Playground in New York

“Allora è vero !”

L'ottavo libro che analizziamo è Playground in New York. Il titolo dice tutto, o meglio, tutto tranne chi mai c'è stato in questi playgorund. Ve lo dico io. L'autore è Daniele Vecchi, un ragazzo di Ferrara che per sfizio (beato lui) ha girato tutti i più importanti playground di New York.

Dite voi, bravo il ragazzo, ha visto i playground, magari anche quelli dei quartieri più pericolosi, ha preso appunti, poi da bravo cronista è tornato al caldo della sua camera e ha scritto tutte le sue impressioni.

Eh no, facile così. Daniele Vecchi non si è seduto a bordo campo per guardare gli altri evoluire sul cemento, ci ha anche giocato.

Dite voi, ancora. Ok, avrà  giocato una partita tranquilla con i colletti bianchi di Wall Street, dove l'intensità  maggiore è a fine gara a rincorrere l'autobus per tornare a casa. Ancora troppo facile così.

Se è vero quello che è raccontato (e io ci credo) il nostro Daniele si è spinto laddove un uomo bianco, e sottolineo bianco, è una minoranza per dirla in toni eleganti, più spesso una minaccia di cui diffidare.

Playground in New York è un libro che raccomando vivamente a tutti quelli per i quali il basket non si ferma ai parquet NBA, dove gli spettatori sono beatamente seduti con pop-corn e coca cola in mano, ma che anzi pensano che la vera anima di questo gioco brucia nei campi di cemento dove si sgomita, si suda, dove ogni giorno e ormai in qualsiasi parte del mondo si eleva l'inno al basket.

Il basket dei principi, il basket di tutti noi, il basket di strada. E allora tutti a New York, the City Game, la capitale mondiale del basket perché è qui che si gioca il più alto livello dell'espressione come abbiamo detto più immediata di questo meraviglioso gioco.

Piccolo dettaglio. Le migliori partite di basket sui blacktop si giocano in quartieri dimenticati, ignoti ad ogni mappa turistica, per lo più violenti e degradati, quasi sempre quartieri neri.

E allora bravo Daniele, onore a te che hai girato New York (e dico New York) per i suoi 5 borough, in lungo e in largo alla ricerca dei playground più o meno famosi. Il mio plauso va qui soprattutto a come hai raccontato la tua esperienza di baller newyorchese sulle pagine di American Superbasket (questo libro è una raccolta di questi pezzi).

I pregi sono tanti e comincio nel dire che sono rappresentati praticamente tutti i più famosi playground ma anche quelli appena fuori mano, e ovunque c'è la descrizione della partita del nostro "buon discontinuo tiratore bianco e rasato".

Altro pregio, il più grande di tutti. In ogni capitolo, in ogni campetto, c'è una guida toponomastica attenta e dettagliata. Detto in parole povere, questo libro è anche una guida per chi vuole come lui arrivare 'dove non batte il sole'. Basta seguire le sue indicazioni, le fermate della metropolitana come le strade, gli isolati, la descrizione dei luoghi e anche voi sarete pronti a giocare, magari a Coney Island o nel cuore di Harlem.

Ho molto apprezzato gli spruzzi sociologici e storico culturali che precedono per ogni tappa la descrizione della partita. Se ti trovi a Lower Manhattan o su nel Bronx o da qualsiasi altra parte vengono accennati quelle caratteristiche del quartiere che solo chi ha anche un po' di cultura e chi si guarda intorno può descriverti.

Così, grazie all'esperienza diretta, sappiamo che davvero nel cuore di Harlem o a Bed-Stuy vedere camminare un bianco è un miraggio, che davvero il Bronx è fatiscente e poco raccomandabile.

Oppure si sfatano tabù, come quello che raccomandava a tutti i bianchi che se mai qualcuno di loro fosse riuscito ad arrivare vivo al playground non vi avrebbe mai giocato. E invece Daniele Vecchi lo ha fatto e ce lo racconta godibilmente in questo libro. Oddio, non mi sentirei di affermare che frequentare questi posti è una passeggiata di salute ma semplicemente di dire che se stai attento e se qualcuno Lassù ti vuole bene puoi anche competere con i neri più cattivi di New York.

