Kobe, qui contro Phoenix, prova a coinvolgere i compagni, con alterne fortune…
Una delle azioni più difficili da compiere per un uomo è guardare dentro se stesso ed accettare quello che si è. Ancora più difficile è osservare nel codice genetico dei Los Angeles Lakers e capire chi siano oggi i californiani: una squadra? Sinceramente no.
Un gruppo di giocatori alla ricerca della propria identità ? Molto probabilmente.
L'ultima settimana è stata ricca di avvenimenti, densa di emozioni e le novità , soprattutto negative, non sono certo mancate sui lidi assolati di L.A.: vittorie inaspettate, sconfitte previste, vecchi e conosciuti difetti che rispuntano come una vecchia malattia, tenace e restia nel rimanere aggrappata ad un esausto corpo martoriato. Soprattutto però, a perseguitare i Lakers dell'ultima settimana sono stati gli infortuni.
Ancora una volta, a rimediare l'ennesimo k.o. della stagione, è stato Lamar Odom, il quale, in uno scontro di gioco con Brad Miller, ha strappato la cartilagine interna della spalla destra, la stessa dell'infortunio della stagione 2005, rendendola di fatto inservibile. Lamarvellous dovrà ora operarsi e perderà il resto della stagione: un brutto colpo, che probabilmente condizionerà l'intera annata lacustre. Sapranno Kobe Byant e soci far fronte all'ennesima disavventura?
I risultati
Sabato 24 febbraio: Los Angeles Lakers - Boston Celtics = 122-96 (W)
Lunedì 26 febbraio: Golden State Warriors - Los Angeles Lakers = 85-102 (W)
Martedì 27 febbraio: Utah Jazz - Los Angeles Lakers= 94-102 (W)
Domenica 3 marzo: Los Angeles Lakers - Sacramento Kings = 108-116 (L)
Lunedì 4 marzo: Phoenix Suns - Los Angeles Lakers = 99-94 (L)
Il record
Attualmente i Lakers hanno un record di 33 vittorie contro 27 sconfitte. Anche se gli Houston Rockets non stanno attraversando un grandissimo momento (4W-6L nelle ultime dieci gare) sembra davvero difficile per i californiani conquistare la quinta piazza del seeding. Il sesto posto è davvero una brutta posizione per i lacustri perché vorrebbe dire i San Antonio Spurs al primo turno considerando la loro terza posizione. Certo gli Utah Jazz non mollano al quarto posto (un solo match di differenza tra le due formazioni), ma difficilmente i mormoni potranno superare il team guidato dal sergente di ferro Gregg Popovich. Fatto sta che manca ancora troppo per fare calcoli certi e dunque principale obiettivo per i Lakers è quello di vincere più gare possibile. Poi si vedrà a fine aprile.
Alla ricerca della propria dimensione.
Quando finalmente i Lakers sembravano aver ritrovato la bussola e la giusta direzione verso i playoff 2007 grazie a tre vittorie consecutive (l'ultima sul difficile campo dei Jazz), ecco che nuovi problemi sono apparsi all'orizzonte: la pessima prestazione contro i Sacramento Kings (la peggiore dell'anno e una delle più brutte partite che Phil Jackson abbia mai condotto), il grave infortunio di Lamar Odom che costringerà la forte ala a saltare il resto della stagione, i continui rinvii al rientro di Luke Walton al quale all'inizio era stata riscontrata una moderata distorsione alla caviglia e che invece ha dovuto confrontarsi con una fastidiosa tendinite successiva all'infortunio. Insomma una vera Caporetto che, come ha affermato Phil Jackson nel dopo Phoenix Suns, ha come principale risultato quello di abbattere da un punto di vista psicologico l'intero gruppo.
Eppure qualche segnale di risveglio si è visto contro i Phoenix Suns. Proprio nel momento più complicato e contro l'avversario meno idoneo, i Lakers hanno sfoderato una buona prestazione, fatta di tanta tattica, voglia, coraggio, ma soprattutto difesa, recentemente il principale problema con il quale i gialloviola si sono dovuti confrontare e che, invece, nel match più improbabile è ritornata d'attualità .
