L.A.’s No Place For A Kidd

All'orizzonte per le due stelle dei Nets non ci sono altre squadre, la meta resta la post season

Saranno state le dichiarazioni di assoluta fiducia, stima e gratitudine di Lawrence Frank, sarà  stata l'accoglienza calorosissima della gente delle Meadowlands in occasione di quella che molti avevano amato definire la sua ultima partita, l'inadeguatezza della contropartita offerta oppure la "misteriosa quanto improvvisa" infiammazione della zona lombare a far rimanere Jason Kidd il capitano dei Nets almeno sino al termine della stagione?

Carter, già  con le valigie in mano e biglietto di sola andata per Orlando, meta a lui gradita per la vicinanza con Daytona Beach, cittadina della Florida nella quale è cresciuto, ha rinunciato al trasferimento, un po' perché Otis Smith, GM dei Magic, sembra restio a cambiamenti importanti, come l'arrivo d Vincredible, un po' perché Vince ha preferito l'ebbrezza di vivere un'estate da free agent, in cerca di un contratto sostanzioso, salvo poi accontentarsi dei 16.36 milioni che intascherebbe dall'opzione per l'ultimo anno di contratto con New Jersey.

The Numbers

Hawks - Nets 85 - 87
Celtics - New Jersey 78 - 92
Nets - Magic 93 - 78
Nets - Spurs 82 - 107
Raptors - Nets 120 - 109
Nets - Hornets 107 - 111
Nets - Kings 109 - 96
Nets - Knicks 101 - 92
Nets - Wizards 113 - 101
Nets - Celtics 88 - 96
76ers - Nets 86 - 99

Flashback

Si è risolto tutto con un nulla di fatto. I rumors che si erano fatti sempre più insistenti sula partenza delle due stelle più acclamate dei Nets, Vince Carter e Jason Kidd, si sono dissolti allo scoccare delle 3 pm di giovedì 22. Ora sappiamo che non erano semplici voci, in quel di Las Vegas Rod Thorn ha veramente sondato il mercato per scoprire cosa avrebbe potuto ottenere in cambio dei suoi gioielli.

Mentre Carter e Kidd presenziavano alla celebrazione del basketball professionistico, il primo come giudice dello Slam Dunk Contest e come giocatore, mentre il secondo solo come spettatore a causa di un infortunio ala schiena, erano incessanti le notizie di cambi di maglia imminenti che li volevano rispettivament ad Orlando e a L.A., sponda Lakers.

Certo, viste le due prestazioni della squadra, orfana del proprio capitano per il già  citato infortunio, sembrava quasi banale stabilire chi fosse il giocatore davvero indispensabile per raggiungere i playoff.

Quando il 13 febbraio gli Spurs arrivano alla Continental Airlines Arena, non è tanto il totem caraibico Tim Duncan a destare preoccupazioni sugli spalti, quanto la notizia, ormai certa, dell'assenza di Kidd, fermato da dolori alla zona lombare, che lo hanno tenuto lontano anche dall'allenamento pre partita.

L'assenza del numero 5 si fa sentire nel secondo quarto, quando i Nets subiscono uno sfiancante parziale di 20 - 0 che non riescono più a recuperare, complice la pessima serata al tiro di Carter, Nachbar e Williams. Proprio per quest'ultimo il destino sembra davvero avverso, perché esordisce nello starting five in una situazione delicata per la classifica e contro un avversario molto forte, e in cerca di riscatto dopo un serie di prestazioni incolori.

La scarsa mira dei tiratori si è sommata a diversi "lapsus difensivi", come li definisce Carter. Se nella striscia di vittorie ottenute contro Hawks, Celtics e Magic infatti New Jersey aveva tenuto gli avversari ad una media di 80.3 punti realizzati, agli Spurs ne ha concessi 107, ma ancora peggio ha fatto contro i Raptors.

Match ancora più importante questo, un vero e proprio scontro diretto che in caso di vittoria rilancia i Nets all'assalto della vetta dell'Atlantic Division. Sono 120 i punti segnati da Toronto. Nemmeno l'ottimo secondo quarto di House e Nachbar, o la terza frazione in cui Carter è sembrato inarrestabile, sono bastati per mettere i Nets nelle condizioni di vincere la partita.

