Seattle Sonics? Non per molto!

Rashard Lewis, resterà  un Sonics?

Cosa è successo ai Sonics dopo l'ottima prova offerta ai playoff del 2005?
La squadra si è disgregata sul piano del gioco e sul piano psicologico, la stagione passata è andata male, ma quella di quest'anno sta andando ancora peggio, con un record di 26 vinte e 40 perse.

I problemi sul piano del gioco sono ormai insormontabili (difesa inesistente, fase d'attacco troppo perimetrale), quelli societari, con l'arrivo del nuovo proprietario, sembrano essersi leggermente calmati, ma ancora per quanto?

Le cessioni di Radmanovic e Daniels, con il susseguente arrivo di Wilcox e Watson volevano cambiare un po' il gioco dei Sonics, basato quasi esclusivamente sulle lune al tiro di "He got game" Allen e Rashard Lewis e su quelle di Ridnour in posizione di playmaker.

Wilcox serviva, al posto dello slavo, per dare un maggiore peso all'interno dell'area, dove Petro, Collison e Swift non sembrano dare troppe garanzie; Watson, utilizzabile sia da playmaker che da guardia, avrebbe dovuto togliere pressione a Ridnour e far quadrare maggiormente la squadra.

Purtroppo per i Sonics e per coach Bob Hill, subentrato l'anno scorso a McMillan, neanche questi due acquisti sono serviti a far ritornare in carreggiata la squadra della Rain City, che, in questa stagione, ha dovuto far fronte anche alle assenze di Allen e Lewis, che hanno saltato rispettivamente 9 e 22 partite.

Le due stelle, stanno mantenendo statistiche migliori rispetto a quelle degli anni passati, ma non danno l'impressione di riuscire a far fare a Seattle il salto di qualità  che servirebbe per rivedere i playoff, o almeno per non chiudere con uno dei peggiori record della Western Conference.

I problemi maggiori, tecnicamente e tatticamente parlando, arrivano dalla difesa e dall'inesperienza. Hill non è riuscito a dare l'impronta difensiva che voleva e, avendo nelle due stelle forse i peggiori difensori della squadra, si può anche capire il perché; inoltre nell'ultimo periodo ci sono problemi nella posizione di playmaker, dopo che Ridnour si è fermato per curare un'ernia al disco cervicale.

Conseguentemente all'orrenda sconfitta subita contro i Celtics, che hanno rimontato una partita già  persa, grazie ad un parziale di 17 a 0 nell'ultimo quarto, Hill ha ammesso i grossi problemi nel reparto piccoli della sua squadra dicendo:

Earl [Watson] ha avuto problemi di falli, e comunque sta giocando molti minuti, Mike [Wilks] quando va in campo dà  sempre il massimo. Ma niente scuse, la posizione di point guard è un problema.

Come non bastasse, un altro grande ostacolo per i Sonics è l'inesperienza, la squadra ha molti elementi giovani, o senza un background all'altezza: Collison ha solo due anni d'esperienza come Swift e Wilkins, Ridnour ne ha uno in più, Wilcox, da quattro anni nella Nba ha girato molte squadre, ma non di vertice, Petro è stato scelto l'anno scorso, mentre Sene e Gelabale sono dei Rookie; tra l'altro, le scelte agli ultimi draft non si sono rivelate troppo azzeccate: Robert Swift preso alla 12 nel 2004/2005, prima dei vari Al Jefferson, Josh e J.R. Smith, Jameer Nelson e Kevin Martin; Saer Sene scelto alla numero 10, nonostante quelli scelti in seguito non stiano sfolgorando, magari si poteva prendere qualcuno un po' più pronto di lui.

La media d'età  della squadra è una delle più basse dell'intera lega con solo 24.3 anni, se da un certo punto di vista questo può far ben sperare il nuovo proprietario Clayton Bennett (che aveva già  presentato un'offerta alla dirigenza degli Hornets), per gli anni a venire della franchigia, da un altro, i pochi miglioramenti intravisti nei giocatori che dovrebbero essere il nucleo futuro, non può far dormire sonni tranquilli né ai cosiddetti "Die Hard" fans, né agli ambienti più vicini alla squadra, partendo proprio dalla città .

Ed eccolo il vero nocciolo della questione, per quanto i Sonics rimarranno a Seattle? Con l'arrivo del nuovo proprietario, le questioni centrali non sono cambiate, per rimanere parte della lega, nella Rain City c'è bisogno di una nuova arena. La KeyArena è, a detta di molti esperti, una delle più arretrate tecnologicamente, e questo significa una sola cosa, sia per volere del commissioner Stern che per quello della squadra, un nuovo palazzetto, più avanzato in ambito tecnologico e con una maggiore capienza.

Per la nuova arena a Renton c'è bisogno di circa 500 milioni di dollari da distribuire tra squadra, stato e contributi dei tifosi: 300 pezzi in verde sarebbero messi da Bennett e dai Sonics; gli altri 200 dovrebbero essere divisi tra lo stato e i cittadini. Ecco, i contribuenti però stanno pagando già  altri quattro stadi importanti, e non sembrano troppo convinti di voler scucire altri soldi dal loro portafoglio: PROBLEMA NON DA POCO!

Le possibilità , quindi, sono due: 1- Il nuovo proprietario Bennett decide di coprire di tasca sua parte dei 200 dollari che dovrebbero pagare i cittadini; 2- Si cambia aria, lasciando Seattle e andando, ad esempio, ad Oklahoma City, che attualmente si trova in cima alla lista di città  che potrebbero ospitare una franchigia.

Ed Oklahoma City sarebbe anche una città  molto gradita, sia ai piani alti della Nba, visto il successo di pubblico che stanno facendo gli Hornets quest'anno e vista la voglia della città  di avere del basket ad altissimo livello, dopo le importanti squadre di College. Ma sarebbe gradita anche al proprietario, che aveva già  tentato un approccio con gli Hornets, e che potrebbe rifondare dall'inizio, in pratica, una società  caduta molto in basso anche dal punto di vista dell'appeal verso la gente.

Un ulteriore problema, che dovrà  essere affrontato a fine stagione dal General Manager Rick Sund, sarà  quello del rinnovo contrattuale di Rashard Lewis, l'ex Alief Elsik High School ha la possibilità  di uscire anticipatamente dal suo contratto, e certamente lo farà ; per lui pronto un contratto da 10 milioni l'anno prossimo e da 12 per il 2008/2009, anche se di certo il giocatore vorrà  anche qualche assicurazione dal punto di vista tecnico e del roster per rimanere.

Le parole rilasciate dal giocatore alle interviste che gli vengono fatte sempre con maggior frequenza, però, non mettono di buon umore la dirigenza dei Sonics, Lewis, infatti, dice:

Sono aperto a qualsiasi situazione, verificherò le offerte e accetterò quella migliore per me; non ho né strategie né idea, non voglio eliminare nessuna destinazione; per ora prendo la situazione come viene, quest'estate si vedrà .

Le altre squadre, Orlando su tutte, stanno a guardare.

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