Boston ancora in positivo

Chi può fermare Al Jefferson mentre cattura un rimbalzo?

Proseguono le settimane positive per i Celtics, i quali sfruttano bene le tre gare casalinghe portando a casa un altro bilancio settimanale positivo, culminato con il conseguimento per Al Jefferson del premio come miglior giocatore della settimana per l'Eastern Conference.

Risultati

Minnesota Timberwolves @ Boston Celtics 117-124
Houston Rockets @ Boston Celtics 111-80
Seattle Supersonics @ Boston Celtics 103-118

Commento

Un'altra settimana positiva, la seconda consecutiva.

Un'altra settimana che vede i Celtics sostanzialmente vittoriosi e riporta serenità  ed ottimismo per il futuro.

Contrariamente a quanto un lettore disattento potrebbe pensare, il protagonista assoluto di questo momento favorevole non è Pierce ma Al Jefferson, per il quale le parole di elogio non sono mai abbastanza. La sua esplosione ormai c'è stata mesi fa, il bello però è che i suoi miglioramenti sono continui e non trovano ancora un limite, è come se un tappo che bloccava un'enorme cisterna sia stato improvvisamente tolto ed ora tutto il talento di questo ragazzo sta inondando i parquet NBA.

Le figure imbarazzanti che fanno gli avversari diretti iniziano ad essere numerose ed il giocatore sta costringendo i suoi tifosi a controllare sul calendario delle partite in quali nelle prossime squadre milita un'ala grande od un centro non puro tra i migliori della Lega per vedere se la sfida diretta potrà  vincerla Jefferson o l'avversario.

Si, avete capito bene, ora per misurare il talento di questo ragazzo è necessario guardarlo giocare contro le migliori ali grandi, perché con gli altri avversari non c'è più storia, sono destinati ad essere ridicolizzati, di cui l'ultimo in ordine di tempo è stato Nick Collison di Seattle, tra l'altro non l'ultimo arrivato.

Ampie lodi anche dal suo allenatore: "Al è un grande, lo cerchiamo ogni volta che abbiamo bisogno di un canestro. È molto bello avere un forte lungo".

La sua bravura è finalmente stata premiata, concretizzatasi con il premio come miglior giocatore della settimana della Eastern Conference relativamente a due settimane fa, quella in cui i Celtics hanno vinto 4 gare consecutive. È il primo giocatore che non si chiami Pierce o Walker che vince un premio così importante dal lontano 1992, quando venne assegnato al compianto Reggie Lewis.

Il suo tallone d'Achille è noto: la difesa. Questo comporta che difficilmente riesce a fermare efficacemente un suo avversario diretto, ma ci sta mettendo impegno e prima o poi arriverà  anche ad essere bravo anche nella propria metà  campo.

Paul Pierce nel frattempo si limita a riprendere, purtroppo lentamente, la forma fisica perduta e gestisce la gara senza dover sobbarcarsi tutti gli oneri per portare la squadra alla vittoria. Per sua fortuna Jefferson gli toglie molta pressione e riesce a portare a casa un bottino di punti ben superiore ai 20 di media (22,7 questa settimana) senza faticare troppo.

"Finalmente abbiamo capito quello che Doc ci voleva dire" ha detto Jefferson in riferimento alla difesa. È noto infatti che coach Doc Rivers ha insistito molto su questo fondamentale e dell'importanza di eseguirla molto bene, anche se è altrettanto noto che l'allenatore predilige l'attacco in allenamento. Un controsenso che gli è stato portatore delle maggiori critiche nei suoi confronti.

In questa bella settimana c'è un aspetto negativo: la partita contro Houston. Ed è bello grosso, visto che i 31 punti di scarto subiti sono il massimo stagionale, superando di gran lunga il precedente record subito contro i Lakers.

Per Gerald Green invece non è stata una gran settimana. Iniziata bene con i 16 punti in 31 minuti di gioco contro Minnesota, al ritorno nelle sue terre natie texane gli inizia a tremare la mano segnando un disastroso 1 su 14 dal campo. Il commento di Doc è tra il sarcastico e l'amareggiato: "non avrà  molto di cui vantarsi quando tornerà  a casa". Nonostante questo disastro e complice l'assenza sia di West che di Gomes (vedere la sezione Infortuni per sapere cos'è successo ai due giocatori) Green parte in quintetto contro Seattle e si riscatta con una prova da 19 punti, che sono scaturiti da una selezione di tiro abbastanza varia: tiri da tre punti, schiacciate devastanti e piazzati dalla media.

