Jermaine O'Neal nonostante l'infortunio vuole portare i Pacers ai playoffs
Una vera e propria liberazione. L'incubo di eguagliare l'orribile record di 12 sconfitte consecutive realizzato dai Pacers 1988-89, era più forte che mai dopo 11 stop filati, ma anche una vittoria 113-90 su Atlanta risultata poi abbastanza facile, può essere considerata una grande vittoria.
Un successo che mancava dallo scorso 21 febbraio, quando i Pacers vinsero sui Bucks e vantavano cinque partite sopra quota 50%. Da lì in poi il buio e vuoi per problemi oggettivi o per sfortuna le sconfitte sono arrivate una dopo l'altra.
Nonostante tutto, il raggiungimento dei playoffs è tutt'altro che scontato. Al momento Indiana occupa l'ultimo posto disponibile con 30 vittorie e 36 sconfitte, ma Orlando e New York sono appena dietro, pronte ad approfittare di ogni passo falso. Da nove anni la squadra di Indianapolis non fallisce l'appuntamento con la post-season, quando in panchina sedeva ancora Larry Brown.
Il cammino non sarà per niente una passeggiata da qui fino alla fine della stagione, proprio per questa ragione la lotta per gli ultimi due posti è probabile che si deciderà nelle ultime battute.
Houston, San Antonio, Miami, Chicago, Cleveland, New Jersey e Orlando. Queste le squadre che i Pacers dovranno affrontare nel mese di marzo ed è abbastanza intuitivo notare che sono tutte franchigie playoff o in piena lotta per raggiungerli.
Contro Atlanta la squadra di Rick Carlisle non poteva assolutamente fallire non tanto perché c'era la storia di mezzo, ma perché con un'altra sconfitta la corsa verso i playoffs si sarebbe fatta ancora più complicata. "Avevamo bisogno di una vittoria e questa sera abbiamo fatto un grande passo verso la giusta direzione - continua il coach - prima della gara avevo detto ai ragazzi che la vittoria per loro non doveva essere un peso, ma un'opportunità ".
Infatti fin dal primo quarto la squadra ha voluto mettere le cose in chiaro, chiudendolo 36-23, con un 13-19 al tiro e con appena due palle perse, per poi chiudere l'intero primo tempo con 68 punti realizzati, il massimo stagionale. "Il nostro inizio ha deciso la gara - commenta Carlisle che poi continua sottolineando la prova di Jamaal Tinsley che ha chiuso con 14 assist – Jamaal ha mostrato il perché sia così importante per noi, è uno dei nostri due migliori giocatori".
Ma nel giorno di San Patrizio chi aveva il dovere di fare una grande partita era Troy Murphy, che al college giocava per gli Irish. Per lui forse la miglior prestazione davanti al pubblico della Conseco Fieldhouse con 22 punti e un eccellente 10-13 al tiro. "Per noi era troppo importante vincere - ma anche lui vuole dire qualcosina su Tinsley - Jamaal ha distribuito la palla bene e ci ha creato le giuste opportunità per canestri facili". In compagnia degli altri ex Golden State, ovvero Mike Dunleavy e Ike Diogu racimolavano insieme 58 punti tirando 23-28 dal campo.
Qualche giorno prima sul campo di Minnesota i Pacers avevano provato a rompere la striscia negativa, andandoci molto vicino. In vantaggio 67-55 fino al terzo quarto, Indiana subiva un parziale di 21-1 che cambiava le carte in tavola e regalava la vittoria a Garnett e soci. Era la decima sconfitta.
A Minneapolis Jamaal Tinsley aveva aggiornato il suo career high con 37 punti, peccato sia stato poco assistito dai compagni. "Non ha nessuna importanza il massimo in carriera, darei indietro tutti i miei 37 punti per una vittoria - il commento a fine gara di Tinsley – tutti i punti che ho fatto non hanno fatto la differenza, questo è quello che alla fine conta".
Il giorno dopo alla Conseco Fieldhouse contro i Wizards, neanche l'imprevisto rientro di O'Neal era servito a scacciare la crisi, anche perché l'assenza di Tinsley e i problemi fisici di Darrell Armstrong, avevano lasciato a Keith McLeod per la prima volta le porte del quintetto base, contro però Gilbert Arenas.
Le ultime gare hanno sollevato un po' le quotazioni di Shawne Williams. Da un inizio di stagione in cui non veniva per niente considerato, pian piano il rookie da Memphis ha racimolato qualche minuto. In ognuna delle ultime tre partite ha addirittura superato la doppia cifra in minuti. “Abbiamo bisogno della sua energia, del suo atletismo e delle suo doti al tiro e difensive - dichiara coach Carlisle – capisco che a volte può essere difficile per lui perché è ancora giovane, ma lui non giocherà sempre e credo che debba saper sfruttare le opportunità “. Di certo è stata anche favorito dalle assenze che ultimamente condizionano la squadra.
Anche nel bel mezzo delle sconfitte, non si è persa occasione per parlare del futuro di coach Rick Carlisle. Tutti si chiedono se sarà lui il coach dei Pacers nella prossima stagione.
Donnie Walsh ha fatto sapere che non dirà nulla prima della fine della stagione riguardo il coach. Mentre Larry Bird, approfittando anche del momento ha schivato ogni approfondimento. “Non mi sembra il momento adatto per parlare di queste cose - sottolinea appunto il general manager – lui è solamente il coach, è la sfortuna che ci sta penalizzando”.
