Ron Artest è finito di nuovo nei guai e le accuse sono davvero pesanti
Non c'è proprio pace per i Kings in questa stagione. Ed in fondo si sta solo pagando il prezzo della giocata d'azzardo dei Maloof: Ron Artest è stato arrestato dalla polizia della contea di Sacramento. Una donna ha chiamato il pronto intervento nel bel mezzo d'una sonora litigata in cui l'ex Pacer l'avrebbe mandata al tappeto almeno un paio di volte.
Il tutto ha avuto luogo a Loomis, sobborgo della capitale, in cui il giocatore risiede abitualmente. "E' stata una discussione - ha spiegato il sergente Scott, il primo ad intervenire - che è degenerata: il signor Artest ha spintonato un paio di volte la donna e poi è uscito verso la macchina. Lei ha sfondato il parabrezza della sua Hammer (perché se non hai la Hammer, da James in poi nella Nba non sei nessuno) con una pentola."
Il giocatore è stato successivamente rilasciato dopo aver pagato 50.000 dollari di cauzione. "Artest è stato molto tranquillo - ha dichiarato Deena Sherwan, portavoce della polizia - cooperando con gli agenti." I Sacramento Kings lo hanno immediatamente sospeso a tempo indeterminato dalle attività della squadra, presumibilmente almeno fino al 22 marzo, giorno in cui è stata fissata l'udienza preliminare di fronte al giudice.
L'episodio, si capisce bene, non è che l'ultima bravata d'un giocatore che solo una settimana fa, a 45 minuti dall'inizio della partita contro i Bobcats non era nemmeno all'interno dell'arena in cui si giocava. Questa è più grave, in fondo quel giorno Artest era fermo per un infortunio.
Appare però più chiaro l'avvertimento che, di questi tempi un anno fa, Larry Bird lanciò a Sacramento, accordandosi per lo scambio: "Con Ron ogni giorno ce n'è una nuova. Non a un certo punto non ce l'abbiam più fatta a sopportare."
Artest lascia una squadra che improvvisamente, con 4 vittorie nelle ultime 5 partite, sembrava aver trovato finalmente una fisionomia definita. Quest'arresto non è che l'ultimo problema d'una stagione cominciata con l'arresto per guida in stato d'ubriachezza di coach Eric Musselman.
Proprio il coach era stato il bersaglio delle critiche dell'ultimo periodo; tanto che il Sacramento Bee, attraverso la penna d'uno dei suoi commentatori, era tornato a chiedere il suo allontanamento al termine della stagione.
Saccente, inesperto. Indeciso e succube degli umori di Ron Artest che lo zittisce come fosse un gattino. Sfiduciato dai giocatori; in poche parole il solo "responsabile per le sconfitte dei Kings." Tutto questo s'è sentito dire Eric Musselman dopo la sconfitta patita a Philadelhia.
Per la verità l'ultima se l'è detta da solo tentando il trucco del grande allenatore, al termine di quella disastrosa gara. "E' colpa mia: devo insegnare meglio ai miei giocatori come andare a rimbalzo", commentando il 55-40 a favore di Dalembert e compagni. "Sono il leader della squadra - ha continuato - pertanto mi prendo ogni responsabilità "
L'ex Portland non ha però il nome per un tentativo del genere: l'unico effetto è stato quello di buttare benzina al fuoco che Joe Maloof aveva acceso definendo sull'edizione domenicale del New York Times "inesperto" il suo allenatore.
Per la verità qualcosa di buono s'era visto anche nell'ultima trasferta ad est. La sconfitta contro Iguodala e Dalembert era arrivata alla quarta partita in cinque serate; inevitabile in quel contesto avere poche energie.
Solo 24 ore prime la squadra aveva sbancato la Conseco Field House trascinata da Bibby e Martin. Non c'era Artest ad Indianapolis e sul campo s'è rivisto qualcosa di simile ai Kings che conoscevamo: Brad Miller che gestisce la palla, tanti tiri degli esterni scaturiti dai suoi passaggi dal gomito. In generale un attacco in cui diversi uomini si muovono contemporaneamente.
Tutto quello che, quando Artest vuole la palla non si vede. "La partita contro i Nets - ha dichiarato Martin che quella sera segnò 2 punti e passò molto tempo seduto in panchina - è stata la peggiore della stagione. Da li nasce quel senso di rivincita che mi son portato dietro nelle gare successive." Da quella sera Martin sta segnando quasi 30 punti a partita; ne ha messi 33 contro Portland. Anche Bibby giocò malissimo alle Meadowlands, tantò che qualcuno avanzò l'ipotesi della partita polemica nei confronti di Artest.
In realtà allo Staples Center di Los Angeles, vittoria 116-108, s'è visto come i tre in un contesto in di ritmo alto e contropiede continuato possono convivere meglio: ci sono più occasioni di tiro e poi in transizione si gioca meglio. "Siamo in un buon periodo - ha dichiarato Musselman a Portland - stiamo giocando bene ogni possesso e abbiamo attenzione per le piccole cose che fanno vincere le partite. Non avevamo mai giocato con questa energia nella seconda sera d'un back to back."
"Finalmente giochiamo di squadra e abbiamo capito che non possiamo fare tutto da soli", ha aggiunto Martin. Ora questo momento di ripresa verrà nuovamente rotto da qualcosa che Artest ha fatto. Agli altri giocatori sta rispondere e dimostrare davvero quello che molti in spogliatoio pensaso: senza il newyorkese la squadra sarebbe migliore.