E il match contro i soli dell'Arizona ha fatto capire che le difficoltà difensive dei Lakers sono riconducibili ad un mero problema psicologico, perché le capacità di base ci sono sicuramente e la brutta versione vista contro i Kings non poteva essere la vera dimensione gialloviola. Si è vista soprattutto più concentrazione nella pressione dell'avversario, nel piegare le gambe e inseguire tutti i palloni, nell'eseguire con il giusto piglio raddoppi e schemi difensivi.
Si tratta senza dubbio del giusto viatico che i lacustri sono chiamati a seguire nelle prossime gare: maggiore propensione difensiva, più attenzione al proprio canestro che a quello avversario, abbassare a tutti i costi il ritmo della gara che altrimenti rischia, soprattutto in un momento così difficile, di sfuggire di mano nelle prime frazioni di gioco.
Promossi
Difficile anche questa settimana trovare qualche giocatore che meriti di essere inserito in questa categoria. Il match contro i Kings è ancora vivo negli occhi di tutti i tifosi e quando non sei aggressivo in difesa risulta difficile parlare in positivo di una squadra. Eppure questa settimana vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Vogliamo dare fiducia ad una squadra martoriata dalla cattiva sorte e sperare che il match contro i Suns sia l'inizio della riscossa. Speriamo di non pentirci di questa scelta.
Kobe Bryant: Voto: 6,5. Sta attraversando un momento complicato anche Kobe Bryant. Sta cercando di coinvolgere il più possibile senza dimenticare di essere il principale terminale offensivo della squadra. Trovare la giusta via di mezzo tra questi due estremi non è affatto facile. In difesa viaggia a corrente alternata. A volte compie grandissimi prestazioni (vedi il match contro Golden State o Utah), in altre occasioni si astiene totalmente (vedi la gara contro Sacramento). Eppure, proprio in quanto leader, tocca a Bryant assumersi più responsabilità degli altri e dare il buon esempio sia in fase arretrata che in quella offensiva. Anche questo significa essere leader.
Lamar Odom: Voto: 6. Stava cominciando a tornare quello di inizio stagione. Il match contro Utah era lì a testimoniarlo. Eppure la sfortuna lo ha voluto mettere di nuovo ai box. Davvero una maledizione.
Sasha Vujacic: Voto: 6. Deve partire titolare al posto di Smush. Ha mani davvero educate e quando serve infila sempre la biglia. Contro i Phoenix Suns trova due triple importantissime che ci tengono a galla e nel finale sbaglia con un clamoroso quanto sfortunato "in and out": era la bomba del -1. In difesa poi è di un altro pianeta rispetto a Parker: muove i piedi con estrema rapidità e mette pressione a qualsiasi avversario. Deve giocare titolare.
Brian Cook: Voto: 6. Può dare di più. Il match contro i Phoenix Sun è lì a dimostrarlo: 22 punti (8/15 dal campo) e 14 rimbalzi. Deve applicarsi di più in difesa e cercare di far sentire il meno possibile la mancanza di Lamar Odom. Non sarà facile ma i Lakers hanno bisogno di un secondo violino. Certo non sarà uno Stradivari, ma nel rilascio di palla ha pochi eguali e in difesa può immolare il proprio "corpaccione".
Aaron Mckie: Voto: 6. Immortale. Sembrava finito dopo tredici stagioni nella NBA. Eppure è risorto ed è tornato a recitare un ruolo da protagonista. Ai playoff la sua esperienza servirà moltissimo. Da segnalare il match contro i Kings dove realizza 12 punti con un incredibile 6/7 dal campo. Una bella sorpresa davvero.
Shammond Williams: Voto: 6. Di sicuro è difensore più abile di Smush Parker, ma in questo non ci vuole molto. In attacco non è ancora al massimo, ma se aggiusta la mira può diventare molto utile sugli scarichi dal post o su ribaltamenti di lato rapidi.
Ronny Turiaf: Voto: 6.. Generoso. Fa quello che può: distribuisce energia ad ogni lato del campo, ma da solo non può nulla. Se i Lakers avessero quindici Turiaf ora si parlerebbe di un'altra classifica e di un altro team.