Radio-mercato ha già individuato chi sarà il suo eventuale successore: Mark Jackson. Sì proprio l'ex playmaker di Pacers e Knicks che avrebbe intenzione prima o poi di essere il capo allenatore di una franchigia NBA e che gode della profonda stima dell'intera organizzazione.
Ma Carlisle non sembra molto infastidito dalle voci provenienti dall'esterno. “La sola cosa a cui devo pensare è fare il miglior lavoro possibile per preparare la squadra a vincere - sottolinea l'ex coach dei Pistons – non è importante quanto sia la durata del contratto”. Ma allo stesso tempo si getta nella mischia dei colpevoli della striscia nera. "C'è sempre un responsabile nelle vittorie e nelle sconfitte. Il coach non è diverso dai giocatori e di conseguenza sono anche io uno dei responsabili”.
Il rientro lampo di Jermaine O'Neal
Novanta minuti prima dell'inizio della partita contro Washington, Rick Carlisle aveva annunciato che David Harrison avrebbe giocato dal primo minuto, al posto dell'infortunato O'Neal.
Incredibilmente, a sorpresa, O'Neal rientra segnando 24 punti, tirando con un discreto 7-14 dal campo. Incredibile, perché esattamente il giorno prima si parlava negativamente delle sue condizioni fisiche e qualcuno aveva addirittura ipotizzato che potesse perdere l'intera stagione.
O'Neal ha detto che non risponderà a nessuna domanda riguardo le sue condizioni fisiche, ma Carlisle ha recentemente dichiarato che la stella non si allena dalla prima settimana di gennaio per i soliti problemi al ginocchio.
Non è una novità che O'Neal giochi da un bel po' di tempo con dei problemi fisici, ma il suo ritorno improvviso per cercare di interrompere la serie di sconfitte, non fanno altro che aumentare la sua leadership.
Nella vittoria di Atlanta, l'ex Portland non ha senz'altro impressionato individualmente con il pessimo 2-12 dal campo, ma nonostante questo si è messo al servizio della squadra, dando la possibilità a buoni tiratori come Dunleavy e Muprhy di trovare ottimi tiri da prendersi. “Non ho tirato particolarmente bene, ma credo di aver creato buone situazione per i tiri dei miei compagni”. Dichiarava a fine gara O'Neal.
Ma a proposito di infortuni, ultimamente la situazione è tutt'altro che rosea.
Marquis Daniels che non gioca otto partite è volato in Alabama dallo specialista James Andrews per quanto riguarda il suo ginocchio sinistro. Impossibile fare una previsione sulla data del ritorno in campo.
Jeff Foster aveva abbandonato la gara anticipatamente, nel terzo quarto, nella sfida di Minnesota. Per lui c'è un forte dolore alla schiena, che non gli ha permesso di esserci nelle gare seguenti. Le sue condizioni sono al momento day-to-day.
In 49 states it's just basketball but this is Indiana
Sul sito ufficiale, per festeggiare i quarant'anni dalla fondazione dei Pacers, i tifosi giornalmente possono votare i 12 giocatori che ritengono meritevoli di rappresentare la squadra il 15 aprile prima della partita contro i Nets, nella cerimonia di festeggiamento.
Nella lista composta da 40 giocatori, ci sono nomi per ogni epoca. Jermaine O'Neal, Jamaal Tinsley e Al Harrington sono gli atleti presenti fra quelli attuali. In quelli che hanno veramente fatto la storia avendo avuto questa maglia per molti annitroviamo ovviamente Reggie Miller, oltre a Rik Smits, Dale Davis, Billy Knight, Freddie Lewis, Derrick Mckey e tanti altri.
La graduatoria più aggiornata (al 12 marzo precisamente) vede abbastanza staccato Reggie Miller in prima posizione con 20348 voti, Mel Daniels secondo con 15418 voti e Jermaine O'Neal nel gradino più basso dell'ipotetico podio con 14903 preferenze.
Rik Smits (12884 voti), George McGinnis (13695), Dale Davis (12497), Mark Jackson (11707), Billy Keller (9177), Roger Brown (8899) e Antonio Davis (8718) occupano in ordine le posizioni dalla quarta alla decima.
Ovviamente con questo sistema, si penalizzano probabilmente tutti quei giocatori che in epoche più arretrate hanno fatto grandi cose. Questo è uno degli aspetti che ha criticato Conrad Brunner, giornalista del sito ufficiale, perché secondo lui le stelle della ABA meritino più rispetto. Ad esempio Freddie Lewis tra gli anni 60 e 70 è ricordato come un leader e capitano, oppure Bob Netolicky che sempre in quegli anni fu uno dei lunghi più importanti. Eppure al momento, Lewis è piazzato nella 19° posizione, mentre Netolicky addirittura nella numero 28.
Passando ad altro. Da poco i Pacers hanno venduto al pubblico un box composto da 4 dvd con le migliori partite della recente storia della franchigia. Ci lasciamo con un commento di un tifoso rilasciato sul blog ufficiale, nel bel mezzo della striscia negativa di sconfitte. Un parere che sintetizza quello di molti.
“Ringrazio Dio che i Pacers hanno già rilasciato il box set con i 4 dvd, perché non posso più digerire un'altra partita di questa stagione”.
Fortunatamente è tornato il sorriso.