Il ritorno della Bestia?

Stoudemire ha spesso promesso di portare un anello a Phoenix. Ne sarà  capace?

Se chiedete a qualunque appassionato di NBA, cosa sono le cose più importanti che hanno fatto finora i Suns in questa stagione, sicuramente vi risponderà  menzionando le due "winning streak" (di 15 e 17 partite consecutive) oppure quella più insolita di vittorie consecutive fuori casa contro rivali dell'Est (14-1, quasi impeccabile se non fosse stato per la sconfitta contro i Sixers giovedì notte). Purtroppo però, ultimamente tutto ciò è messo in ombra da un'altra "streak": quella degli infortuni.

Basta guardare velocemente le statistiche: dei giocatori importanti Thomas è quello che si è perso più partite (15); Diaw ne ha saltate otto e, dopo essere tornato ad Indianapolis, non ha giocato contro i Sixers e nemmeno contro i Pacers; Nash ne ha perse sei, quattro nelle ultime undici partite; Marion è fuori da due partite per un infortunio alla mano destra ed è incerto per la partita contro i Lakers; anche Bell ha avuti vari problemi…insomma sembra che ci sia una maledizione sulla squadra.

Indovinate chi è l'unico giocatore che non si è perso nemmeno una partita? Sì, proprio lui, Amaré Stoudemire. Buffo vero?

Quasi un anno fa, il 26 Marzo, dopo la sua prima partita del suo tentato ritorno, scrivevamo in questa rubrica che era tornato il Messia. Ci sbagliavamo, era troppo presto, come i fatti hanno dimostrato. Per questo anche adesso, dopo 58 partite, è difficile scacciare lo scetticismo. Eppure i numeri invitano ad essere più che ottimisti. Queste sono le statistiche di Amaré nel mese di Febbraio: 28,5 punti per partita, 13,2 rimbalzi, 55% dal campo e 84% nei tiri liberi; ha giocato 40 minuti o più in cinque delle ultime sei gare con partite come quelle a Philadelphia (31 punti, 14 rimbalzi) o ad Atlanta (43 punti, 16 rimbali e 6 assist).

"E' una 'bestia' – affermava Josh Smith (che ne sa più di chiunque altro visto ciò che gli era appena successo in partita) – attacca il canestro con forza. Non si ferma, non importa come lo difendi, lui torna per rifarlo ancora".

Dobbiamo ricordare che pochi ad inizio stagione credevano in Stoudemire. Era difficile pensare, anche per i più ottimisti tifosi di Phoenix, che tornasse al suo livello questa stessa stagione. Ma c'era una persona che non aveva dubbi: lui stesso. Già  ad Ottobre aveva dichiarato, causando scetticismo e forse anche qualche risatina, che sarebbe stato un All-Star a Febbraio.

"Non pensavo ne avesse la possibilità  – ammettava D'Antoni, che è sicuramente felice di essersi sbagliato – avendolo visto in Summer League e allenarsi col Team USA, davvero non pensavo ce l'avrebbe fatta".

"E' stato difficile, ho dovuto lavorare duro per tornarea questo livello – sosteneva Stoudemire – e per me è un gran successo andare all'All-Star dopo due operazioni al ginocchio".

La verità  è che, non solo il numero 1 sembra essere ai livelli atletici della celebre serie contro gli Spurs, ma sembra che la nuova versione di Stoudemire sia una versione migliorata rispetto alla vecchia, anche in confronto ad inizio stagione. Commette molti meno errori come turnover o falli inutili, i movimenti sotto canestro sono molto più ortodossi e fluidi di com'erano e i dubbi sul suo ego si stanno dissipando, vedendolo giocare in squadra sempre di più, senza cercare troppo protagonismo personale.

"Oltre alla sua presenza nell'area e alle sue giocate spettacolari, quello che mi impressiona davvero – confessava il suo alleato principale, Steve Nash – è la sua volontà  di imparare a giocare sempre meglio e il suo altruismo".

Nel frattempo, tutti gli infortuni hanno dato svariati minuti a diversi giocatori praticamente inediti (eccezzion fatta per i minuti "gargage") come Eric Piatkowski o Pat Burke. L'ex di Chicago ha dato prova del suo tiro contro i Pacers (2 su 4 da tre contro Indiana) e ha dimostrato che può contribuire se necessario. "Il coach mi ha detto stamattina – dichiarava Eric appena dopo la partita – 'non so se giochi a golf prima delle partite, ma forse faresti bene ad essere pronto per stasera'. Mi ha sorpreso, ma ero pronto. Qualsiasi cosa possa fare per contribuire a vincere un anello sarà  fantastico per me".