Gli equilibri dei Raptors sono apparsi molto più solidi, perché se Sam Mitchell ha imparato a gestire al meglio la coppia Ford – Calderon, alternandoli in modo da esaltare le qualità  di entrambi e far girare la squadra sempre nel modo giusto, coach Frank sembra ancora un po' indeciso su come sopperire all'infortunio di Jefferson.

Così accade che nonostante Nachbar stia giocando da un mesetto a questa parte il miglior basket che abbia mai mostrato sui parquet d'oltreoceano, perché oltre alla pericolosità  perimetrale sta attaccando il canestro con più sicurezza, non sia lui a partire in quintetto al posto di RJ.

"Preferisco che ognuno rimanga concentrato sul suo ruolo, per cui partono Adams o Wright", questa è la logica per lo meno rivedibile di Frank, che non vuole avere problemi di ridistribuzione del minutaggio al rientro dall'infortunio di Jefferson, ma che sta in qualche modo limitando il potenziale dei suoi giocatori.

Con un record di 25 - 29 e la qualificazione alla post season sempre più compromessa, si è giunti dunque all pausa per l'All Star Game, al carosello dei rumors.

Vedere Nets privarsi di Kidd e Carter in un colpo solo sembrava davvero paradossale, ma non così scontato se una parola comincia a serpeggiare tra le dichiarazioni della società : ricostruzione.
Sì perché Kidd va per i 34 anni, sta giocando benissimo ma come pedina di scambio potrebbe rendere moltissimo.

Per lui gli scenari più chiacchierati sono stati due: un possibile ritorno a Oakland, sua città  natale, alla corte di Don Nelson, sempre alle prese con gli infortuni di Baron Davis, oppure ai Lakers, con Kobe Bryant fortemente desideroso di avere un veterano affidabile per alzare le quotazioni dei gialloviola in chiave anello.

I Warriors erano tuttavia già  stati protagonisti di una mega trade combinata con i Pacers, e risultava difficile che potessero impegnarsi in un ulteriore cambiamento del roster, anche se probabilmente ne sarebbe valsa la pena.

I Lakers avevano offerto, in cambio di Kidd, un pacchetto composto da Farmar, McKie e Mihm, ovvero un rookie pari ruolo di Williams, il sesto uomo del 2001 alle prese con infortuni, e un 7 piedi che quest'anno non ha disputato nemmeno una partita. L'ipotesi che nell'affare potesse essere incluso anche il nome di Andrew Bynum ha stimolato la dirigenza dei Nets, finchè Mitch Kupchak ha espresso chiaramente l'incedibilità  del centro del 1987.

Sicuramente Bynum sarebbe stato un acquisto importante per New Jersey, e avrebbe arricchito il settore lunghi che, tra l'infortunio di Krstic e il rendimento di Collins, non è certo il più dominante della lega. Su Bynum, così come su Williams, Adams e Boone avrebbe avuto senso ricostruire, sacrificare magari la stagione corrente, che certo non sta rispettando le previsioni di ottobre, per dare vita ad un nucleo giovane e competitivo, per tornare al vertice magari in un paio d'anni.

Escluso Bynum dallo scambio, sarebbe stato a dir poco generoso da parte dei Nets portare a termine una trade di questo tipo, pur farcita da tutte le scelte nei futuri draft delle quali i Lakers potevano disporre.

Vince Carter ha invece sempre espresso la propria volontà  di diventare free agent a fine stagione, e sicuramente l'ex Tar Heel movimenterebbe, e non poco, il prossimo mercato estivo. Erano però diverse le indiscrezioni che lo volevano già  in accordo con gli Orlando Magic, o in un meno probabile scambio, ma pur sempre degno di nota, che avrebbe condotto Pau Gasol alla corte di Lawrence Frank.

La fumata nera in questo caso è parsa arrivare più per la mancanza di reale interesse sia da parte della franchigia della Florida che del giocatore, al quale non è bastata la nostalgia di casa per rinunciare al contratto carriera che potrebbe essergli offerto per la prossima stagione.

Col senno di poi le dichiarazioni di Thorn, che durante l'All Star Weekend aveva annunciato ai media che si sarebbe mosso solo per contribuire al miglioramento della squadra, possono essere interpretate in questo modo: terminiamo la stagione così come l'abbiamo cominciata, non priviamoci della possibilità  di partecipare ai playoff per buttarci in una ricostruzione rischiosa – anche perché scarseggiano le sempre utili scelte alte nei Draft - e diamo fiducia al roster attuale (almeno per quest'anno).

