Il nuovo direttore d'orchestra si chiama Jason Hart.
Affondare o nuotare.
Perché i Velieri di navigare proprio non ne vogliono sapere, quest'anno. C'è un buco troppo grosso nella stiva e oramai la sola speranza di giungere a riva è farcela a nuoto.
Record negativo, mese di marzo, Western Conference, qualificazione ai playoff.Mi pare incredibile poter metterli tutti assieme in una frase priva di qualche non. Eppure questa è l'attuale situazione ed i deludenti Clippers versione 06-07 ne stanno clamorosamente approfittando.
Le altre pretendenti alla post-season sono tutte in serie negativa: Lakers, Nuggets e TimberWolves hanno vinto solo tre delle ultime dieci partite, una W in più per Hornets e Warriors, solo i Kings paiono in leggera rimontano. In questo imprevedibile scenario sono addirittura tre i posti playoff in ballo e sette le squadre pronte a lottare fino a metà aprile.
Più volte i Clippers sono giunti ad un passo da quel 50% di vittorie che sembrava il traguardo minimo per puntare alla post-season, ma una serie di occasioni sciupate ha ricacciato indietro la franchigia di Donald Sterling. La questione, se i Clippers bisseranno la qualificazione dello scorso anno, è sempre stata in dubbio ed è stata costantemente rinviata. Ora non più.
The time has come, ma quest'affermazione non suona come “il momento tanto atteso è giunto”, piuttosto ha il sapore di un ultimatum. Le prossime due settimane stabiliranno se i Clippers saranno sopravvissuti in qualche modo al terribile tour de force in arrivo, o se saranno definitivamente affondati.
Something wicked this way comes
I Pistons saranno ospiti domani sera allo Staples Center privi di Rasheed Wallace, sospeso per una gara come conseguenza del suo sedicesimo fallo tecnico! Ciò nonostante, non credo che i bookmakers paghino molto la vittoria di Detroit.
Quindi il calendario prevede sei gare consecutive lontane dalla California. A tal proposito è bene premettere che LAC vanta uno splendido 8-21 nelle trasferte fin qui disputate.
Si parte con un back-to-back che recita Spurs e Rockets. Spurs mai stati così in forma e che finora hanno sempre sonoramente abbattuto la squadra di Dunleavy. Rockets che possono contare sul ritorno di Yao Ming e sulla buona salute di un certo McGrady.
Quindi si vola ad Est: prima a Charlotte, poi ad East Rutherford per fronteggiare i Nets mai così bisognosi di vittorie per tenersi dietro i rinati Knicks. Il recupero di Jefferson non faciliterà l'impegno. A seguire altro back-to-back contro Chicago e Milwaukee.
Un giorno di pausa per ritornare in California e già al sabato allo Staples Center sono di scena gli Utah Jazz, mentre la domenica è la volta di Agent Zero ed i suoi Wizards.
Il calendario è di quelli che possono dare il colpo di grazia ad una squadra che sta andando avanti trascinandosi e zoppicando dalla terza settimana di regular season. Dunleavy ripete che i Clippers sono una squadra che potrà tirare brutti scherzi ai playoffs. Ammesso e non concesso, prima di parlare di First Round bisogna sopravvivere ai prossimi 14 giorni di fuoco.
29-32 [47,5%]
9/3, L 89-99 @ Golden State Warriors
5/3, L 74-88 vs. San Antonio Spurs
3/3, W 87-64 @ Indiana Pacers
Pacific Division: terzi
Western Conference: ottavi
In attesa di vedere se usciranno con le ossa rotte dal mese di marzo, facciamo un passo indietro alla settimana appena conclusa.
Sabato 3 marzo, allo Staples Center sono ospiti i Pacers. Con Ewing in cabina di regia e Conroy* (6 assist) nel provvisorio ruolo di back-up, Dunleavy imposta un game-plan che si focalizza su un aspetto: la difesa. Contro la squadra prima nella Lega per rimbalzi offensivi, Brand, Kaman e Thomas concedono la miseria di 7 rimbalzi offensivi ai Pacers.
La pessima giornata di tiro dal perimetro e la cattiva vena di Jermaine O'Neal concorrono a stabilire un nuovo record per i Clippers: 64 punti concessi in una gara. Brand in doppia doppia (17+12), Maggette registra 20 punti con 10/10 dalla lunetta, bene anche Kaman con 16 punti.
Dal momento di crisi della squadra dell'Indiana si passa alla ritrovata brillantezza degli Spurs. Inutile dire com'è andata, se consideriamo che in periodi più opachi la squadra texana aveva superato due volte i Clippers con margini superiori ai venti punti!
Tim Duncan non arriva in doppia cifra per punti, ma Brent Barry e Manu Ginobili piazzano il parziale decisivo che chiude la gara e rende superflua l'ultima frazione di gioco. I Clippers tirano 17 volte in più degli avversari, ma chiudono con un disastroso 30/80 dal campo.
Contro gli Spurs esordio in maglia rossoblu per Jason Hart. Il nuovo playmaker della squadra non ha certo avuto una gara semplice per presentarsi. Lo fa con 9 punti e 1 assist in 25 minuti.
Contro Golden State Jason Hart parte in quintetto al posto di Ewing. Discreto in fase realizzativa (11 punti con 2/5 da tre), consegna 4 assist ma è impotente di fronte alla classe di Baron Davis. Il Barone, versione immarcabile, chiude con 25 punti (8/10 dal campo), mentre il confronto tra le due panchine dice 35-18 in favore della franchigia di Oakland.
Brand cattura 5 rimbalzi offensivi, ma è impreciso nelle conclusioni: 4/13. Cassell prova a giocare, ma dopo 5 minuti in campo capisce che ancora non è in grado di dare il suo contributo.
Senza Cassell e Livingston le prime indicazioni sono poco incoraggianti, specie in fase offensiva. Ewing è un discreto difensore, capace di mettere qualche canestro dai 5 metri, ma con mediocri qualità di playmaking. Hart ha 40 giorni di tempo per convincere il management ad offrirgli un contratto per la prossima stagione. Per ora sospendiamo il giudizio.
next chapter – 19/03
*Dopo il cameo di Von Wafer, è toccato a Will Conroy firmare un contratto di 10 giorni con i Clippers, non sfigurando affatto. Ma l'arrivo di Hart ha avuto come conseguenza la mancata conferma della point guard rubata alla NBDL.