Thomas altro giro altra corsa

Alla fine Thomas ce l'ha fatta ad ottenere la riconferma da Dolan…

Non è esagerato dire che il destino stagionale di New York passerà  da Toronto dato che i Knicks affronteranno tre volte nelle ultime 19 partite la squadra di Andrea Bargnani. James Dolan però s'è già  fatto un giudizio sul campionato della sua squadra e l'ha comunicato al mondo annunciando il rinnovo del contratto di Isiah Thomas.

Quella mezz'ora che Moratti e Mancini non riescono a trovare per mettere nero su bianco è servita ai due massimi dirigenti della squadra della grande mela per definire un accordo pluriennale che con ogni probabilità  porterà  molti più soldi nella tasche di chi ha cominciato solo da dirigente ed ora è pure allenatore.

Non è una grande notizia, se ci pensiamo. Dolan già  più volte aveva pubblicamente espresso la sua soddisfazione per quanto l'ex Bad Boys ha fatto dalla panchina e per quanto la squadra ha mostrato dopo il tragico inizio.

"Nell'ultimo periodo - ha detto il proprietario - ho visto quei progressi che volevo vedere e che chiesi a Thomas l'estate scorsa per farci uscire dalla crisi in cui ci trovavamo al termine della gestione Brown. Siamo tutti felici per la possibilità  d'arrivare i playoffs; ma anche se questo non dovesse succedere ora siamo sicuri d'aver gettato fondamenta solide per la ricostruzione di questa franchigia"

All'Olimpic Tower hanno peraltro altre opinioni e gradirebbero proprio vedere finalmente i blu arancio alla post season.

Lunedì scorso Thomas s'è quindi svegliato padrone del mondo: con la squadra, per la prima volta dopo tanto tempo in posizione utile per allungare la stagione, reduce dall'importante vittoria di Washington in cui l'uomo decisivo era stato Francis, il più controverso fra i colpi controversi dell'ex GM dei Raptors.

"Abbiamo giocato anche per lui - ha dichiarato Eddy Curry, il più deciso in tempi incerti a schierarsi a favore dell'ex Bad Boy - perché sapevamo che era sotto pressione. Ma facendolo abbiamo giocato per noi: questa decisione è un'ulteriore spinta verso i playoffs e verso una prospettiva migliore."

"E' importante - ha fatto eco Stephon Marbury - perché dà  stabilità "

Curry non fa notizia perchè fin dalla prima ora è stato un uomo di scuderia: l'aveva dimostrato, pur sbagliando modalità , chiedendo la cessione in caso di mancato rinnovo. Marbury invece all'inizio della stagione ha avuto i suoi bei problemi con l'allenatore e ad accettare un sistema di gioco che, per la prima volta non lo vedeva come protagonista.

In fondo quindi questa è la grande vittoria dell'allenatore che ha una squadra che vuole giocare per lui e che da qualche parte deve avere le sue frecce per trasmettere spirito e motivazioni ad una squadra che pareva ad encefalogramma piatto.

L'istantanea della vittoria sul campo degli Wizards è la squadra, unita in un corale abbraccio al centro del campo, qualche minuto dopo la pazza volata di Francis lungo tutto il campo a siglare la tripla della vittoria: si tratta di quello spirito che, a parole, è stato decisivo per la decisione del proprietario. E che è evidentemente più importante di una squadra che, ricordiamolo, ha pur sempre un record negativo nella Eastern Conference.

"Non sono mai stato preoccupato per il mio lavoro - ha spiegato Thomas in conferenza stampa - nemmeno nei momenti peggiori: mi sono solo preoccupato di fare bene e di mantenere stima di me stesso. I giocatori non hanno giocato per me: sono professionisti intelligenti quindi sanno cosa devono fare."

"Non è un problema di vittorie e sconfitte - ha confermato Dolan - ma del carattere e della voglia di fare che il gruppo ha mostrato finora.

E' proprio questa diffusa sensazione che il barometro dei Knicks stia finalmente volgendo al bello a rendere obbligata la sua decisione . Siamo a 29-34 al momento di scrivere ma non è nulla in confronto al 23-59 dell'anno scorso. Il monte salari della squadra è un fardello pesantissimo ma New York ha giocatori su cui è convinta di poter fare affidamento per i prossimi anni.

Come dirigente il record dell'ex Pistons è 114-173 ma conta molto il 24-23 "compilato" dopo il tragico inizio d'anno.

E' questo il nocciolo delle valutazioni di James Dolan: avrebbe buttato via tutto solo se costretto dall'evidenza dei fatti d'una nuova stagione fallimentare. Adesso, con Curry, Crawford, Marbury e Lee, a metà  d'un guado durato anni e con una discreta chance d'approdare alla riva opposta, non avrebbe avuto senso. Anche se con un monte salari che dà  i brividi. Tanto che, come qualche giornale ha fatto notare maliziosamente, il proprietario è disposto a tenersi il Thomas dirigente pur di avere con se pure l'allenatore.

"Credo che se arriveremo ai playoffs - ha ribadito l'ex compagno di reparto di Dumars a Detroit - non potrò ritenermi realmente soddisfatto se non vinceremo il titolo. Bisogna sempre guardare al massimo risultato e non accontentarsi."

La realtà  ci parla d'un gruppo che dovrà  affrontare l'ultimo mese senza David Lee, il suo problema alla caviglia è una "quasi frattura da stress", affidandosi anche ad un giocatore, Steve Francis, che fino a qualche settimana fa sembrava in procinto di chiudere la sua stagione e, di fatto, la sua esperienza nella capitale del mondo.

Anche questo è un segnale di come le cose possano cambiare. Sorprendentemente.
Avanti allora: Toronto non è poi lontanissima, a patto di sfruttare queste tre partite.

Le crisi di Indiana e Orlando sono la polizza migliore possibile. Chissà  che questo spiraglio di sole a breve non si trasformi in una schiarita decisa.

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