Abbiamo detto della puntigliosa attenzione nel descrivere il tragitto per arrivare al playground, come anche delle succose notizie che accennano a tratteggiare luoghi spesso ignorati dal turista occasionale ma famosissimi per chi ama il basket.

Poi c'è la partita ovviamente, che è il vero motivo per cui Daniele ha spesso voluto essere l'unico bianco nello spazio di tante miglia quadrate. Così abbiamo conferma del livello alto, tecnico prima, ma soprattutto agonistico delle partite sul cemento newyorchese.

Su questi campetti giocano tanti grandi talenti, persi per tanti motivi diversi e che mai arriveranno nella NBA, tanti giovani promettenti, tanti grandi atleti. Ma il basket di strada è soprattutto una cosa e questo gli fa onore e merito.

E' il basket di chi lotta ad ogni possesso, di chi gioca a 40 gradi all'ombra come sotto la pioggia in inverno. Daniele Vecchi sarà  stato anche un pesce fuor d'acqua in tante occasioni ma mai nel principio di questo gioco"uno contro uno".sono più forte io"faccio canestro e ti metto col culo a terra.

Senza tattiche pensando solo a segnare, chi ama il basket ama anche il basket di strada. Diversamente è solo un illuso schiavo di spesso inutili allenamenti che ti insegnano tante cose ma non che è importante solo battere il tuo avversario e segnare.

Lezione numero uno : il principio di questo gioco è sul cemento di qualche strada lunga in qualche quartiere povero e nero, la stessa strada dove più in là  dal canestro stanno spacciando droga e un altro sta ascoltando "Life goes on" di 2Pac.

Per inciso e per dovere di cronaca, questi sono i playground tratteggiati nel libro :
– River Terrace (Lower Manhattan)
– Battery Park (Lower Manhattan)
– Tompkins Square Park (East Village, Lower Manhattan)
– Keyspan Park (Coney Island, Brooklyn)
– The Cage (West 4th Street, Lower Manhattan)
– Columbus Avenue at 76th Street (Upper West Side, Uptown Manhattan)
– Roosevelt Park (Lower East Side, Lower Manhattan)
– Macombs Dam Park (Bronx)
– The Goat (Harlem, Upper Manhattan)
– Booker T. Washington Court (Harlem, Uptown Manhattan)
– Ozone Park (Brooklyn)
– Rucker Park (155th at 8th Avenue, Harlem, Uptown Manhattan)
– Gramercy Park (Lower Manhattan)
– Soul in the Hole (Bed-Stuy, Brooklyn)
– 96th at Lexington Avenue (Upper East Side, Uptown Manhattan)
– 113th at Lenox Avenue (Harlem, Uptown Manhattan)
– 119th at Lexington Avenue (Harlem-Barrio, Uptown Manhattan)
– Douglas MacArthur Park (Staten Island)
– Paliside Avenue (Jersey City, NJ)
– Washington Heights (Uptown Manhattan)
– Lost Battalion (Queens)

DA RICORDARE : " Ho deciso, ci vado. Tutti me lo hanno sconsigliato, veramente tutti, sia gli italiani sia i newyorchesi, sia chi non sa niente di New York sia chi ci è nato e cresciuto".A Bedford-Stuyvesant è ambientato e interamente girato il film di Spike Lee Do the right thing".Il primo impatto è raccapricciante, nonostante il mio ottimismo. A parte il fatto che da quel momento in poi al mio ritorno a Manhattan non vedrò più una persona di pelle bianca, rossa o gialla che sia, lo scenario di Bed-Stuy è a dir poco deprimente"La mia mente non può non tornare alle immagini di Do the right thing, dove tutti se ne stanno bellamente fuori sulle scale e seduti all'ombra di un ombrellone. Allora è vero !".

Daniele Vecchi su Play.it USA
Articoli
Il Blog da New York
Il Blog dalla California

ARCHIVIO
New York – Basketball stories)
(5 piedi e un funerale)
(110 Storie di basket)
(Black Jesus vol. 1)
(NBA 10 Finals, Gli anni '90)
(Michael Air Jordan)
(Black Jesus vol. 2)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi