L'impressionante swing di Pujols
Non è facile essere un predestinato.
Non è facile esordire nella MLB nella squadra di uno dei più grandi battitori della storia, Mark McGwire, ed essere subito indicato come il suo erede.
Non è facile, dopo una stagione da rookie a dir poco fenomenale, mantenersi agli stessi livelli nell'anno da sophomore con una costanza impressionante.
Non sarebbe facile raggiungere soltanto uno di questi tre obiettivi.
Albert Pujols, dominicano di appena 23 anni, li ha raggiunti tutti.
Il 2 Aprile del 2001, ad appena 21 anni, Pujols fa il suo esordio nelle majors: fisico strepitoso, grandissima facilità e scioltezza nello swing, e una sicurezza sul diamante degna di un hall-of-famer.
Dave Karaff, lo scout dei Cardinals che lo portò a Saint Louis, avrebbe tutte le migliori ragioni per pretendere una statua equestre fuori dal Busch Stadium…
Infatti questo dominicano di 190 centimetri di muscoli già dalle prime partite dimostra che la scelta di puntare su di lui non poteva essere più azzeccata: primo Cards dal 1961 a guidare le classifiche di rendimento della sua squadra in 4 categorie. Da rookie.
Con una media battuta di .329,37 HR,130 RBI e 112 punti segnati il 21enne nativo di Santo Domingo irrompe nella MLB come il nuovo fenomeno annunciato.
Un fenomeno di una costanza paralizzante: il tanto temuto rookie wall, il “punto critico” della stagione di una matricola che ha fronteggiato per esempio il probabile Rookie of the Year 2003 Rocco Baldelli, Pujols non lo ha solamente superato, lo ha abbattuto e frantumato: dopo l'All-Star break nessuno batte più punti a casa di lui,e la sua media sale fino a .335.
Anche all'appuntamento con la storia Pujols arriva puntuale:è infatti solo il quarto rookie della storia,il primo nella NL,a battere .300 con almeno 30 HR,100 RBI e 100 runs.
Inutile dire che il titolo di Rookie of the Year della NL sia arrivato praticamente automatico,e anche il quarto posto nella corsa al titolo di MVP sia apparso a tutti più che giustificato.
Dicevamo della vista lunga di Dave Karaff; un fenomeno, perchè di questo si tratta, fa ovviamente sempre comodo, ma se consideriamo che i Cards si stavano preparando al ritiro di un altro fenomeno, il signor Mark McGwire, l'operazione Pujols aumenta esponenzialmente di valore.
Aggiungiamo poi che per un giovane, seppur di immenso talento come il nostro Albert, la vicinanza di un mostro sacro come McGwire non può che essere stata una benedizione, una fonte di ispirazione ma soprattutto la possibilità di un modello a cui ispirarsi.
E l'esperienza di McGwire, unita alla straordinaria classe di Pujols,permettono al numero 5 di Saint Louis di superare anche il “sophomore slump”, l'anno di assestamento nelle majors, con una sicurezza ed una consapevolezza dei propri mezzi disarmante.
Il suo ruolo naturale è quello di esterno sinistro, ma gioca in scioltezza anche le posizioni di esterno destro, di prima e di terza base, di battitore designato nell'interleague e addirittura di short-stop, in emergenza… quando si dice la versatilità .
Ancora una volta guida i suoi Cards in quasi tutte le classifiche statistiche e diventa il primo giocatore della storia a battere più di .300 con 30 HR,100 RBI e 100 runs nelle prime due stagioni MLB. La consacrazione è ormai avvenuta, il 2003 si prospetta come l'anno di Pujols.
E la stagione in corso, appena passata la boa dell'All-Star Game, ci ha mostrato finora un giocatore assolutamente incontenibile, un dominatore totale, un battitore della potenza di Barry Bonds e della continuità di Ted Williams.
Questi paragoni vi sembrano forse azzzardati?
Può essere,ma l'attuale media battuta di .376 appare piuttosto eloquente, e l'obiettivo media .400 a fine stagione, mai raggiunto dai tempi del suddetto Ted Williams, non è poi così lontano.
Una media simile ce la si può aspettare da un lead-off,ma si dà il caso che il nostro Pujols batta come clean-up nell'ordine di battuta, e i 29 HR con 96 RBI e ben 37 doppi ne fanno un giocatore praticamente ingiocabile per la maggioranza dei pitcher avversari.
Se poi nei due anni precedenti si accontetava di dominare le statistiche della propria squadra quest'anno Pujols, anche secondo nell'Home Run Derby dietro Garret Anderson, si piazza in vetta a tutte le classifiche individuali della lega:primo per media battuta, punti segnati e doppi, secondo per HR, battute valide e percentuale slugging. Dati che si commentano da soli.
E' ovvio che con un uomo di questo livello e in questa forma nel line-up i “Red Birds” di Saint Louis sognino una post-season di successo, ma intanto ai play-off bisogna arrivarci.
Infatti la Central Division della NL è una delle più combattute della lega,e al momento i Cards sono secondi dietro Houston,e anche la Wild Card Race si presenta serrata,viste le ambizioni dei Phillies e la costante ripresa dei D-Backs.
E poi, se proprio vogliamo trovare una nota dolente nella carriera ancora giovane di Pujols, dobbiamo guardare alla post-season.
In quella del 2001 infatti si è limitato ad un 2 su 18 al piatto in 5 gare contro Arizona, e nel 2002 non è andato oltre un 8 su 29 più che onorevole per un terrestre, ma poco usuale per un fenomeno come lui.
Vedremo se quest'anno, oltre ad una regular season memorabile, Pujols e i suoi Cardinals si, e ci, regaleranno un ottobre altrettanto indimenticabile. Il libro dei record è pronto per essere aggiornato.