Andrew Bynum: Voto: 6. Quando vedi giocare i Lakers ti chiedi: perché la squadra non va maggiormente dal suo centro? Poi la palla gli arriva e allora capisci il motivo di quella scelta: è giovane, non ha ancora dimestichezza con la lega e spesso commette ingenuità incredibili. Ha un potenziale enorme, ma ancora non lo sfrutta a dovere.
Bocciati
Kwame Brown: Voto: 5. È ritornato dopo due mesi di stop. Praticamente stiamo parlando di un fantasma, ma certo ci si aspettava qualcosa di più da Kwame. I Lakers dei prossimi due mesi dipendono dal suo gioco in difesa e dalla capacità di dominare il post basso. Per Brown si tratta di una delle ultime occasioni. O "svolta" o a giugno cambia aria.
Smush Parker: Voto: 0. Non ho nulla contro di lui, solo che non è un giocatore di basket. Phil Jackson lo mette in panchina alla fine del match contro i Suns e Parker si arrabbia imprecando contro il proprio allenatore. Eppure Jackson gli ha concesso anche troppe occasioni: si è accorto che se si vuole vincere bisogna fare a meno di Smush. Basket è difesa. Se Parker non vuole applicarsi (perché è questa la verità ) che si trovi pure un'altra squadra.
Il meglio dell'ultima settimana
Il match contro i Phoenix Suns. Finalmente si è vista una squadra che nonostante tutte le difficoltà ci stava provando. Questo è quello di cui i Lakers hanno bisogno ora.
Il peggio dell'ultima settimana
Il match contro i Sacramento Kings. Una visione indegna per ogni tifoso di basket che si rispetti. James Naismith, creatore di questo fantastico gioco, si è rivoltato nella tomba per qualche minuto dopo aver preso visione di quella partita.
Gli infortuni
Detto di Lamar Odom, fuori per tutta la stagione, restano da valutare le condizioni dell'altro infortunato di lusso: Luke Walton. Il figlio del grande Bill sarà fuori gioco per un'altra settimana. Dopo essersi fatto vistare dallo specialista David Thordarson, lo staff lacustre ha deciso di non reintegrarlo al gruppo nel corso di questo miniviaggio di quattro trasferte e di fargli proseguire la rieducazione. Ad affliggerlo sarebbe una tendinite. La sua posizione sarà nuovamente rivalutata lunedì prossimo.
Il futuro
Nelle prossime due settimane i Los Angeles Lakers proseguiranno nel loro tour di trasferte (quattro in totale, considerando quella giocata contro i Phoenix Suns) andando a giocare a Minnesota, Milwaukee e Philadelphia. Campi non proprio difficili. Successivamente, nella notte fra domenica e lunedì, ci sarà il confronto affascinante contro i Dallas Mavericks che odora intensamente di playoff. Infine il back-to-back con Denver e Portland (la prima in trasferta, la seconda allo Staples) per poi chiudere contro i Timberwolves di Garnett. Sarà il momento del riscatto per Bryant e soci? Staremo a vedere.
Mercoledì 7 marzo, ore 2.00: Minnesota Timberwolves - Los Angeles Lakers = 117-107 (L, dopo due tempi supplementari)
Giovedì 8 marzo, ore 2.00: Milwaukee Bucks - Los Angeles Lakers = 110-90 (L)
Sabato 10 marzo, ore 1.00: Philadelphia 76ers - Los Angeles Lakers = 108-92 (L)
Lunedì 12 marzo, ore 2.00: Los Angeles Lakers - Dallas Mavericks = 72-108 (L)
Venerdì 16 marzo, ore 3.30: Denver Nuggets – Los Angeles Lakers = 113-86 (L)
Sabato 17 marzo, ore 3.30: Los Angeles Lakers – Portland Trail Blazers = 116-111 (W, dopo un tempo supplementare, Kobe Bryant 65 punti!!!)
Lunedì 19 marzo, ore 1.00: Los Angeles Lakers – Minnesota Timberwolves = 109-102 (W, Kobe Bryant 50 punti!!!)
Stay tuned!