D'Antoni, dopo la prestazione del veterano, era pronto ad ammetere i suoi errori: "Ho fatto male a non credere in lui prima, ho fatto male a non farlo giocare prima e mi sbagliavo. Sono contento abbia dimostrato che avessi torto su di lui".

Addirittura anche lo specialista dei tiri da tre nell'ultimo minuto, Pat Burke, ha dimostrato che può essere utile per giocare qualche minuto in ogni partita. La sua prestazione contro i Pacers: 10 punti e 4 rimbalzi, numeri non eccezionali ma di certo accettabili per un veterano che a mala pena ha giocato con i Suns. La giocata della serata è stata quando, su passaggio di Piatkowski, ha fintato mandando il difensore a "prender farfalle" (come si suol dire) e poi ha schiacciato con la mano sinistra, facendo esplodere lo US Airways Center.

"Per la squadra è importante che ci siano giocatori in panchina pronti a dare minuti di qualità  se ce n'è bisogno – rispondeva Burke ad una domanda riguardante la sua prestazione e quella di Piatkowski – il coach sà  che può contare su di me e io sarò pronto a fare ciò che mi si chiede".

La corsa per il primo posto della Conference non è mai stata così difficile, con i Mavs che hanno approfittato alla perfezione (vincendo 34 delle loro ultime 36 partite) dei problemi di infortuni che ci sono stati a Phoenix. Le 4,5 partite di distacco non sono certo insormontabili sulla carta, ma forse a questo punto della stagione converrebbe sacrificare qualche "W" per riuscire ad avere tutti i giocatori al 100%, soprattutto Nash, quando arrivano i Playoff.

Around the Valley

A due settimane dall'All-Star Game di Las Vegas, i ricordi migliori per i tifosi dei Suns sono probabilmente i 29 punti di Stoudemire che ha sfiorato il trofeo di MVP della partita, ma il week-end delle stelle ha dato molto di più di questo. Del resto, essendo a Las Vegas, era quello che c'era da aspettarsi.

Per cominciare, non perdetevi queste due sequenze di foto-tessera di Nash e Stoudemire, fatte in un hotel di Las Vegas: foto numero 1 e foto numero 2.

Marcus Banks, nato e cresciuto a Las Vegas, e Shaw Marion, studente di UNLV come il suo compagno, hanno appoggiato la candidatura della Sin City per avere una squadra NBA.
"Sarebbe grande per la città  avere una squadra – dichiarava convinto Marcus – qua c'è solo l'universita [la UNLV] ed avere una squadra di NBA risveglierebbe molto interesse per il basket". Marion, dal canto suo, era scettico: "Non sarebbe male. È possibile, teoricamente, che spostino una squadra qua, ma io non credo succederà ".

Guardando invece al futuro dell'All-Star, Jerry Colangelo, presidente dei Suns, ha reso praticamente ufficiale la candidatura di Phoenix per l'All-Star del 2009 (nel 2008 si celebrerà  a New Orleans): "Sto già  parlando con gente della lega sull'argomento. Presto presenteremo ufficialmente la candidatura. Sarebbe una grande occasione per dimostrare tutto il lavoro che è stato fatto per far risorgere il centro di Phoenix". La città  ha già  ospitato gli All-Star Game del 1975 e del 1995.

Tornando a Vegas, l'MGM Grand, uno dei Casinò più famosi della città  (sì, quello che derubano Clooney e i suoi 11 in "Ocean's Eleven") dà  come favoriti per la vittoria dell'anello proprio i Phoenix Suns con una quota di 1,6 a 1, contro quella di 2 a 1 dei Dallas Mavericks.

A quanto pare, invece, l'opinione più diffusa nell'ambiente della NBA è l'esatto contrario, almeno così traspare dalle dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori e non. "Dallas è già  stata lì – affermava l'allenatore dei Wizards (e del Team della Estern Conference) Eddie Jordan – e con il sapore amaro della sconfitta in finale e l'esperienza che hanno, per me sono i favoriti numero uno".

"Con il ritorno di Stoudemire – dichiarava l'ex giocatore e campione di schiacciate Dominque Wilkins – è possibile che vincano, hanno molte possibilità , come anche Dallas e San Antonio". Michael Cooper, ex dei Lakers dello Showtime invece è convinto che sono i Mavs la squadra da battere: "I Suns hanno una squadra migliore di fronte a loro. Dallas sta giocando davvero bene e sono 'affamati', sarà  difficile batterli. Phoenix ha ancora bisogno di aggiungere al proprio repertorio una migliore difesa se vogliono vincere".

Il conto alla rovescia per l'inizio dei Playoff è cominciato e attualmente i Suns sono in buona posizione sulla griglia di partenza. Staremo a vedere come finisce la gara.

Per oggi è tutto, alla prossima!

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