Mehmet Okur, una macchina da canestri per i Jazz!
Molti ritengono che gli Utah Jazz rappresentino la più sorprendente realtà di questa stagione Nba.
Del resto siamo alle “idi di Marzo” e sono in piena lotta con gli speroni dell'Alamo per conquistare il terzo miglior record dell'ovest; che a ben vedere sarebbe anche il terzo migliore in assoluto…
Come dar torto , dunque a coloro che sempre più esterrefatti decantano le imprese di Boozer e compagni?
Gìà difficile; ma se ci soffermiamo attentamente sul recente passato della franchigia simbolo di uno degli stati più belli del Paese, ci accorgiamo che questa esplosione non è dovuta al caso, ma è anzi stata ritardata dai tanti infortuni che nelle scorse stagioni han funestato i giocatori più rappresentativi.
Nel 04-05 (prima stagione di Boozer e Okur nello Utah) la partenza fu più che promettente: 6-0 ; poi si fece male il russo (allora stella incontrastata del team) e la stagione andò a rotoli.
L'anno passato, stesso copione; si parte lanciati 4-0 , solita serie di guai fisici per “Ak 47” e puntuale discesa a sud delle fortune del club; anche se il tracollo viene -stavolta- evitato, grazie al rientro di Andrei e a quello di Boozer (che esordisce a fine…febbraio).
L'avventura del 05-06 si chiude con un rassicurante record di 41 vittorie e altrettante sconfitte , che tuttavia non è sufficiente per guadagnarsi il diritto a giocare fino a primavera inoltrata.
Non bisogna dunque sorprendersi più di tanto se con tutti gli effettivi a disposizione – fin dalla prima palla a due – , quest'anno le cose stiano andando diversamente .
Alla ormai consueta uscita bruciante dai cancelletti, (12-1) ha fatto seguito un campionato disputato ad altissimi livelli: solo Mavs e Suns infatti son riusciti – col tempo – a far mangiare la polvere ai ragazzi di Sloan.
Il pregio maggiore di questa squadra è senza dubbio quello di aver saputo mantenere la giusta rotta pur imbattendosi nelle numerose insidie che un torneo-maratona di 82 gare cela.
Anche quest'anno non sono mancate peripezie varie ad atleti di spessore: Kirilienko ha saltato otto gare (caviglie malconcie), “Booz” nove (frattura-composta del perone) e anche Okur e Williams hanno dovuto osservare i compagni in “abiti civili” in diverse occasioni.
Ma i colleghi sono sempre stati capaci si “salire di livello” così da rimediare all'assenza del leader di turno.
Naturalmente , ampia parte delle fortune di questa franchigia è da attribuire a colui che da 19 anni a questa parte è il simbolo del sistema dei jazz.
Mr.Sloan; oltre che per essere il coach che da più stagioni consecutive – 19 come detto – si siede sullo stesso pino di una squadra professionistica appartenente al mondo sportivo a stelle e strisce; va ampiamente elogiato per il suo ruolo di direttore di un'orchestra che nel corso di tutti questi anni ha si, cambiato i propri componenti, ma di rado ha visto scemare la sontuosità della proprie sinfonie.
Non è certo un arcano infatti, che Utah sia una delle poche squadre della lega di Mr.Stern, che fa del gioco corale il proprio marchio di fabbrica.
L'attacco si basa sul celebre principio del “pass and slash” di “Tex Winteriana” memoria: il concetto è semplice quanto efficace. Appena passo la palla, effettuo un taglio, in modo da tenere in costante apprensione il mio avversario diretto e di garantire una manovre offensiva sempre fluida e ricca di opzioni.
Un'altra peculiarità della pallacanestro del nativo di McLeansboro (Illinois) è quella di sfruttare come nessuno l'utilizzo dei blocchi ; spesso eseguiti anche dai piccoli.(proprio lui -a suo tempo- era abilissimo nel piazzarli pur essendo una guardia)
Se poi urge costruire un tiro comodo e rapido, il vecchio e caro pick-and-roll - eseguito sempre con più affiatamento da Deron e Booz – rappresenta uno storico e piacevole cavallo di battaglia…
Il fatto che i Jazz siano la squadra più precisa dal campo dopo i Suns – 47% abbondante – rappresenta - dunque – una logica deduzione.
E non ci sembra di esagerare se consideriamo quello di Utah uno dei primi 3-4 attacchi della lega; per esecuzione, efficacia e vasta gamma di soluzioni in faretra.
Se poi avete l'intenzione - alquanto legittima – di perorare la causa dell'eterno Jerry come “coach of the year”, non vi resta che evidenziare che quest'anno, per l'undicesima volta su 19, la sua squadra arriverà al venti di aprile con almeno cinquanta “doppie vu” in cassaforte…
Celebrata adeguatamente la “mente” dei successi dei Jazz; è d'uopo tessere le lodi del “braccio”; ossia di Deron Williams -il più decisvo- e di Carlos Boozer, il più continuo:
La point-guard al secondo anno è un autorevolissimo candidato al riconoscimento di giocatore che ha compiuto i maggiori progressi rispetto alla scorsa stagione, e al di là delle pregevoli statistiche –
17 punti e 9 assistenze ad intrattenimento con il 47 % al tiro dal campo – è la sicurezza con la quale ha interpretato il delicato ruolo di suggeritore e rifinitore dell'attacco, che lo renderebbe meritevole di tale prestigioso premio.
L'ex Cavaliers Boozer (ricordate il tradimento dell'estate 2004?), sta registrando cifre degne dell'èlite del ruolo: 21, 11.6 con poco meno del 57% al tiro su azione per intrattenimento.
Ciò che colpisce maggiormente è l'eccezionale costanza di rendimento e i continui problemi di “match-up” che genera nei confronti dei sempre più straniti avversari.
Carlos è infatti nell'ordine: o troppo fisico o troppo atletico e rapido per essere agilmente contenuto, e considerando che l'intesa con Deron si perfeziona di giorno in giorno, ed il suo “fade-away” -spesso eseguito dalla linea di fondo- è sempre più ficcante, possiamo ben dire che l'appuntamento con la partita delle stelle è rimandato di soli dodici mesi. (quest'anno l'infortunio al perone gli ha impedito di prender parte alla kermesse)
Tra i protagonisti poco sponsorizzati, man non per questo meno preziosi c'è senza ombra di dubbio Matt Harpring; La rocciosa ala non registrerà statistiche esplosive come quelle di Barbosa o Ginobili – da due mesi anche lui parte dalla panca – , non avrà la continuità di David Lee, ma – tra coloro che entrano a contesa già cominciata – è altrettanto importante.
Le sue cifre (11.3 e 4.6 carambole catturate ad incontro con un lodevole 49%dal campo) non narrano di come questo autentico sopravvissuto dei parquet -per ben due volte ha patito la famigerata microfrattura al ginocchio- riesca sempre ad incidere nei momenti topici degli incontri .
Magari pecchiamo di sentimentalismo, ma il premio noi lo daremmo a lui.
A proposito di guerrieri: per la seconda stagione consecutiva Memo Okur sta dimostrando quanto sia stata azzeccata la scelta di approdare nella terra dei Mormoni.
Il turco è perfetto per lo stile di gioco di Sloan ed è anch'egli un “mismatch vivente” a spasso per il campo:
Può sfruttare la sua stazza in vernice, così come allontanarsi nel perimetro e punire dalla lunga distanza, (solo Dirk tira meglio tra coloro alti 2.08 o più…) o servire una delle sue puntuali assistenze ai taglianti.
Inoltre in contumacia Boozer ha mandato ai libri cifre degne di un “All Star” quale è poi diventato di li a breve: 24 , 8 e 3 assist; registrati in quelle 8 gare disputate tra fine gennaio e metà febbraio.
Detto di Harpring, la panchina si è recentemente allungata grazie alla ritrovata vèrve di Giricek -ad inizio stagione ai ferri corti con Sloan per il suo parsimonioso utilizzo- e all'energia sprigionata dal rookie Millsap:
Il croato ha dimostrato di non essere esclusivamente uno specialista del tiro da fuori (38% da dove conta tre), ma si è segnalato anche per diverse prove difensive di ottima fattura (in particolare in una non lontana visita a Salt Lake del rigenerato Lebron).
L'ala invece continua a far sapere che se c'è bisogno di grinta in difesa e rimbalzi (5 a partita; ma in 18 minuti d'impiego…), su di lui ci si può contare eccome; non male per una matricola di 2 metri scarsi.
L'unico componente dell'orchestra che finora ha steccato – e non poco – è proprio l'uomo franchigia (vincolato fino al 2011 alla modica cifra di 14 milioni a stagione).
Certo; con l'esposione di Williams , il ritorno di Boozer e la conferma di Okur è logico che il numero delle conclusioni a disposizione per il russo sia calato sensibilmente, ma quello che non si può accettare da un serio professionista del suo calibro, è l'apatia con la quale – sempre più spesso – si trascina da una parte all'altra del rettangolo di gioco.
Una clamorosa cessione è stata evitata , ma Andrei dovrà cambiar registro in fretta; anche perché senza la sua versatilità – non solo punti e rimbalzi, ma anche stoppate, recuperi e difesa asfissiante su guardie, ali e pivot – è assai difficile pensare che la stagione dei Jazz possa prolungarsi fino a maggio inoltrato.
E questo si che sarebbe un gran peccato;
Ma come è noto, il West – almeno fino alla sesta testa di serie – è spietato.