16/3, W 102-93 @ Charlotte Bobcats
14/3, L 105-109 @ Houston Rockets
13/3, L 84-93 @ San Antonio Spurs
11/3, L 80-98 vs Detroit Pistons
Pacific Division: terzi
Western Conference: ottavi
Pochi giorni fa tutto faceva pensare che Golden State potesse scappare via. Ma i Clippers dalle mille risorse si sono già riappropriati dell'ottavo posto ad Ovest infilando una doppia vittoria esterna.
Alcuni reporter d'oltreoceano già pronosticavano una sfida al primo turno tra Dallas e Golden State. Seria auspicata da più parti, sia per il gioco spettacolare che offrono le squadre di Don Nelson, sia perché l'ex coach della franchigia di Cuban riuscirebbe a rendere molto dura la vita ai favoritissimi texani. Quest'anno gli Warriors sono l'unica squadra imbattuta contro Nowitzki & Co.
La realtà è che la griglia dei playoffs è ancora da stabilirsi e se il primo posto di Dallas pare inevitabile, per l'ottavo c'è ancora molto da dire. A Golden State restano ancora 13 gare di cui 6 casalinghe. Per i Clippers ancora 6 gare in trasferta (compreso il derby con i Lakers) ed 8 davanti ai propri sostenitori.
Sono sempre più remote le chances per Minnesota [29-38] e Sacramento [29-39].
I Clippers ritornano allo Staples Center per le due gare previste nel weekend: venerdì ospiti i Jazz, sabato arrivano gli Wizards. Prima del prossimo team report saranno già disputate anche le sfide contro Rockets, Kings e Blazers.
next chapter – 01/04