Anche per lui, come per Jefferson, la difesa è il suo aspetto peggiore, ma se Al sa un po' come difendere, per Green invece sono sconosciuti anche i concetti basilari. È necessario quindi partire quasi da zero, e questo è un problema perché il tempo di apprendimento non è di certo breve, però il giocatore è contento dei progressi fatti finora: "mi sento più fiducioso, l'allenatore ha insistito nel farmi difendere tutto l'anno e devo dare merito a Paul e Tony, tutti grandi difensori che sono in squadra".

Infortuni

Purtroppo questa sezione avrà  molto di cui parlare questa settimana. Non bastavano i tre giocatori fuori per tutta la stagione (Szczerbiak, Ratliff e Allen), ci mancavano solo nuovi infortuni, al punto che l'assistente Ed Lacerte ha chiesto a Doc di saltare completamente l'allenamento poiché si sarebbero trovati solo in 8 giocatori. "È la prima volta che mi succede da quando sono qui" è il commento sconsolato di Doc, il quale non ha potuto che seguire il consiglio dell'assistente.

Iniziamo la carrellata degli infortuni con un non-infortunio, ovvero vediamo la situazione di Paul Pierce, il quale ci fornisce un aggiornamento sulla sua situazione fisica: "è qualcosa da cui non ci si può scappare per tutta la stagione". Le rimanenti 21 gare saranno quindi per lui 21 occasioni per proseguire nel lento recupero fisico, non aspettiamoci quindi prestazioni strabilianti.

Qualche problemino anche per Al Jefferson, che è rimasto a riposo durante tutto l'ultimo quarto contro Houston a causa di uno strappo all'arco del piede destro. Per fortuna ha superato bene questo problema ed il suo rendimento non ne ha risentito.

Assenza invece per Delonte West, che ha ricevuto una gomitata in faccia, causandogli una leggera commozione cerebrale e soffre tuttora di fastidiosi mal di testa. Ricevuto il colpo durante la partita contro Houston, ha saltato la gara contro Seattle e probabilmente salterà  la prima gara contro Chicago. Un paio di allenamenti decideranno se potrà  essere in campo, ma i medici sono pessimisti.

Nella stessa serata si fa male anche Ryan Gomes, per lui una slogatura al piede sinistro, precisamente nella parte centrale dell'arto. I raggi che ha eseguito sono stati per fortuna negativi e la sua situazione sarà  ricontrollata fra 1-2 giorni. Sicuramente dovrà  saltare la prossima gara contro Chicago in casa e probabilmente anche la successiva nell'Illinois.

Come anticipato la settimana scorsa, Wally Szczerbiak è stato operato alla caviglia giovedì scorso per stabilizzarla. L'operazione è stata eseguita al solito ospedale, il New England Baptist Hospital, sotto al direzione del dottor Brian McKeon. Ora il giocatore è ufficialmente fuori per tutta la stagione e tornerà  disponibile al prossimo training camp di ottobre.

Curiosità 

Per festeggiare il giorno di San Patrizio, patrono dell'Irlanda, isola a cui s'ispira proprio il nome Celtics, antichi abitanti di quelle terre, i biancoverdi giocheranno con la speciale divisa bordata d'oro dalla prossima gara contro Chicago fino alla fine della trasferta ad ovest che inizierà  questa settimana a Dallas.

Difficilmente Allan Ray si sentirà  troppo diverso da una trottola: prima viene messo nella Lega di sviluppo NBDL, poi torna in squadra, subito dopo arriva il contrordine e ritorna nell'NBDL. Tempo di giocare due partite e di nuovo viene riportato in squadra. Tutto questo in pochi giorni. Sicuramente il buon Allan non si sentirà  tranquillo, ma ha giocato bene nella sua seconda e, forse, ultima partita stagionale nella NBDL, con 25 punti, 4 rimbalzi e 9 su 16 dal campo in soli 22 minuti di gioco. Il suo ritorno a Boston ovviamente comporta molta panchina, ma contro i Sonics ha avuto modo di giocare per quasi 20 minuti.

I giorni trascorsi ad Austin gli ha anche dato modo di conoscere il "pride" bostoniano a causa della morte di Dennis Johnson e tutte le manifestazioni di affetto che hanno coinvolto anche la squadra che Dennis allenava. Tutto questo gli ha anche fatto apprezzare il fatto che lui ha un contratto NBA, cosa che i compagni di squadra dell'NBDL si sognano.