Peccato che i dubbi sul futuro dei Nets siano stati sciolti solo dopo la trade deadline, e soprattutto dopo la partita casalinga contro gli Hornets, che ha visto New Jersey incappare nella terza sconfitta consecutiva. L'accoglienza riservata a Kidd per quella che molti avevano definito l'ultima gara del capitano in maglia Nets è stata molto coinvolgente, ma non sufficiente per spingere la squadra a dimenticare la tensione e l'incertezza che aleggiava per via dei possibili cambiamenti.

Kidd ha mandato a bersaglio 2 conclusioni su 14, comprese due triple consecutive nel finale del quarto periodo che avrebbero poratato al pareggio. Carter è invece apparso molto tonico e ha realizzato il season high con 46 punti. Complessivamente però la partita è stata condizionata da imperdonabili deficienze difensive sui raddoppi e le rotazioni, e per il rientrante David West è stato piuttosto semplice segnarne 32.

Cavalcando l'ottimo stato di forma di Carter e con Giasone di nuovo sicuro del suo futuro, sono poi giunte tre importanti vittorie consecutive con Kings, Knicks e Wizards, che hanno ricondotto i Nets nella zona playoff, causa anche la voragine che sta inghiottendo Orlando. VC nelle quattro partite che hanno seguito l'All Star Game ha segnato in media 29.8 punti, e ha toccato di nuovo 40 nel derby con i Knicks.

New York è stata spinta da Marbury, che nel primo tempo ne ha messi 17, arrivando ad un vantaggio di 9 punti. La terza frazione è stata invece segntata da due triple consecutive di Carter, che ha portato il risultato sul 50 - 53, dando il là  alla rimonta. Ancora un'ottima prova di Boki Nachbar che è andato in doppia doppia: per lui 15 segnature e 10 rimbalzi.

Sono ancora Kidd, Nachbar e Carter a propiziare la vittoria su Washington, in formazione rimaneggiata per le assenze di Butler e Jamison. Tutti e tre sopra i 20 punti, con Kidd che realizza 6 triple su 9, e addirittura 5 consecutive nel terzo quarto. "Abbiamo cominciato a colpire da fuori" commenta VC, "stavamo tirando bene da 3, quindi abbiamo continuato a prendere tutti i tiri che ci lasciavano". I Nets nel secondo tempo segnano 64 punti, mentre i Wizards pagano dazio per la mira scarsissima di Arenas, che fatica molto a vedere il canestro.

Dopo le prestazioni vincenti resta l'ultimo capitolo casalingo, prima di un tour di 6 match esterni.
A fare visita a New Jersey ci sono i Celtics di un ritrovato Paul Pierce e del nuovo re delle schiacciate Gerald Green. Il rompicapo più arduo da risolvere per i Nets è però Al Jefferson, che con 32 punti e 18 rimbalzi tiene la sua squadra incollata al match, finchè Paul Pierce e Delonte West decidono di infilare due tiri dalla lunga distanza che mandano il match all'over time.

Ennesima rimonta subita da Kidd e compagni, che a 4 minuti dalla fine conducevano di 11, e nel supplementare subiscono i jumper di Pierce, che fissa il risultato sul,' 88 - 96. Questa volta è apparso sottotono Giasone, che evidentemente è frenato dai problemi alla schiena, ma in generale è mancata la solita sferzata di energia dalla panchina, accorciata ancora dall'infortunio di Wright.

Cominciare la serie di trasferte con alle spalle una striscia di 4 vittorie consecutive avrebbe fatto morale, oltre a tenere la squadra saldamente all'ottavo posto nella Conference, tuttavia il primo quarto del match a Philadelphia contro i Sixers mostra i Nets molto determinati. La partenza razzo di New Jersey si concretizza in un 18 - 30 dopo i primi 12'.

Nel secondo quarto sale però in cattedra Kyle Korver, che è caldissimo, e martella il canestro da fuori con una precisione disarmante. Dall'altra parte del campo, invece, nessuno sembra in grado di emulare le prodezze del numero 26 in maglia bianca.

Carter incappa nella sua seconda partita stagionale sotto la doppia cifra, e l'unico a dare un senso all'85^a tripla doppia di Kidd sembra Nachbar, che nel terzo quarto, vista la presenza intangibile di VC, prova a scuotere i suoi attaccando il canestro e procurandosi anche un paio di giochi da tre punti.