Stagione tutta negativa? Non proprio. Dopo la conquista del trofeo della gara delle schiacciate da parte di Green ed il riconoscimento come migliore della settimana ad est per Jefferson, c'è un'altra statistica positiva quest'anno: è la prima volta nella storia dei Celtics che ad una vittoria al supplementare (contro New Jersey) fa seguito una vittoria della gara successiva dopo 2 supplementari (contro Minnesota).

I migliori della settimana

Devastante.
Dominate.
Incontenibile.
Gli aggettivi si sprecano per Al Jefferson, allora forse possiamo far parlare i numeri settimanali: 23,7 punti, 14,3 rimbalzi col 59% dal campo, un dominio impossibile da negare neanche dai contrari estremisti, una forza della natura che si sta abbattendo sull'NBA. Non possiamo non rinnovare il riconoscimento settimanale a questo fantastico giocatore. Per la seconda piazza se è vero che i duri si vedono nel momento difficile, esaminando l'unica sconfitta settimanale possiamo vedere che i due migliori sono stati il già  citato Jefferson e Pierce, e poiché il buon Paolino ha mantenuto un livello di gioco molto alto anche nelle altre due gare settimanali, viene naturale assegnare a lui la piazza d'onore.

Classifica aggiornata:
22 Jefferson
18 Pierce
5 Allen
4 Szczerbiak
4 West
3 Gomes
1 Green

Appuntamenti e classifiche

La frequenza delle partite accelera, così ci aspettano la prossima settimana ben 4 gare:
domenica in casa contro Chicago
martedì in trasferta a Chicago
mercoledì in casa contro Atlanta
venerdì in trasferta contro Dallas

Chicago ha assoluto bisogno di vittorie per raggiungere la seconda piazza nell'Eastern Conference e certamente vorrà  ottenere il bottino pieno nella doppia sfida contro i Celtics, i quali li incontreranno prima in casa e poi in trasferta.

Dopo una partita tranquilla (se si possono definire tranquille le partite NBA) contro Atlanta, diretta concorrente per il penultimo posto, inizierà  l'ultima trasferta stagionale ad ovest, composta stavolta di sole 3 partite. Inizierà  con Dallas, la squadra più in forma attualmente, e non occorre dire che la vittoria è proibitiva.

Obiettivamente pensare di poterne vincere due è il massimo che si potrebbe ottenere da questa settimana e quindi il penultimo posto rimarrebbe ancora per un'ottava nelle mani dei Celtics, ma sarà  così anche nelle settimane successive?

Mancano 21 partite alla fine della stagione e le distanze dalla terzultima (ad oggi i Bobcats) si riducono a 4 vittorie: la differenza tra questi due dati è troppa per dare per scontato che i Celtics arrivino penultimi. Tre invece sono le vittorie di differenza da Memphis, che ormai si è già  candidata da tempo ad avere il 25% di combinazioni delle 14 palline che gireranno nell'urna.

Spazio tanking

I giocatori che ne pensano del tanking? Ovviamente non sono d'accordo e vedono il tanking come fumo negli occhi e non crediamo che, oltre ad un fatto di orgoglio e di voglia di vincere, sia estraneo anche un più personale interesse ad alzare le proprie quotazioni di mercato se la squadra vince di più.

"Come giocatore vuoi concentrarti sulla stagione e sulle partite, i tifosi invece, come parte di questo, guardano al prossimo anno. Loro parlano della scelta numero 1 o 2, non l'ultimo od il numero 40, guardano ai due migliori giocatori all'università . Suppongo che in prospettiva sarà  una buona cosa, ma noi non siamo concentrati su questo". Il commento di Delonte West è onesto e veritiero, hanno ragione i giocatori a cercare di vincere sempre e hanno ragione i tifosi a sperare di poter scegliere entro le prime due posizioni.

La via di mezzo potrebbe essere di vincere, ma non tanto per raggiungere la terzultima posizione, ma come si fa a stabilire a tavolino qualcosa tipo "la partita di domani la vinciamo, mentre quelle di dopodomani la perdiamo sennò arriviamo vicino alla terzultima?" Ecco che in questo scenario entra il coach, che può gestire la situazione facendo giocare nel momento topico il giocatore meno adatto, oppure far uscire chi in quel momento sta giocando troppo bene. Nulla di scandaloso, intendiamoci, tutti lo fanno e non vedo perché noi dobbiamo essere così " stupidi da non farlo. Come abbiamo già  avuto modo di dire, le soddisfazioni vere ce le toglieremo nella prossima stagione.

A risentirci.

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