La squadra sembra però stanca dalla partita del giorno prima contro Boston, e allora Andre Miller può giocare spalle a canestro contro Marcus Williams, oppure far piovere alley oop sulle teste di Collins e Moore per imbeccare Iguodala che taglia sul fondo indisturbato. Non il massimo del piacere per Lawrence Frank, che è atteso da tre partite texane che non sembrano promettere nulla di buono.

Main Character of The Week

Lo sloveno ex Benetton Treviso Bostjan Nachbar, che ha disputato in Italia due stagioni, dal 2000 al 2002, è alla sua quinta stagione nella NBA. Nella sua carriera tra i pro, ha indossato le casacche dei Rockets, degli Hornets, ed è approdato ai Nets il 23/2/2006.

Mai come nel 2007 si sta dimostrando un giocatore completo e continuo, capace di dare, con il suo ingresso in campo, non pochi problemi alle difese avversarie, date le sue caratteristiche di tiratore, alle quali sta aggiungendo grande aggressività  nell'attaccare il ferro.
Quest'anno ha già  migliorato più volte i suoi career high in punti e rimbalzi, che adesso si attestano sui 26 ( contro Toronto il 14/2 ), e 10 ( contro Orlando il 10/2 e New York il 25/2 ).

Le sue medie attuali sono simili a quelle che aveva agli Hornets nel 2005, però la sua percentuale al tiro è migliorata.
Sicuramente l'infortunio di Jefferson ha fatto salire il suo minutaggio, ma coach Frank sta cominciando anche ad usarlo come secondo lungo, in caso di avversari con lunghi atipici.
Certamente la filosofia dell'allenatore non lo premia più di tanto, però la fiducia nei propri mezzi cresce di partita in partita, e nello spogliatoio tutti si stanno accorgendo dei suoi miglioramenti.

Se i Nets riusciranno a raggiungere i playoff, una volta recuperato RJ, Boki potrà  entrare e spaccare gli equilibri delle partite on il suo tiro, o portando fuori il suo marcatore per batterlo col suo primo passo, fondamentale che utilizza con sempre maggiore fluidità .

Next Week

6/3 Mavericks - Nets
9/3 Rockets - Nets
10/3 Spurs - Nets
12/3 Grizzlies - Nets
13/3 Hornets - Nets

Preview

Non prendiamoci in giro. Per la pallacanestro che sta esprimendo al momento la squadra, uscire da queste cinque partite con 2 vittorie e 3 sconfitte sembra il massimo del risultato ottenibile. I Mavs sembrano inarrestabili, i Rockets stanno recuperando Yao, gli Spurs sono a regime completo, e l'infortunio di Parker non li penalizzerà  più d tanto, e comunque dovrebbe poter recuperare per il 10 marzo.

Le partite da vincere, per salvaguardare una classifica che vede i Nets ottavi con un record di 28 - 32 e New York e Orlando ad appena mezza partita di distanza, sono quelle contro i Grizzlies, che non hanno più niente da chiedere a questa stagione, se non in piazzamento basso e una scelta alta al Draft, e gli Hornets, che invece possono ancora sognare la post season, lucrando sulle difficoltà  di Denver.

Se il tour precedente era stato condizionato dalla notizia dell'operazione di Jefferson, questo sarà  invece contraddistinto dal ritorno di RJ, che partirà  con la squadra e sicuramente farà  il suo ingresso in campo nelle prossime gare.

Bonus Tracks

Nella conferenza stampa dopo il match contro i Magic, mentre Kidd rispondeva alle domande dei giornalisti, Carter ha preso posto tra gli inviati, ha alzato la mano pretendendo di rivolgere qualche domanda al suo capitano e poi ha scattato qualche fotografia con la sua fotocamera.

Sempre Carter, in un episodio meno divertente, cioè nel mezzo di fischi e sfottò da parte dei tifosi dei Raptors che lo prendevano di mira e inneggiavano a Chris Bosh acclamandolo come MVP, si è rivolto verso la giovane stella dei canadesi, e con tono di sfida, gli ha detto "Come on, MVP?".

Il 14 febbraio nemmeno San Valentino ha riappacificato l'ex Air Canada con i suoi vecchi fan.

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